Oggi mercoledì 30 gennaio 2019
——–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti———————
Regionali. C’è un voto “utile” fuori dei grandi schieramenti
30 Gennaio 2019
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
A campagna elettorale iniziata per l’elezione del nuovo Presidente della Regione e per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna vorrei richiamare le discriminanti di principio alle quali riterrò coerente attenermi e che ho già in precedenza puntualizzato.
La prima è che non voterò candidati presidenziali (e conseguentemente nemmeno gli schieramenti […]
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Credete ai sondaggi? Se sì, ecco le previsioni attuali: Solinas primo, Zedda secondo, M5S terzo, gli altri fuori. Ma la situazione è in movimento
29 Gennaio 2019
Red su Democraziaoggi.
Sondaggio Swg per La Nuova Sardegna.
Ai sondaggi non crede è più nessuno o quasi. Dopo il precedente Trump/Clinton, la Brexit e altri casi eclatanti nessuno li prende sul serio. Comunque il sondaggio SWG, commissionato dalla Nuova Sardegna, dà un vantaggio a Christian Solinas, candidato governatore del centrodestra, tra il 33 e il 37%, seguito […]
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T. D.
30 Gennaio 2019 – 12:18
Concordo sulla lettura del sondaggio.
Anch’io credo che alle liste di minoranza non possa ad oggi considerarsi precluso il superamento della soglia-ghigliottina del cinque per cento.
Più di un quarto degli elettori del campione si è dichiarato indeciso.
Molto potrebbe dipendere anche da quanti potrebbero decidere di non astenersi: si tratta di un’area pari a metà dell’elettorato reale.
È un percorso in salita, ma c’è ancora poco meno di un mese dalla scadenza e anche per le liste a sinistra del csx qualche chance di ottenere una rappresentanza resta nelle possibilità concrete (certo che se fosse andato in porto il tentativo unitario fra queste aree sarebbe stato assai meglio).
Purché si esca da una certa routine nella quale mi pare ancora sia impantanata l’intera campagna elettorale.
E purché -programmi cartacei a parte- chi intenda battersi con decisione tiri fuori un nucleo efficace di temi.
Alla lista dell’autodeterminazione suggerirei di puntare con maggior energia sul tema della soggettività della Sardegna da rinforzare e rilanciare, tanto più che destra e sardisti, come in buona misura anche il csx, sembrano del tutto ignorare o sottovalutare le conseguenze del favore accordato dal Governo alle proposte di concessione di maggiori poteri e risorse al Veneto, alla Lombardia e all’Emilia Romagna e nulla dicono sulle prospettive della nostra specialità.
A quella con i simboli comunisti non solo raccomando la stessa cosa, ma ancora una volta rivolgo la sollecitazione critica a non continuare a sottrarsi dallo scontro sui temi dell’immigrazione, che non è affatto un tema estraneo a questa campagna elettorale.
RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE !
Posted on 29 Gen 2019 di Pierluigi Marotto (pagina fb)
https://pierluigimarotto.wordpress.com/page/2/
“Resistere, resistere, resistere…”. Era il 12 gennaio 2002, a Milano, quando Francesco Saverio Borrelli tenne il suo ultimo discorso inaugurale dell’anno giudiziario, nelle vesti (toga nera in segno di lutto) di procuratore della Repubblica di Milano. Resistere come sulla linea del Piave. Fu allora che i rappresentanti del governo (ministro della Giustizia l’ingegnere Roberto Castelli, della Lega Nord Padania, lasciarono l’aula del Palazzo di Giustizia, sdegnati. Quanto al presidente del Consiglio dell’epoca era un signore che aveva innumerevoli conti aperti con la Giustizia.
Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia a destra come a sinistra, per farla breve siamo passati da Berlusconi a Renzi per arrivare a Conte e ai suoi due vice bimbominchia.
Se anche considerassimo che, chi ha votato alle politiche per CSX, CDX, M5S, probabilmente l’ha fatto per ragioni in qualche modo contro qualcuno o qualcosa, di certo non era immaginabile, pur nella profonda crisi del sistema dei partiti e della rappresentanza attuale, che un contratto di governo tra due forze di cui una i grillini abbastanza eterogenea, l’altra ben definita a destra la Lega, dovessero essere condannate a governare assieme. Il sovrano aveva dato alcune possibili soluzioni e ciascuno tra dei protagonisti che siedono nell’attuale Parlamento. Ogni partito ha fatto le proprie scelte, sarà come sempre il tempo, galantuomo in politica e non solo, a dire chi abbia avuto torto o ragione nel favorire la nascita del governo giallo verde.
Ma il punto oggi è un altro e cioè: la qualità delle risposte del Governo sono all’altezza degli impegni assunti nella campagna elettorale dalle due forze, e la scelta della compagine ministeriale nel suo complesso ha rispettato quei criteri elementari di competenza, senso delle istituzioni che sono previsti e non solo dal buonsenso, per il governo di Stati democratici e occidentali fondati nella tripartizione dei poteri sui checks and balance tipici delle democrazie moderne? Ad oltre 200 giorni dall’insediamento del cosiddetto governo del cambiamento, esiste già una lunga serie di atti che compongono una ragionevole lista nera del peggior trasformismo, inconcludente e incapace e per certi versi arrogante, tutte negatività verso le quali non si può essere attendisti o indulgenti perchè significherebbe a questo punto essere correi.
Del M5S le retromarce verso gli impegni assunti, spesso pasticciate, hanno riguardato i temi dell’Energia (TAP, TRIVELLAZIONI), quelli della Difesa (F.35, Servitù militari, NATO), quelli dell’Ambiente (ILVA, Condoni), quelli dei diritti civili dallo (IUS SOLI) allo sprezzante giocare con le vite umane degli immigrati tenuti in balia del mare e cosa parimenti spregevole il messaggio negativo che si trasmette alle giovani generazioni. Una crudeltà premeditata spesso figlia dell’inazione e del silenzio, con il quale si è alimentata la rabbia e il razzismo predicati dal gemello leghista che a ben vedere non ha sacrificato molto della sua impostazione elettorale.
L’assenza di una qualsivoglia credibile opposizione sociale, politica e istituzionale concorre, al pari a rendere la situazione nauseante e fuori controllo.
Da Sardo che ama il proprio popolo e la sua naturale vocazione all’autogoverno cosa dire dei pentastellati e della loro vocazione all’autolesionismo e al pressapochismo con la quale hanno selezionato e scelto, la classe dirigente per il governo della Regione, cosa per altro in questa fase e a ragion veduta utile per non perseverare. Oggi abbiamo almeno qui l’opportunità di non farci male da soli e di mandare un segnale forte e inequivocabile di licenziamento dell’esercito di incapaci e inconcludenti quaraquà, per giunta nuovi di fuori e vecchi di dentro e non certo per dare fiducia ai due blocchi nazionali di centrodestra e di centrosinistra. Se la destra italiana e sarda vuole governare e sarà legittimata dal voto, lo faccia secondo le regole della Costituzione e dello Statuto sardo. I grillini tornino nel nulla dal quale sono venuti come la metafora della vita insegna, è stato cosi per Berlusconi e per Renzi del resto. Non si può passare dal sostegno e l’apprezzamento di e per Dario Fò e Stefano Rodotà, e finire nel tenere in carica il Guardasigilli e nominare Lino Banfi negli organismi internazionali. Avete fatto un bel giro in giostra adesso scendete lo spettacolo è finito. Le forze identitarie e che si richiamano al principio di Autodeterminazione anch’esse non esenti sia sul piano tattico che strategico da errori e ritardi intensifichino il loro radicamento e il rapporto con gli elettori e le elettrici proprio perchè si abbia la possibilità di essere rappresentati nel Parlamento sardo. Resistere, resistere, resistere per mantenere viva la prospettiva politica e culturale dell’Autodeterminazione del popolo sardo.