DIBATTITO. Verso le elezioni regionali.

3f555ee7-6c23-42b0-b6e2-6df7df3b95b0Riflessioni di una cittadina elettrice
di Maria Teresa Arba.

“Si può battere il centrodestra solo creando intorno al M5S una coalizione con una o due liste di appoggio che riuniscano un’area democratica e una d’ispirazione federalista, oppure una sola.” dice il professor Pubusa.
“Per sua natura e vocazione il Movimento 5 Stelle non può fare operazioni di questo tipo che tradirebbero il suo principio istitutivo, semplicemente saremmo omologati agli altri partiti.” scrive il senatore Marilotti.
Dunque il M5S non fa alleanze ma solo eventuali “contratti di governo”, dopo le elezioni. Si limita magnanimamente ad accogliere i voti da gruppi e movimenti che vorranno generosamente contribuire cancellando le loro identità.
D’altronde loro sono gli unici, i “migliori”, quelli che partendo da un “vaffa” urbi et orbi, con programmi e slogan studiati dalla Casaleggio Associati e divulgati da Grillo, si sono posti come obiettivo di spazzare via il passato, di aprire il Parlamento come una “scatoletta di tonno”, di divorarlo, occupando Camera e Senato, “questo posto maledetto” come lo ha definito in un illuminato video postato su whatsapp, prima delle ultime elezioni, la senatrice Taverna, attuale vicepresidente del Senato. (Segue)
Il PD ha avuto il torto di buttare il M5S tra le braccia di Salvini – si dice – quindi il PD è il responsabile della politica razzista del governo gialloverde, il governo più di destra che l’Italia abbia avuto dalla nascita della Repubblica. Non definiamolo fascista, per carità! Il fascismo è morto e sepolto, si dice.
Io sono spesso distratta e magari non ho seguito in modo puntuale tutte le fasi della formazione del governo nazionale, ma se non sbaglio l’onorevole Di Maio, appena sono stati resi pubblici i risultati delle elezioni, si è affrettato a dichiarare che il M5S avrebbe avviato un confronto con la Lega e, stando ai sondaggi, l’80% degli elettori pentastellati esprimeva la sua preferenza per un governo con quest’ultima. E con la Lega, ben prima della formazione del Governo, si sono spartiti tutte le cariche istituzionali di Camera e Senato, ignorando la lunga tradizione di coinvolgimento delle forze di opposizione. Quando poi, falliti i primi tentativi di formare il governo con la Lega, si stavano esplorando le possibilità di un confronto con il PD, ancora prima che Renzi facesse le sue inopportune dichiarazioni in TV, l’onorevole Di Maio dichiarava che i punti del programma erano fissati e gli altri avrebbero dovuto in parole povere limitarsi ad apporre la propria firma e confermava comunque che l’alleanza con la Lega sarebbe stata la “prima scelta”. Non certo un buon inizio per un confronto paritario e fruttuoso.
Ora in Sardegna si dovrebbero affidare tutte le speranze di sopravvivenza della sinistra al M5S, un movimento che è partito affermando che destra e sinistra sono concetti superati.
Questo movimento, si dice, ha difeso la Costituzione nella battaglia referendaria, ma anche la Lega e Forza Italia, e una parte importante del PD e tanti che non si riconoscono in nessun partito lo hanno fatto. Molti, e tra questi certamente la Lega e Forza Italia, lo hanno fatto soprattutto per sconfiggere Renzi. Io ho il dubbio che anche il M5S lo abbia fatto per questo, altrimenti perché mettere poi in programma punti che rimetterebbero in discussione la Costituzione, come ad esempio l’introduzione del vincolo di mandato o la riduzione del numero dei parlamentari? E che dire della fantasia del superamento della stessa istituzione del Parlamento illustrata da Casaleggio jr e da Grillo? E che dire del contratto che si dice che i parlamentari pentastellati firmino con la Casaleggio impegnandosi al pagamento di un’importante penale nel caso si dissocino dalle posizioni del movimento? Ma io spero che questa sia solo una delle tante fakenews. E rispetta la Costituzione un partito che non mette tra i punti del suo programma l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione con la regolamentazione del sistema dei partiti?
Dunque far ripartire la sinistra e salvare la Sardegna da una vittoria del centrodestra dando il proprio voto al M5S? D’altronde – si dice – molti degli elettori di sinistra sono transitati in questo movimento così come al nord molti sono transitati nella Lega, che però non diventa per questo un partito di sinistra.
Destra e sinistra sono due visioni contrapposte del mondo, del potere, dei rapporti tra le diverse componenti della società, del ruolo del fattore lavoro nella produzione, del ruolo dello Stato, infine dei rapporti tra le persone. I gravi errori e la fine delle esperienze di socialismo reale, l’evoluzione del capitalismo, la globalizzazione hanno messo in crisi il concetto stesso di sinistra richiedendo un ripensamento critico delle esperienze degli ultimi 30 anni in Europa e quindi una riaggregazione delle forze che si richiamano ai valori della sinistra, ma a me non pare che basti a qualificare di sinistra l’operato del M5S l’approvazione di un provvedimento definito “decreto dignità” che altro non mi sembra che una riproposizione con qualche piccola modifica del tanto vituperato “jobs act” che ne esce validato e perpetuato. Non mi pare di sinistra, anzi tutt’altro, la proposta della flat tax che non è certo in armonia col dettato costituzionale della progressività dell’imposizione fiscale e quindi con l’aspirazione alla redistribuzione della ricchezza e all’uguaglianza.
Non basta per definirli di sinistra la proposta di tagliare le pensioni d’oro che altro non sono che la diretta conseguenza delle forti disparità a livello retributivo e che vanno semmai corrette con un aumento progressivo del prelievo fiscale sui redditi di qualunque natura e non con tagli che vanno sempre a colpire la fascia che ha meno potere contrattuale cioè quella dei pensionati.
E non mi pare di sinistra neanche cercare di additare dei colpevoli all’opinione pubblica ed emettere condanne prima di avere accertato le responsabilità, come si è fatto per il crollo del ponte di Genova.
E per finire non può essere di sinistra l’alleanza con una forza che parla alla pancia della gente, proponendo facili soluzioni a un problema immenso come quello dei migranti, indicando come nemici i “palestrati” che cercherebbero di invaderci e di rubarci il lavoro, arrivando nelle nostre coste in comodi “gommoni da crociera” che offrono anche il brivido dell’esperienza del naufragio e per i più fortunati quello della morte per annegamento.
Le grandi capacità di autocritica e di critica che tutte le forze di sinistra hanno dimostrato nei decenni passati dividendosi e attaccando i propri compagni di strada su discordanze talvolta irrisorie, dovrebbero ora essere utilizzate prima di imbarcarsi in avventure che possono far vincere facile altri, non certo i valori che si sono sempre difesi.
Se si vuole far ripartire la sinistra si uniscano tutte le forze che ispirandosi ai suoi valori ancora operano nella società. Si trovino le cose che uniscono e non si vada dietro ai narcisismi e ai personalismi che dividono e si impari di nuovo a parlare alla gente con parole semplici che arrivino alla testa e al cuore, sapendo che il cammino non sarà facile e che occorrerà essere capaci di una continua autocritica, senza per questo dividersi o fermarsi.
Mi scuso per il mio linguaggio povero ma ho cercato di esprimere il mio pensiero nel modo più chiaro e sincero.
Maria Teresa Arba

JNGrazie as

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