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logo76Newsletter n. 113 del 2 ottobre 2018
Iene
Care Amiche e Amici,
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che cos’altro ci vuole per capire che cosa ci viene proposto di essere e quanto strenua deve essere la lotta per non diventarlo? Vogliono che introduciamo nel nostro Codice penale ciò che nemmeno il Codice Rocco buonanima sopporterebbe, e cioè il reato di “integralismo islamico”. Reato non solo d’opinione, vietatissimo ed esorcizzato nella nostra Costituzione, ma reato di esagerata fede religiosa, fattispecie giuridica di straordinaria modernità, quale neanche l’Unione Sovietica riuscì ad inventare istituendo il reato di mancato ateismo.
L’introduzione del reato di integralismo islamico è stata illustrata dalla signora Santanchè in TV, non in una trasmissione delle Iene, ma in una compassata puntata di “Otto e mezzo” della Gruber. Si tratta di una proposta dei “Fratelli d’Italia” (pezzetto giustamente minoritario della destra, giustamente all’opposizione) per combattere l’immigrazione e risolvere il problema della delinquenza straniera in Italia. La motivazione di questo reato, secondo i proponenti che siedono in Parlamento, è quella comune a tutta la destra: “prima gli italiani”. In questo caso, secondo la signora Santanchè non si tratterebbe di dire “prima i delinquenti italiani”, ma “solo i delinquenti italiani, ne abbiamo anche troppi!”, intendendosi che i migranti e i naufraghi che arrivano devono essere respinti in quanto delinquenti, o almeno in quanto delinquenti islamici. In tal caso l’art. 10 della Costituzione dovrebbe essere modificato così: “Lo straniero (fatta eccezione degli integralisti islamici), cui sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Dello straniero che fugge dalla fame, dalla miseria e dalla guerra, ateo o credente esagerato o moderato che sia, non se ne parla nemmeno”.
A suffragare questa svolta di civiltà a cui siamo invitati la senatrice passata a “Fratelli d’Italia” ha citato e richiamato in vita un cardinale ricordato da pochi, il cardinale Biffi che fu successore di Lercaro a Bologna. Disse il cardinale Biffi, anche lui non in una trasmissione delle Iene, che l’Italia doveva aprirsi a un’immigrazione selezionata. Cardinali che scandalizzano i piccoli in una Chiesa matrigna, possono essere non solo i pedofili alla Mc Carrik, grazie a Francesco ormai privato della porpora. Dunque secondo Biffi e questo filone di pensiero l’immigrazione dovrebbe essere selettiva. “Selezionata” da chi? Gli imprenditori e i caporali selezionerebbero quelli di buona statura e dalla muscolatura adeguata, come nel romanzo di Salvatore Maira, “Centomila muli”, gli ufficiali ellenici selezionavano a Messina i muli più robusti da mandare per mare in Grecia, come riparazioni di guerra che l’Italia doveva pagare per la sua aggressione. Gli integralisti cattolici o “atei credenti” desiderosi di restaurare il regime di cristianità, selezionerebbero solo i cattolici o al massimo, per allargare il bacino dell’utenza, solo i cristiani di qualunque confessione.
In tal caso non ci sarebbe più né Costituzione né civiltà. per non parlare della libertà religiosa.
La proposta qui riferita si può ascoltare al link http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/pi%C3%B9-immigrati-pi%C3%B9-crimini-29-09-2018-251413
Un’intervista data da papa Francesco il 9 maggio al Sole 24 ore, quotidiano della Confindustria, si può leggere invece a questo link https://www.c3dem.it/wp-content/uploads/2018/09/lavoro-e-genio-creativo-per-un-nuovo-ordine-economico-int-papa-francesco-sole-g.-gentili.pdf
In essa il papa, d’accordo con i suoi predecessori, ha osato dirgli che il consenso delle parti, anche nei rapporti di lavoro, non basta a garantire la giustizia del contratto se esse versano in una condizione di eccessiva diseguaglianza e che un’economia di scambio non può poggiare esclusivamente sulla legge della libera concorrenza, quando le condizioni siano divenute troppo diseguali da Paese a Paese e i prezzi che si formano “liberamente” sul mercato possono condurre a risultati iniqui. Un’intervista che – chiosa papa Francesco – “è una mia piccola enciclica”.
In “dicono i fatti” pubblichiamo un articolo di Elisabetta Grande che descrive i guasti che il capitalismo selvaggio sta arrecando all’identità stessa dell’America.
Infine in “dicono la loro” una nota di Enrico Peyretti dopo la recente manifestazione del PD..

Con i più cordiali saluti
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it

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