Che succede?

Riflessioni necessarie.
di Tonino Dessì su fb.
il-pensatore-paLo so (ne ho preso atto persino in un rapido scambio di battute con mio fratello a tavola, qualche ora fa), che la protesta delle opposizioni e in particolare del PD per lo strangolamento del confronto parlamentare sulla manovra di bilancio non riscuote particolare popolarità.
Quello che stanno subendo le opposizioni in queste ore da molti è considerato il giusto fio da pagare e pagato per analoghi (non uguali, tuttavia) comportamenti di precedenti governi e delle loro maggioranze.
Da altri è visto come una nemesi salutare nei confronti di chi, col binomio della revisione costituzionale e della legge elettorale ipermaggioritaria sepolte dal voto popolare del dicembre 2016, aveva prefigurato l’istituzionalizzazione di una inesorabile blindatura della predominanza del potere esecutivo sulla sede della funzione rappresentativa e legislativa.
Eppure questo ragionamento ritorsivo non mi pare corretto sotto nessun profilo.
Già non lo è politicamente.
Le due forze politiche oggi al governo del Paese avevano condotto entrambe una campagna referendaria di tenore opposto al loro comportamento odierno e “cambiamento” non è affatto sinonimo del fare peggio le stesse cose che già facevano i predecessori.
Ma non lo è proprio sotto il profilo democratico e del controllo popolare. [segue]
Se ci si pensa bene, noi non sappiamo neppure quali proposte alternative o correttive, condivisibili o meno, le minoranze parlamentari abbiano avanzato.
E questo non già perché si possa dire che non ne abbiano, ma perché è stato loro impedito di argomentarle e di farle discutere.
Il “Parlamento” nasce come luogo dove appunto si parla, nel senso che ci si parla e che da quei banchi si parla al Paese.
Quando così non è, si sta facendo un salto fuori dal sistema democratico parlamentare.
E fuori dalla Costituzione.
Non so se il ricorso per conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato, presentato alla Corte Costituzionale dai Gruppi parlamentari del PD contro il Governo per violazione dell’articolo 72 della Costituzione (che prescrive la discussione dei progetti di legge articolo per articolo), sia fondato.
La Camera e il Senato sono poteri dello Stato, mentre i singoli Gruppi parlamentari non sono mai stati considerati tali dalla dottrina giuridica.
Però una torsione antidemocratica in quanto è avvenuto e sta avvenendo c’è, è grave ed è inquietante.
E il fatto che la protesta esterna si sia ridotta alle poche decine di persone chiamate e raccolte a manifestare di fronte a Montecitorio dal PD non fa che aumentare l’inquietudine.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>