Un progetto per la Sardegna. Decisivo il ruolo degli intellettuali, ma serve una leadership credibile
di Aladin
Scrive Giulio Angioni su La Nuova Sardegna del 28 marzo, a chiusura di un bell’intervento dal titolo “Alla Sardegna manca un’idea del futuro ”: “La Sardegna oggi è più che mai nel mondo, nel bene e nel male. Del male dei tempi condivide in peggio l’incapacità di usare le risorse disponibili, a cominciare da quelle che diciamo umane, cioè le sole esistenti in quanto capacità degli uomini concreti di costruire forme di vita concrete. La forma di vita di oggi distrugge risorse ambientali e non utilizza gli uomini giovani più pronti all’azione sociale comune, al lavoro. Essere giovani oggi in Occidente significa non avere né presente né futuro. E non c’è né progetto né controprogetto politico chiaro, pubblico, condiviso. Manca l’idea di un buon futuro per la nostra terra, per la nostra comunità in quanto realtà costruita con un progetto in costruzione, sempre in rinascita. Da qui, l’immenso spreco di risorse umane, umane anche quando le diciamo naturali, territoriali”. E’ una riflessione che condividiamo in toto, ma, ci chiediamo se sia possibile invertire la tendenza: se esiste la possibilità di aggregare in Sardegna forze in grado di delineare un progetto, quel progetto evocato da Angioni, e che siano capaci di portarlo avanti con convinzione insieme a quanti ci stanno. Questo ruolo-guida sicuramente non può essere svolto, almeno in questa fase, dall’Istituzione regionale, in quanto priva di credibilità e di consenso popolare, anche considerato che gli sforzi per trovare un’unità sostanziale al suo interno sono risultati vani. Non a caso il dibattito tra le forze politiche all’indomani degli “Stati generali” ci consegna una classe politica divisa, litigiosa, segnata profondamente dalle scelte del passato e incapace di “posizionare” e di risolvere gli attuali (quanto antichi) problemi dei sardi. Che fare dunque? Possiamo contare su un possibile rinnovato impegno degli intellettuali, consapevoli della drammaticità della situazione e che vogliano sinceramente impegnarsi a porvi rimedio? E la prima cosa da fare? Forse è necessario creare una credibile alleanza intergenerazionale per la Sardegna, facendo leva sulle migliori persone, a partire da quelle impegnate nelle istituzioni che hanno anche riportato formidabili consensi elettorali, tuttora confermati se non cresciuti in termini di gradimento popolare. Ci riferiamo in modo particolare ai nuovi Sindaci, segnatamente a quelli delle due più importanti città sarde (Zedda a Cagliari e Ganau a Sassari). L’ipotesi è molto chiara, non so quanto sia percorribile: chiedere ai Sindaci di assumere la leadership della Sardegna, farsi carico delle problematiche dei sardi, rappresentandone gli interessi in dimensioni regionali, fornendo gli spazi (fisici e ideali) per aggregare quanti vorranno impegnarsi in questa prospettiva: creare un progetto, rappresentarlo anche nella contesa elettorale, concretizzarlo nella pratica. D’accordo ci sono molti aspetti da chiarire e approfondire, ma questa non è solo una provocazione: è una proposta da percorrere!
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Connessioni con altri articoli: Editoriale Franco Meloni https://www.aladinpensiero.it/?p=634; Editoriale Marco Meloni https://www.aladinpensiero.it/?p=423
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