Verso le Elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale di Cagliari

Cagliari oggi 8 mar 16lampada aladin micromicroAladinews si impegna per la massima diffusione di un DIBATTITO indispensabile per la città capoluogo e per la Sardegna.
Riprendiamo dal suo sito un intervento di Vito Biolchini che propone dieci domande su cui raccogliere le riflessioni di chiunque abbia qualcosa da dire sia per fare un bilancio dell’amministrazione uscente sia per prospettare un possibile futuro per la gestione della città.
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2011-2019, Zedda sindaco di Cagliari: dieci domande per fare un bilancio e aprire il dibattito
di Vito Biolchini
14/03/2019 alle 20:55 su vitobiolchini.it
A Cagliari l’era Zedda è finita. Sindaco per otto anni, dal 2011 al 2019. Il primo di sinistra a guida di una amministrazione di centrosinistra: un caso mai avvenuto, praticamente la prima volta dal secondo dopoguerra.
Un’elezione giustamente ritenuta storica, dunque. Ma lo è altrettanto l’eredità di questa non breve stagione di governo? E’ confrontabile ad esempio con quella lasciata da due memorabili sindaci cagliaritani Ottone Bacaredda e Luigi Crespellani? Pure quest’ultimo lasciò il Comune per la Regione, diventandone Presidente.
La sinistra non brilla da tempo per capacità di analisi, tanto meno in Sardegna (dove ancora stiamo aspettando una lettura, una qualunque, della sconfitta di Renato Soru nel 2009).
Stavolta dovrebbe essere diverso e, se vogliamo, più facile. Perché non c’è nessuna sconfitta da elaborare (Zedda si è dimesso e sceglie di andare in Consiglio regionale come consigliere di minoranza) e perché l’ormai ex sindaco di Cagliari è circondato da una generale e benevola considerazione, da una stampa locale e nazionale mai critica, benché ciò non gli abbia evitato la brutale sconfitta delle ultime elezioni regionali (110 mila voti di distanza dal vincitore Solinas; cinque anni fa Pigliaru prevalse su Cappellacci per 17mila voti, dieci anni fa Cappellacci batté Soru per 87 mila voti, quindici anni fa Soru batté Pili per 93 mila voti).
Ora comunque nessuno deve fare più i conti con il consenso, ogni considerazione è scevra da strumentalità politica. Una fase si è chiusa ed è consegnata alla storia di questa città. Facciamo dunque uno sforzo di astrazione e proviamo ad aiutare chi, fra qualche decennio, proverà a capire in che modo una amministrazione di sinistra ha cambiato Cagliari tra il 2011 e il 2018.
La questione è semplice: la città che Zedda lascia è migliore di quella che ha trovato nel 2011? E se sì, perché?
Domanda suggestiva ma, se posta in questi termini, profondamente fuorviante. Bisognerebbe infatti che il giudizio fosse ancorato a degli elementi oggettivi, o quanto meno articolato per ambiti, e soprattutto riferito al criterio di continuità-discontinuità rispetto a quanto fatto in precedenza dalla destra.
E allora cerchiamo di individuare dieci questioni cruciali sulle quali era atteso un significativo cambio di rotta dopo i 17 anni di amministrazione Delogu–Floris. La mia è chiaramente una articolazione soggettiva di temi, ognuno può fare altre scelte. Ma io penso che sia necessario condividere il metodo.
[segue]
Periferie – Il primo tema da sempre caro alla sinistra è quello delle periferie. In che modo è significativamente cambiata la vita di chi oggi vive a Sant’Elia, a Is Mirrionis o a Santa Teresa a Pirri? Quali progetti in otto anni sono stati portati a compimento e quali risultati hanno ottenuto? Banalmente, il tasso di dispersione scolastica e il consumo di cultura nei quartieri in questione è aumentato o è diminuito? E il tasso di criminalità relativo allo spaccio di stupefacenti?

Servizi sociali – Oggi a Cagliari ci sono più o meno poveri rispetto al 2011? Quali strumenti innovativi sono stati messi in campo dal Comune per combattere il disagio e le disuguaglianze?

Organizzazione culturale e beni culturali – Sono cresciute le imprese culturali in città e in che modo? L’amministrazione ha favorito la loro attività grazie a politiche di settore innovative? La città beneficia di progetti a finanziamento europeo, nazionale, regionale, attivati dalle giunte Zedda? Quale l’eredita della candidatura di Cagliari a Capitale europea della Cultura? Tuvixeddu, Anfiteatro romano, le altre aree archeologiche di cui la città è ricca, lo straordinario patrimonio architettonico, i tanti musei pubblici, compresi quelli universitari, fanno o no parte di una rete strutturata e sono fruibili normalmente da residenti e turisti? In che misura e percentuale rispetto al passato?

Migranti – Quali strumenti sono in essere per rendere Cagliari città dell’accoglienza e multiculturale? È stato istituito uno Sprar? La consulta dei migranti ha ottenuto significativi risultati? Quanti frequentano le scuole cittadine e/o attività formative?

Pianificazione territoriale – Dopo otto anni a che punto è l’iter per adeguare il Puc al Ppr? E quello del Piano Particolareggiato del Centro storico? E’ stato attivato il Piano del Traffico? E quello del Commercio? Se sì quali strategia e visione sono state adottate per redigerli? Esiste un Piano Strategico cittadino elaborato da Zedda?

Partecipazione – Così come era stato promesso in campagna elettorale, in che modo i cittadini hanno potuto partecipare alle scelte dell’amministrazione? Le associazioni di volontariato e di impegno civile e culturale sono state ascoltate e coinvolte? Ma più in generale, in che modo l’amministrazione di sinistra ha dato ruolo ad una nuova classe dirigente, diversa da quella protagonista negli anni della destra?

Centro storico – Come si vive oggi nel centro storico cittadino? E’ aumentato o diminuito il numero degli abitanti e i servizi ai cittadini e alle cittadine? Sono migliorati o peggiorati rispetto ad otto anni fa? È stata attivato lo Studentato diffuso nel centro storico, spesso annunciato? E’ andato in porto qualcuno dei progetti concreti per le cosiddette “fabbriche urbane” (Ospedale San Giovanni di Dio, l’ex Carcere di Buoncammino, Clinica Macciotta, ecc. ecc.) di cui tanto si è favoleggiato in questi otto anni?

Città produttiva – Cagliari è una città di servizi che ha visto chiudere negli anni 90 alcune importanti imprese manifatturiere. Posto che non tutte le competenze sono dell’amministrazione comunale, questa si è fatta comunque carico di stimolare la crescita nell’ambito del commercio, degli scambi portuali o nel settore delle nuove tecnologie? Quali iniziative sono state adottate a riguardo?

Turismo – Quale è il modello che la giunta Zedda lascia alla città? Che risultati sono stati raggiunti in termini di presenze e in termini di offerta complessiva, tenuto conto anche di alcuni attrattori come la Festa di Sant’Efisio o la Settimana Santa o il Patrimonio culturale, per qualità e quantità tra i più cospicui dell’isola?

Ambiente – Sono accertabili significative differenze tra le politiche portate avanti dall’amministrazione di centrosinistra e le precedenti di centrodestra? La città ambientale ovvero il Parco di Molentargius, la Laguna di Santa Gilla, i parchi della città sono gestiti in maniera diversa? E il Poetto?

Dieci questioni, Dieci domande, Dieci temi che attendono risposte perché la comunità cagliaritana provi a fare un bilancio e cerchi di capire al di là delle “narrazioni” e degli slogan dei tifosi e dei detrattori quale città Zedda e il centrosinistra lasciano alla prossima amministrazione. È importante perché se la sinistra vuole invertire la rotta delle sconfitte subite nelle politiche e nelle regionali, deve “parlare la verità” su quanto è accaduto a Cagliari.

Il dibattito è aperto.
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