Oggi lunedì 2 settembre 2019
———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Conte 2: una partita difficilissima, occorre una vasta mobilitazione democratica
2 Settembre 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Per me, che sono stato qualificato, con una certa disapprovazione, “grillino”, il nuovo governo a guida Conte, dovrebbe apparire entusiasmante. Non nego di aver pensato fin dal marzo del 2018 che questa fosse la soluzione più sensata e non ho mancato di criticare la propensione per i pop-corn di Renzi. Ho sempre creduto tuttavia […]
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Quattro ragionamenti spiccioli.
Tonino Dessì su fb.
Non so se – fra le persone di area csx e fra chi è di sinistra e non del PD, ma anche fra i simpatizzanti non di destra del M5S – sia del tutto chiara la collocazione personale che si prospetta loro (me compreso), qualora, a seguito del voto sulla Piattaforma Rousseau, questa legislatura italiana si interrompesse anticipatamente nei prossimi giorni.
Certamente si andrebbe a elezioni. [segue]
Chiaramente la rottura fra M5S e PD sarebbe destinata ad acutizzarsi in campagna elettorale, tanto da escludere una prossima occasione di accordo di Governo.
Verosimilmente lo scenario postelettorale, salvo che Lega e cdx abbiano un’autonoma maggioranza parlamentare e che la Lega la ritenga più conveniente, rivedrebbe il M5S al Governo con la Lega.
Magari in posizione più debole, ma questo dipenderebbe dall’altra contestuale competizione, quella fra M5S e Lega.
Non è detto tuttavia che un risultato elettorale negativo, per il M5S, di per se comporterebbe una proporzionale perdita di peso contrattuale: dipenderebbe da quanto appunto la Lega valuterebbe più conveniente una scelta o l’altra fra quella di un Governo con Forza Italia e Fratelli d’Italia (qualora numericamente possibile) e un nuovo Governo col M5S.
È esattamente la scommessa, o meglio il calcolo probabilistico che stanno facendo quanti nel M5S (forse proprio Casaleggio, Di Maio, Di Battista, fra i tanti) parrebbero tuttora predisposti alla rottura della trattativa in corso col PD.
Quindi: in vista delle elezioni bisognerebbe che entrambe le aree di persone di cui in premessa valutassero quale voto utile dare in un sistema elettorale che non sarebbe modificato rispetto a quello del 2018 (il “Rosatellum”).
Id est, per esser chiari, votare PD senza se e senza ma, al netto di una variabile imponderabile (ma centrista) costituita da Renzi.
Non venite a dirmi che ci sarebbe una sinistra elettorale (tipo Leu o Pap) con migliori attrattive e chances del 2018: guardate i risultati della pur più consistente Die Linke di ieri in Germania. E da noi non ci sono manco verdi seri come i Grunen.
Oppure nuovamente astensione?
E poi?
Beh, il poi tutto sommato andrebbe abbastanza liscio.
Con elezioni europee (nonchè regionali e principali comunali sarde) e politiche effettuate nel 2019, chi le avrà vinte governerà per cinque anni come meglio gli parrà.
A noi resterebbero un po’ di post su FB, prima di analisi elettorale, poi di scazzo (ovviamente ci sarà chi dirà “Da qui si riparte” e si beccherebbe le repliche che meriterebbe), poi gatti, letteratura, musica, intimismo.
Poi fine -almeno per me- anche di ogni perdita di tempo sui social.
E questo sarebbe il meno.
Io spero ancora che non accada.
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