Rischio Troika
I pantaloni del presidente
di Raffaele Deidda
A Santo Domingo raccontano un curioso aneddoto che potrebbe, dicono, essere reale. Il protagonista è una persona che molti politici, politologhi, sociologhi e adulatori vari hanno definito “Padre della Democrazia Dominicana”. Si tratta di Joaquín Balaguer, per decenni presidente della Repubblica Dominicana, noto per il potere dispotico esercitato, per il lusso sfrenato della sua “corte” e per le controverse elezioni da cui usciva sempre vincitore.
Durante gli ultimi anni di vita Balaguer era solito farsi praticare ogni mattina dei massaggi ai piedi per migliorare la circolazione che gli creava seri problemi di deambulazione. Un giorno era attesa la visita di una commissione del Fondo Monetario Internazionale che avrebbe dovuto chiedere conto al presidente dominicano delle risorse concessegli, a fronte di garanzie date, per affrontare le difficoltà della bilancia dei pagamenti. Balaguer aveva incaricato il suo uomo di fiducia di avvisarlo prima dell’arrivo dei commissari del FMI perché potesse smettere per tempo il massaggio e prepararsi a riceverli. Fra l’altro la massaggiatrice, per poter meglio operare sui piedi, aveva sollevato i pantaloni di Balaguer fino alle ginocchia. [segue]
Invece l’assistente entrò tutto trafelato nella stanza del massaggio. Non gli era stato reso noto l’orario di arrivo dei commissari FMI e quelli erano già lì, che chiedevano di Balaguer. Vedendolo con i pantaloni sollevati l’uomo disse: “Presidente, si abbassi i pantaloni che sono arrivati i commissari del FMI!” Balaguer rispose: “Azzzz…ma è così grande il nostro debito?”
Ironia per l’aneddoto dominicano a parte, in Italia c’è da sentirsi sollevati per la decisione assunta dal Governo Lega – M5s di riscrivere a fine anno 2018, fra mille polemiche, la manovra di bilancio bocciata dalla Commissione Europea. Altrimenti la procedura di infrazione avrebbe provocato preoccupanti effetti negativi nei confronti della nostra economia, dello Spread e della Borsa, non ammettendo la Commissione l’utilizzo del deficit per finanziare il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero.
Con il rischio che potesse arrivare la “Troika”. Cioè quella “terzina” costituita dalla Commissione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale (si, anche in Italia, non solo nei Caraibi) il cui compito fondamentale è quello di stilare e far applicare piani di salvataggio nei Paesi della zona euro in forte difficoltà per il debito pubblico ed evitare così il loro default.
Trattandosi di piani di salvataggio ad alto tasso di austerity si sarebbe trattato, ancora, di manovre “lacrime e sangue” e gli italiani avrebbero rischiato di fare la fine della Grecia vedendosi arrivare in casa i severissimi commissari della Troika decisi a far quadrare i conti del paese.
Tutto bene, quindi, come da ottimistici proclami delle forze di governo affidati ai social network (“II 2019 si prospetta un anno ricco di sfide e di grandi risultati per l’Italia e gli italiani”)? Oppure, come alcuni osservatori economici paventano, il 2019 sarà un anno drammatico per l’economia? Dopo le elezioni europee verrà al pettine il nodo del Bilancio 2018 con le cifre instabili, e forse improbabili, della manovra. Non è scongiurato il rientro nella recessione, impatterà negativamente sull’economia del paese l’aumento dell’Iva e la spesa per interessi.
In questa tragica eventualità, che fare? Innanzitutto consigliare al presidente del Consiglio Conte, che sostiene che “Il nostro Governo funziona perché è una amalgama perfetta (sic..) di giallo e verde” di farsi trovare dai perfidi commissari della Ue, ed eventualmente di tutta la troika, con i pantaloni ben allacciati.
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