Documentazione su Reddito di Cittadinanza, Reddito di Inclusione sociale e dintorni…
Reddito di cittadinanza [*]: a chi spetta? I requisiti
Diritto e Fisco Pubblicato il 26 settembre 2018 sul sito La legge per tutti: https://www.laleggepertutti.it/240793_reddito-di-cittadinanza-a-chi-spetta-i-requisiti
Condizioni per ottenere l’assegno di 780 euro mensili a persona: anche pensionati e percettori di redditi bassi ne avranno diritto.
Si delinea, giorno dopo giorno, la faccia del reddito di cittadinanza cui sta lavorando il Governo. (Segue) Per mantenere la promessa elettorale si attingerà a piene mani dalla pace fiscale e da un innalzamento del deficit dal 1,6% promesso all’Ue all’1,9%. Con tutte le ricadute in termini di interessi che lo Stato dovrà pagare sul proprio debito pubblico. Come spesso succede quando ci sono lavori in corso è difficile sfuggire alla tentazione di vedere cosa c’è dietro il telo e cosa nascondono le novità. Le vediamo qui di seguito in questa breve scheda dedicata appunto ai requisiti del reddito di cittadinanza: a chi spetta?
Indice
1 A chi finirà il reddito di cittadinanza?
2 A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?
3 Quali sono i requisiti per avere il reddito di cittadinanza?
4 Per quanto tempo si avrà diritto al reddito di cittadinanza?
5 Quando si perde il reddito di cittadinanza?
6 Chi vuole il reddito di cittadinanza?
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A chi finirà il reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza andrà alle persone che vivono al di sotto di 780 euro mensili.
A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?
Scopo del reddito di cittadinanza è fare in modo che tutti gli aventi diritto abbiano un reddito non inferiore a 780 euro mensili. Il tetto è considerato per persone single senza lavoro e, quindi, senza altre fonti di reddito. Per i pensionati bisognerà aggiungere in media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale). Invece un disoccupato o un lavoratore “povero”, percettori già di una forma minimale di reddito, avrà diritto a 480 euro medi mensili (per raggiungere la cifra di 780 euro). Qualora, invece, il disoccupato non dovesse risultare percettore di alcun reddito, avrà diritto all’intero assegno di 780 euro.
Quali sono i requisiti per avere il reddito di cittadinanza?
Per avere il reddito di cittadinanza, oltre a possedere un reddito non superiore a 780 euro mensili ed essere iscritto ai centri per l’impiego, bisogna rispettare le seguenti condizioni:
. ricerca attiva di un lavoro (un po’ come succede già con la Naspi);
. partecipazione e completamento dei corsi di formazione (anche qui il requisito ricalca l’assegno di disoccupazione);
. involontarietà della disoccupazione.
Su quest’ultimo punto bisogna fare un chiarimento. Ai sensi della normativa sulla Naspi, per come interpretata dall’Inps e dalle altre istituzioni, la disoccupazione si considera involontaria quando deriva da licenziamento e da dimissioni per giusta causa (ad esempio necessitate dal mancato pagamento degli stipendi, dal mobbing, da violenze, ecc.). Nel concetto di licenziamento rientra però anche quello per “giusta causa” ossia determinato da un comportamento di solito doloso del dipendente (ad esempio quando il lavoratore resta a casa senza dare più notizie di sé al datore). Chiaramente un’interpretazione di questo tipo aumenta il rischio di frodi: per farsi licenziare “involontariamente” basta non inviare alcun certificato medico e il gioco è fatto. Questo porrà – così come già pone – sui contribuenti il peso del sostenimento di chi non vuole andare a lavorare. Di tanto abbiamo già parlato in Lo Stato tutela i fannulloni.
Per quanto tempo si avrà diritto al reddito di cittadinanza?
Una volta riconosciuto il diritto al reddito di cittadinanza, il beneficiario ne godrà per tre anni di seguito salvo dovesse, nel periodo intermedio, perdere i requisiti (nel caso di innalzamento del reddito). Dopo i primi 18 mesi verranno effettuate verifiche periodiche.
Dopo i primi 3 anni, se il cittadino mantiene i requisiti, si vedrà rinnovare il reddito di cittadinanza. Diversamente perde il diritto.
Quando si perde il reddito di cittadinanza?
Si perde il diritto al reddito di cittadinanza innanzitutto se si supera, nell’arco del triennio, il limite di reddito di 780 euro. In secondo luogo se si rifiutano almeno tre proposte lavorative “congrue”.
Chi vuole il reddito di cittadinanza?
Sicuramente il M5S. Il ministro dell’Economia Tria non vuol portare il deficit al di sopra dell’1,6% per cui mira verso una manovra più prudente. Anche Salvini è piuttosto freddo sul reddito di cittadinanza – «non è una nostra priorità» dice -, conferma il sostegno leghista alla misura, che è contenuta nel contratto di governo come «reinserimento al lavoro, come aiuto a chi non ce la fa per tornare ad essere libero, produttivo, indipendente».
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Fonte: https://www.laleggepertutti.it/240793_reddito-di-cittadinanza-a-chi-spetta-i-requisiti
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[*] Precisazione redazionale. La denominazione di “reddito di cittadinanza” è assolutamente impropria; più propriamente si tratta di un REI, reddito di inclusione sociale, estensione dell’istituto introdotto a fine legislatura dal Governo Gentiloni.
AGGIORNAMENTO AL 28 SETTEMBRE 2018 (Da Il Fatto quotidiano). https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/27/nota-al-def-di-maio-e-salvini-forzano-tria-deficit-pil-al-24-10-miliardi-per-il-reddito-a-65-milioni-di-persone/4653624/
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Nota al Def, Di Maio e Salvini forzano Tria: deficit/pil al 2,4%. “10 miliardi per il reddito a 6,5 milioni di persone”
Rispetto all’1,6% da cui il ministro dell’Economia non voleva discostarsi le risorse aggiuntive “a prestito” ammontano a 13,6 miliardi. I vicepremier: “Soddisfatti, è la manovra del cambiamento”. Il ministro dello Sviluppo M5s: “Ci sono pensione di cittadinanza e superamento della Fornero. Per i truffati delle banche 1,5 miliardi”. Il leader leghista: “Tasse al 15% per più di un milione di italiani, chiusura cartelle Equitalia, nessun aumento Iva”
L’intesa è arrivata poco dopo le 21, alla fine di un lungo pomeriggio di stallo. Il deficit nel 2019 salirà al 2,4% del pil, il livello chiesto dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e rispetto al quale il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha cercato per giorni di fare argine fissando il tetto a quota 1,6%. “Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento”, esultano i due leader di M5s e Lega, che grazie a questi 13,6 miliardi di risorse aggiuntive “a prestito” riusciranno ad avviare le misure promesse nel contratto di governo, ottimo viatico in vista delle elezioni europee. Nessun commento da Tria, che comunque secondo le agenzie non lascerà l’incarico. Mentre il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, esulta: “Abbiamo programmato il più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia.
27 miliardi di deficit in più – Rispetto allo 0,8% del pil previsto nell’ultimo Def (firmato da Gentiloni e Padoan), il deficit salirà di 27 miliardi di cui 12,4 serviranno per evitare gli aumenti Iva previsti l’anno prossimo dalle clausole di salvaguardia. Il consiglio dei ministri convocato per varare la Nota di aggiornamento al Def, il documento con le stime macroeconomiche che faranno da cornice alla legge di Bilancio, è iniziato con un’ora di ritardo, dopo che gli azionisti di maggioranza sono riusciti a vincere le resistenze di Tria. Fuori da Palazzo Chigi è andato in scena un flashmob di festeggiamento di sostenitori del M5s.
“10 miliardi per il reddito di cittadinanza, tasse al 15% per un milione di italiani” – “Abbiamo portato a casa la manovra del popolo che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al reddito di cittadinanza per il quale ci sono 10 miliardi“, ha dichiarato Di Maio. Anche se la cifra non basta per garantire l’assegno per tutto l’anno, visto che il progetto di legge originario del Movimento stimava il costo in 17 miliardi, cifra rivista al rialzo dall’Inps secondo cui di miliardi ne servirebbero almeno 35. “Rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego”, ha aggiunto il vicepremier. “Via libera anche alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionanti. E con il superamento della Fornero, chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro Paese per avere un’opportunità. Non restano esclusi i truffati delle banche, che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 miliardi. Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini, per la prima volta non toglie ma dà”. “Tasse abbassate al 15% per più di un milione di italiani“, cioè le partite Iva, ha commentato invece Salvini, “diritto alla pensione per almeno 400mila persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva. Pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti”.
Conte: “E’ il più grande piano di investimenti pubblici della storia italiana”
“Il governo del cambiamento sta imprimendo una nuova direzione di marcia all’intero Paese. Stiamo facendo del bene all’Italia e agli italiani”. Così il premier Conte ha commentato, appena uscito da Palazzo Chigi, l’accordo sulla manovra. “Abbiamo programmato il più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia. Vi garantisco che abbiamo lavorato con serietà e impegno per realizzare una manovra economica meditata, ragionevole e coraggiosa. È un intervento che migliorerà le condizioni di vita dei cittadini e assicurerà al nostro Paese una più robusta crescita economica e un più significativo sviluppo sociale“, ha continuato.
È grazie a questa manovra, ha specificato Conte, che il governo “riuscirà a mantenere” gli impegni presi e “realizzare tutte le riforme già annunciate in tema di giustizia sociale“. Poi ha concluso: “Una parte significativa della manovra riguarda il piano di investimenti pubblici – ha spiegato – Abbiamo previsto di aggiungere ai 38 miliardi già stanziati per i prossimi 15 anni anche 15 miliardi per il prossimo triennio. Abbiamo previsto una cabina di regia a Palazzo Chigi per monitorare e verificare l’attuazione del piano di investimenti. Inoltre il Ministro dell’Economia riferirà trimestralmente al Consiglio dei Ministri sull’andamento dei conti pubblici e del Pil. Siamo determinati a far crescere questo Paese”.
La bozza del Piano nazionale di riforme – Nel pomeriggio le agenzie hanno anche diffuso una bozza del piano nazionale di riforme che il governo dovrebbe presentare, insieme alla Nota, nel consiglio dei ministri. Il documento viene solitamente varato ad aprile insieme al Def, che però quest’anno è stato licenziato dal governo uscente che si è quindi limitato a compilare la parte tendenziale. Fonti di governo hanno però riferito che “il testo che gira è una bozza già ampiamente superata. Quindi molti punti che vengono anticipati non corrispondono al testo definitivo”. Tra i punti principali della bozza ci sono introduzione del reddito di cittadinanza e innalzamento delle pensioni minime a 780 euro, ‘quota 100‘ come somma di età anagrafica e contributiva per lasciare il lavoro ma con restrizioni per garantire la sostenibilità del sistema, pace fiscale per chi ha liti con l’erario di valore non superiore a 100mila euro, riduzione delle aliquote Irpef da cinque a tre nel 2020 e poi due nel 2021: 23% per i redditi fino a 75mila euro e del 33% sopra quel livello.
Reddito di cittadinanza e ristrutturazione centri per l’impiego – “Il governo è fortemente impegnato in una azione di miglioramento dell’inclusione sociale, lotta al precariato, incentivazione del lavoro giovanile e femminile e promozione di una maggiore equità del sistema pensionistico”, si legge nella bozza. E dunque “l’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha un duplice scopo: sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa individuata dall’Eurostat per l’Italia (pari a 780 euro mensili); fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante, e dell’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore”. Quanto alla ristrutturazione dei centri per l’impiego “dovrà puntare a rendere omogenee le prestazioni fornite, e realizzare una rete capillare in tutto il territorio nazionale. Il Governo intende attuare un piano di assunzioni di personale qualificato, in aggiunta a quanto già definito nella Legge di Bilancio per il 2018, sarà inoltre dedicata particolare attenzione alla realizzazione del Sistema Informativo Unitario e allo sviluppo di servizi avanzati per le imprese”. Si introdurranno anche “le pensioni di cittadinanza, che integreranno le pensioni esistenti al valore della soglia di povertà relativa di 780 euro. Una parte delle risorse destinate alla realizzazione di misure verrà dall’abolizione delle pensioni di privilegio, con un taglio degli importi superiori a 4000 euro netti mensili, non corrispondenti alle effettive contribuzioni“.
Ecco in evidenza la parte specifica sul cd Reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza e ristrutturazione centri per l’impiego – “Il governo è fortemente impegnato in una azione di miglioramento dell’inclusione sociale, lotta al precariato, incentivazione del lavoro giovanile e femminile e promozione di una maggiore equità del sistema pensionistico”, si legge nella bozza. E dunque “l’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha un duplice scopo: sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa individuata dall’Eurostat per l’Italia (pari a 780 euro mensili); fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante, e dell’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore”. Quanto alla ristrutturazione dei centri per l’impiego “dovrà puntare a rendere omogenee le prestazioni fornite, e realizzare una rete capillare in tutto il territorio nazionale. Il Governo intende attuare un piano di assunzioni di personale qualificato, in aggiunta a quanto già definito nella Legge di Bilancio per il 2018, sarà inoltre dedicata particolare attenzione alla realizzazione del Sistema Informativo Unitario e allo sviluppo di servizi avanzati per le imprese”. Si introdurranno anche “le pensioni di cittadinanza, che integreranno le pensioni esistenti al valore della soglia di povertà relativa di 780 euro. Una parte delle risorse destinate alla realizzazione di misure verrà dall’abolizione delle pensioni di privilegio, con un taglio degli importi superiori a 4000 euro netti mensili, non corrispondenti alle effettive contribuzioni“.