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Newsletter n. 148
DIMMI COME ACCOGLI I MIGRANTI E TI DIRÒ CHI SEI
Care amiche ed amici, [segue]

oggi vogliamo attirare la vostra attenzione su un discorso rivolto da papa Francesco alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali presieduta dal prof. Zamagni, discorso che potrebbe sembrare di routine nella vastità del suo magistero, e che invece offre una sintesi essenziale delle risposte da dare alla globalizzazione, che va moltiplicando i rischi di un dissesto epocale e procede tra spinte a rivendicazioni eccessive di sovranità e pretese di gruppi dominanti volte ad asservire gli Stati. Ciò che va salvaguardato è l’unità nella diversità contrastando e respingendo una globalizzazione “sferica” per attuare invece una globalizzazione “poliedrica” che salvi le conquiste fin qui raggiunte del multilateralismo. Nel discorso viene ribadita senza alcuna concessione alle politiche di egoismo e di chiusura il dovere dell’accoglienza, della protezione e dell’integrazione dei migranti, che rappresentano un fenomeno strutturale e irreversibile di questo tempo ma che interpretano anche una costante della storia dell’umanità, la quale oggi storicamente altro non è che il punto di arrivo di ininterrotti esodi e flussi migratori avvenuti nei secoli, mentre sulla risposta alla questione dei migranti viene misurata la salute etica dei popoli e degli Stati: dimmi come accogli l’immigrante e ti dirò chi sei.
È anche assai interessante l’analogia che per la prima volta viene avanzata fra il processo di unificazione dei popoli europei nel dopoguerra e il progetto bolivariano della “grande Patria” con cui si sono avviati i processi di integrazione dei popoli dell’America Latina, a prova del fatto che la tendenza verso la cooperazione e il reciproco aiuto, se non bloccata dai nazionalismi e dai razzismi, è comune a tutti i popoli, è ricercata come necessaria al perseguimento del bene comune ed è l’unica strada per conseguire la pace.

Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it

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