Pastori sardi

qs-sciola-duesedia di VannitolaChi ha interesse a criminalizzare il movimento dei pastori?
Come era largamente prevedibile, finita la campagna elettorale, finite le promesse mirabolanti, dimenticato l’impegno che mai un manganello si sarebbe levato contro i pastori, comincia la repressione e la criminalizzazione. Dopo centinaia di blocchi stradali – peraltro pacifici e tollerati dagli automobilisti che esprimevano solidarietà ai pastori – qualcuno si ricorda che il blocco stradale è un reato (decreto Salvini) e denuncia un primo gruppo di pastori in lotta proprio alla vigilia del voto e per far capire che un eventuale blocco dei seggi non sarebbe stato tollerato. Poi l’assalto degli incappucciati armati alla cisterna del latte, stanotte un altro assalto a una cisterna con incendio del mezzo, mai accaduto prima. Proprio alla vigilia dell’ennesimo tavolo di trattative a Sassari sotto la presidenza del Prefetto. I pastori, nella loro protesta, hanno sempre agito alla luce del sole, senza armi e col volto scoperto. Chi compie queste azioni sono altri attori. Qualche balordo esaltato forse, oppure qualcuno che opera coscientemente per screditare il movimento agli occhi dei sardi, per ridurne il vasto consenso del quale la lotta dei pastori gode. Dopo di che, una volta separati i pastori buoni da quelli cattivi, si potrà dare il via libera a una dura repressione del movimento. La strategia della tensione, gli agenti provocatori infiltrati nei movimenti non sono una novità in Italia. Lo stesso ministro Salvini si affretta a precisare che i pastori non compiono di questi gesti e che chi li ha commessi sarà individuato e punito. Ce lo dica Lei, signor Ministro degli Interni chi sono questi provocatori, chi li organizza e chi li manda, magari Lei è più informato di noi.

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