Elezioni. Chi vince, chi perde, riconteggi e di più
Interventi di Andrea Pubusa, Aldo Lino, Tonino Dessì, Franco Meloni. Il prof. Umberto Allegretti ritiene doveroso il ricorso per il riconteggio dei voti ai fini dell’ammissione del ballottaggio.
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Doveroso pensare al riconteggio, ma senza illudersi di ribaltare il risultato
17 Giugno 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Quando si perdono le elezioni con uno scarto non grandissimo, di solito, si pensa ad un intervento salvifico della magistratura, che – come un deus ex machina – scende dal cielo e rimette le cose a posto. E cioè ribalta il risultato. Raramente però questo rimedio funziona. [segue] E la ragione è molto semplice. Chi ha fatto riconteggi sa che gli elettori nel voto sembrano guidati da una mano superiore talché gli errori degli uni sono identici a quelli degli altri. Di più, sorprendentemente, gli errori si presentano in percentuali simili nelle varie liste. Il ribaltamento, in caso di ricorso, è dunque possibile solo quando lo scarto sia infimo, come nei casi in cui una lista vinca per un voto o poco più, oppure sia mal difesa in giudizio. Negli altri casi il ribaltamento è paralizzato dal fatto che la lista chiamata in giudizio può, a sua volta, con un ricorso incidentale, chiedere il riconteggio a parti invertite, e – come ho detto – questo ricalcolo a tutto tondo lascia le cose immutate. 80 voti dunque sembran pochi, ma per ottenere un risultato diverso occorre che l’errore di spoglio abbia colpito solo il centrosinistra e non il centrodestra. Sennonché questa evenienza è pressocché impossibile perché lo spoglio avviene in pubblico e con criteri omogenei. E’ difficile, se non impossibile, convalidare o annullare una scheda in favore di una lista e usare un diverso trattamento per una scheda identica in favore di una lista concorrente. Ci sarebbero anche rischi penali, che è inverosimile che tutti i componenti del seggio vogliano correre.
La candidata del centrosinistra Francesca Ghirra fa bene a prospettare il riconteggio delle schede, anzi è suo dovere pensarlo, ma non deve illudersi o illudere i suoi sostenitori. Ha ragione, con milletrecento schede nulle e oltre venti contestate, ci vuole prudenza prima di cantar vittoria. Il ballottaggio non è lontano. Ma analoga e forse maggiore prudenza si richiede a chi pensa di ribaltare il risultato delle urne in tribunale.
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GIUSTO PER METTERE I PIEDI DENTRO IL SECCHIO
Aldo Lino su fb.
Dico, non per tentare di fare mestieri per i quali la mia modesta esperienza di vita mi ha già abbondantemente dissuaso, dico, dicevo, che questa idea di fare ricorso per conteggiare nuovamente i voti sia un poco pellegrina. Portiamoci a casa questa quasi vittoria, non rischiamo il ballottaggio, che potrebbe essere una sentenza molto dura e forse definitiva per le scelte fatte, come quella di anticipare lo scioglimento della consiliatura, quando ci sarebbe voluto qualche anno per consolidare i risultati raggiunti, dare corso a tanti programmi promessi (you remember baracca manna?) e provare a gestire alcune scelte non proprio popolari come quella del porta a porta. Due passi indietro per essere in grado di fare un passo avanti. Andare al nuovo conteggio può dare nuove speranze, ma il ballottaggio ho paura che sarebbe impietoso, non si ferma un’onda con qualche litigata su un pugno di schede. Il grande elettore peraltro mi sembra che attraversi acque piene di tempeste, burrasche, tifoni e uragani, che lacerano gigli e altre tenere infiorescenze più o meno stagionali. Dicevo e dico, portiamo prudenza, qualche anno di sana opposizione, anche magari alla Paietta, non fa male. Sperando che nel frattempo Massimo Zedda non consumi tutte le sue energie e la coraggiosa Francesca Ghirra maturi una coscienza politica più profonda. E sperando infine che le liste di appoggio non ripropongano diecimila candidati! Via, il posto è piccolo, ci conosciamo tutti, non è bello essere nella condizione di escludere qualcuno per scegliere uno… E non mi si dica, quasi a consolazione della sconfitta, che Cagliari è una brutta città. Cagliari è una città bellissima quando si vince, ed è ancora più bella quando si perde.
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RICONTEGGI E ALTRO
Antonio Dessì su fb
Segnalo questo articolo tecnico-esperienziale di Andrea Pubusa sulle elezioni comunali a Cagliari, fra la ponderazione del fatto che ottanta voti sono un margine abbastanza esiguo da non poter escludere del tutto la possibilità di un ballottaggio a seguito di verifica e l’invito alla prudenza, perché la concorrenza incrociata di errori potrebbe far sì che un riconteggio non cambi nulla.
Ne approfitto per alcune spigolature, così esauriamo qualche argomento in serata.
Tutto il risentimento verso l’astensionismo ha molto di irrazionale, oltre che poco di politico.
Da un lato andrebbe provato che un minore astensionismo non si ripartirebbe in ogni occasione proporzionalmente fra i contendenti.
Chi può dire davvero come andrebbe?
Dall’altro, piano a dire che l’on. Truzzu in fondo ha vinto con una esigua minoranza di voti (poco più del 25 per cento sul totale degli aventi diritto).
È altrettanto vero quanto è vero che la somma degli astenuti (intorno al 49 per cento degli aventi diritto) e dei votanti per il candidato della destra porterebbe a un 74 per cento degli aventi diritto che avrebbe bocciato nell’ordine tanto l’esperienza di governo cittadino del centrosinistra quanto la proposta di riconfermarla.
Il fatto resta che quel 49 per cento è il convitato di pietra che incombe sull’intera offerta politica, verso la quale ha espresso un rigetto.
Non ce la si può cavare con l’invettiva: è un dato di contestazione radicale da tenere in considerazione.
Chissà comunque cosa dimostrerà l’analisi del voto (e del non voto) per territori e per strati sociali.
Perché anche su questo terreno si dovrebbe rintracciare dove è finito e in che misura si è ripartito il “voto popolare”.
Per dirla alla grezza: il csx venerdì era dato a Cagliari, dai bookmaker più accreditati, sotto di brutto.
Io però ho dall’inizio sospettato che un candidato postfascista non incontrasse troppo appeal nella borghesia cagliaritana.
Dopotutto, per tanti versi, il csx non è che rompesse le scatole a nessuno, in città.
Magari i più abbienti proprietari o detentori di case a Villasimius, Geremeas, Torre delle Stelle, Santa Margherita se ne sono rimasti tranquillamente al mare fino a tarda ora.
I poveri hanno di prammatica votato a destra.
Il csx ha preso i voti di quelli che per ora va bene comunque vada, a San Benedetto e nei quartieri del pubblico impiego e delle professioni.
Quasi metà dei cagliaritani comunque non ha votato.
Anche per questo chissà che storia avrebbe il ballottaggio.
Infine, un piccolo fastidio, almeno dal mio punto di vista: si dirà “in cauda venenum”, o peggio, “eccolo lì, al solito l’aplomb non gli limita qualche stoccata”.
No, non è una stoccata, ma un imbarazzo.
Non mi capacito del tutto che una lista denominata “Donne per…qualcosa” abbia eletto un assessore uscente maschio.
Son certo che lui si dimetterà per far posto a una candidata, ma giratela come volete girarla, la vicenda ha del paradossale e proprio non porta acqua al mulino della politica in chiave femminile, della quale spero si sia capito che invece sono un sostenitore.
Secondo me in effetti è un’altra cosa.
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[Annotazione del 18 giugno 2019. Segnaliamo che Paolo Frau ha annunciato sulla sua pagina fb che si dimetterà nella prima riunione del Consiglio comunale. Gli subentrerà Francesca Mulas.]
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OLTRE LE ELEZIONI
Annotazione di Franco Meloni
Ho criticato la politica di Massimo Zedda, al netto delle molte cose positive che ha fatto ed impostato, soprattutto per le carenze in campo sociale, la sottovalutazione del ruolo del Comune rispetto all’intervento in economia (vedi Fiera, zona franca p.e.), la sua incapacità strutturale di capire e praticare la “democrazia partecipativa”. È stato senza dubbio un errore dimettersi da Sindaco nelle modalità che ha scelto (non so consigliato da chi). Avrebbe potuto scegliere la formula che consentiva il prolungamento della consiliatura per almeno un anno affidata alla vice-Sindaca. In questa e le due precedenti campagne elettorali, mi sono comunque astenuto da qualsiasi critica alla persona, preferendo parlare di contenuti (vedi il documento dell’iniziativa Cattolici e Politica). Ho appoggiato senza riserve Francesca Ghirra, dalla scelta delle primarie in poi, spiegandone i motivi su Aladinpensiero. Ora si tratta di reimpostare un lavoro delle forze democratiche (e della Sinistra all’interno delle stesse) praticandolo sul territorio prima ancora (o intrecciandolo) che nelle Istituzioni. Ben inteso questo lavoro si dovrebbe fare a prescindere dagli esiti elettorali, cioè anche se a Cagliari si fosse vinto. Ci spetta una fase di opposizione. Direi: approfittiamone, saremo in buona compagnia, anche considerato che saremo depurati da una serie di opportunisti che saliranno sul carro dei vincitori. Nella contingenza approvo anche la richiesta della Ghirra perché si proceda a un riconteggio dei voti per verificare la possibile ammissione del ballottaggio. Saluti cari. Franco Meloni
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Co riferimento alla questione del riconteggio, si segnala l’autorevole parere espresso dal prof. Umberto Allegretti, cagliaritano, professore ordinario di diritto pubblico dell’Università di Firenze, il quale ritiene doveroso detto riconteggio.
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[…] Credo sia legittimo che Francesca Ghirra e le liste che la sostengono lo richiedano. Al riguardo il parere più equilibrato e condivisibile rimane quello del prof. Andrea Pubusa, da te citato e linkato. Decidano loro. Invece, secondo me, la contesa all’ultimo voto tra i […]
[…] Credo sia legittimo che Francesca Ghirra e le liste che la sostengono lo richiedano. Al riguardo il parere più equilibrato e condivisibile rimane quello del prof. Andrea Pubusa, da te [Vito] citato e linkato. Decidano loro. Invece, secondo me, la contesa all’ultimo voto […]
[…] Credo sia legittimo che Francesca Ghirra e le liste che la sostengono lo richiedano. Al riguardo il parere più equilibrato e condivisibile rimane quello del prof. Andrea Pubusa, da te [Vito] citato e linkato. Decidano loro. Invece, secondo me, la contesa all’ultimo voto tra […]