Oggi venerdì 8 febbraio 2019
——–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti———————
Sinistri di tutte l bandiere! Che ne dite del reddito di cittadinanza, TAV e Venezuela? Va bene o ci vuole benaltro?
8 Febbraio 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
Compagni di tante battaglie, cosa pensate del reddito di cittadinanza, del Tav e del Venezuela? Che ne dite della posizione del M5S? Questioni calde, sul tappeto, dirimenti, non quisquiglie. Qui si decide non tutto, ma molto dello sviluppo della politica nazionale. Compagni! Sono stupefatto. Mi aspettavo una posizione di questo genere: d’accordo sul reddito di cittadinanza, […]
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Regionali. I movimenti si smarcano: Caminera Noa non appoggia alcuna lista
8 Febbraio 2019
Red su Democraziaoggi.
C’è una evidente difficoltà dei movimenti a schierarsi in vista delle elezioni regionali del 24 febbraio prossimo. Ne è testimone Caminera Noa, che, con la nota che segue, dichiara di non appoggiare alcuna lista, ma di lasciare libertà di voto a singoli candidati delle liste alternative a quello che chiama “tripolarismo italiano”. La particolarità e il […]
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SEMUS TOTUS PASTORES
di Francesco Casula.
Perché difendo i Pastori?
Perché, incondizionatamente sono a fianco dei pastori e della loro sacrosanta lotta?
Per motivi certamente affettivi: Perché era pastore mio padre (e i miei parenti) e so quanto era dura la sua vita.
Ma anche – per non dire soprattutto – perché sena pastores e sena pastoriu, si-che morit sa Sardigna intrea. [segue]
Senza la pastorizia la Sardegna si ridurrebbe a forma di ciambella: con uno smisurato centro abbandonato, spopolato e desertificato: senza più uno stelo d’erba. Con le comunità di paese, spogliate di tutto, in morienza. Di contro, con le coste sovrappopolate e ancor più inquinate e devastate dal cemento e dal traffico. Con i sardi ridotti a lavapiatti e camerieri. Con i giovani senza avvenire e senza progetti. Senza più un orizzonte né un destino comune. Senza sapere dove andare né chi siamo. Girando in un tondo senza un centro: come pecore matte.
Una Sardegna ancor più colonizzata e dipendente. Una Sardegna degli speculatori, dei predoni e degli avventurieri economici e finanziari di mezzo mondo, di ogni risma e zenia. Buona solo per ricchi e annoiati vacanzieri, da dilettare e divertire con qualche ballo sardo e bimborimbò da parte di qualche “riserva indiana”, peraltro in via di sparizione.
Si ridurrebbe a un territorio anonimo: senza storia e senza radici, senza cultura, e senza lingua. Disincarnata e sradicata. Ancor più globalizzata e omologata. Senza identità. Senza popolo. Senza più alcun codice genetico e dunque organismi geneticamente modificati (OGM). Ovvero con individui apolidi. Cloroformizzati e conformisti.
Una Sardegna uniforme. In cui a prevalere sarebbe l’odiosa, omogenea unicità mondiale: come l’aveva chiamata David Herbert Lawrence in Mare e Sardegna.
Si avvererebbe la profezia annunciata da Eliseo Spiga, che nel suo potente e suggestivo romanzo Capezzoli di pietra scrive: “Ormai il mondo era uno. Il mondo degli incubi di Caligola. Un’idea. Una legge. Una lingua. Un’eresia abrasa. Un’umanità indistinta. Una coscienza frollata. Un nuragico bruciato. Un barbaricino atrofizzato. Un’atmosfera lattea. Una natura atterrita. Un paesaggio spianato. Una luce fredda. Villaggi campagne altipiani livellati ai miti e agli umori di cosmopolis”.
Sarebbe un etnocidio: una sciagura e una disfatta etno-culturale e civile,prima ancora che economica e sociale.
Apocalittico e catastrofista? Vorrei sperarlo.
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