Gli OCCHIALI di PIERO
6 maggio…
GIULIO ANDREOTTI
Scompare oggi un genio della destra politica.
Incredibile a dirsi, ci lascia in mani peggiori delle sue.
QUALCOSA NON CONVINCE
Ogni volta che muore, magari di vecchiaia nel suo letto, un qualunque oscuro dipendente della Rai ce ne danno accorata notizia e condoglianze alla famiglia.
Oggi si butta dal sesto piano della Rai il vicedirettore del TGR-Rai, Paolo Petruccioli, fratello di quel Claudio già Presidente della Rai per quattro lunghi anni (lunghi perchè ci si trattenne per ancora due anni dopo essere stato sfiduciato), e c’è un silenzio che non si spiega neppure con l’ombra lunga della morte (serena) di Andreotti, che copre tutte le notizie. Forse mi sono sfuggiti gli innumerevoli servizi sulla clamorosa tragica fine di quest’uomo, di successo, ancora giovane, senza un problema economico, senza drammi familiari o sentimentali (almeno che si conoscano), ma se invece tanta informazione non c’è stata non è lecito domandare come mai?
DIVENTARE UN PARTITO ?
Non è difficile.
Potrebbe diventare anche due partiti,
almeno uno sarà di sinistra.
Magari tre partiti,
almeno uno sarà sardo di sinistra.
6 maggio 1962
Il sardo Antonio Segni è eletto Presidente della Repubblica Italiana.
Nato a Sassari il 2 febbraio 1891, democristiano di destra, era stato già due volte Presidente del Consiglio (la seonda volta di un monocolore sostenuto dai missini), deve la sua elezione ad Aldo Moro che si opponeva alla rielezione di Gronchi (che era, se possibile, ancora più a destra).
Il 10 maggio 1964 il generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo presenta a Segni il Piano “Solo”, progetto di golpe con l’arresto di 731 politici e sindacalisti di sinistra, il presidio della Rai-TV, l’occupazione dei giornali di sinistra e la repressione da parte dei carabinieri di eventuali manifestazioni di protesta.
Alla manifestazione del 2 giugno 1964 Segni si commuove alla vista della brigata meccanizzata dei carabinieri. il 25 giugno entra in crisi il governo Moro. Il 3 luglio Segni fa pressioni su Nenni perchè ritiri i socialisti dalla maggioranza di governo.
Il 15 luglio Segni riceve al Quirinale Aldo Rossi, Capo di Stato maggiore della Difesa, e il generale De Lorenzo, affida a quest’ultimo un messaggio (rimasto segreto) da recapitare alla riunione dei maggiorenti DC.
Il 7 agosto, durante un agitato colloquio (il contenuto non fu reso noto) con Saragat e Moro, Segni ha un malore: trombosi celebrale. Il 6 dicembre ’64 Segni si dimette.
La più breve Presidenza della storia italiana dopo quella di Enrico De Nicola.
Segni muore a Roma il 1 dicembre 1972.
Gionalista e scrittore, due lauree, una a Sassari in giurisprudenza, l’altra a Catania in Lettere con Luigi Capuana. Collabora con La Nuova Sardegna e altri giornali.
Opere: Agnireddu e Rosina, Sassari veccia e noba.
Morì a Sassari il 21 giugno 1966.
Sassari gli ha dedicato la Piazza Salvator Ruju, vi si trova il suo ritratto in bronzo.
A Samassi, ore 17.
Ponte tra la cultura indiana e quella occidentale.
Studio in Inghilterra e conoscendo perfettament el’inglese tradusse le sue opere in quella lingua. Tradusse anche il cognome Takhur.
Una sua canzone è l’inno nazionale del Bangladesh.
Morì a Santiniketan il 7 agosto 1941.
Se il giorno è finito/ se gli uccelli non cantano più/ se il vento ormai stanco è cessato
stendi su di me/ il velo dell’oscurità più fitta/ come hai avvolto la terra
nella coltre del sonno/ e al tramonto teneramente hai chiuso i petali
dei fiori appasiti del loto.
Prima che il suo viaggio finisca/ libera dalla vergogna e dalla povertà
il viandante che ha la bisaccia vuota/ le vesti lacere e polverose
e ogni energia esaurita.
[…] MEGGHIU SORU! ———— . ANNIVERSARI. Un anno fa moriva Giulio Andreotti. Su Aladin Pensiero del 6 Maggio 2013 potete leggere che cosa ho scritto anche su: Gastone Leroux, Salvator Ruju, Rabindranath Tagore, […]