Documentazione
LAVORI PREPARATORI DEI PROGETTI DI LEGGE – APPROFONDIMENTI
Atto Camera: 924
Disegno di legge: “Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese” (924)
Fase Iter: In corso di esame in Commissione
PRIMA LETTURA CAMERA
Disegno di legge C. 924 Presentato il 13 luglio 2018
Iter in Commissione. Esame in Commissione (iniziato il 16 luglio 2018 )
Da fb
Franco Meloni
20 luglio alle ore 18:08 ·
Venerdì 20 luglio il termometro segna 30 gradi. Ma alcuni irriducibili trovano necessario parlare di politica sul versante della sinistra. Oggi alla Società degli operai.
Commenti
Franco Meloni Bene se si riparte dai contenuti, a partire da quelli vitali: il lavoro, la casa, la salute… Se vogliamo dare un ordine di priorità la pur importante questione dell’immigrazione sta dietro.
Antonio Dessì
io sono sicuro che tu intendi le stesse cose che sostiene Marcorè. Sono infatti repliche piuttosto ficcanti all’impostazione culturale e politica dei partiti di maggioranza e di opposizione al momento prevalenti. Altra cosa -diametralmente opposta- sarebbe sostenere che dovremmo smettere di contrastare quell’impostazione prevalente per occuparci più propriamente d’altro. E sai bene che non sto parlando a caso, ma sto parlando di argomentazioni che in qualche frangia della postsinistra sono ben presenti. Sulle quali mi permetto di formulare la previsione che non daranno a chi sia afflitto da simili preoccupazioni la credibilità e il consenso ormai irreparabilmente perduti. Ben vengano semmai, da qualunque parte, le iniziative anche di base e autogestite, locali, ma anche di respiro più ampio, di impegno sociale a fianco dei soggetti più deboli, le lotte contro la precarietà e per il lavoro, le vertenze contro determinate politiche tariffarie e dei prezzi, le occupazioni di spazi anche fisici per l’esercizio della democrazia. Le sto aspettando da quando abbiamo smesso di farle come sinistra organizzata e credo che non me ne sottrarrei oggi. Il resto a me sembrano pretesti per continuare a non fare nulla: ma con la pretesa persino di non lasciar fare ad altri, senza contrasti almeno da parte nostra, quello che meritoriamente stanno facendo anche al posto nostro.
Franco Meloni Antonio Dessì. Sono totalmente d’accordo con te, Tonino: la lotta al razzismo e alla disumanità di questa destra fascista, la difesa delle libertà e dei diritti delle persone… mai in secondo piano. La questione che io pongo e di efficacia delle politiche della sinistra (che vivaddio è cosa profondamente diversa dalla destra). Luigi Pintor diceva che i partiti della sinistra dovevano fare una cosa molto semplice: assumere il punto di vista della classe operaia per rispondere alle sue esigenze ed estensivamente a quelle di tutte le masse popolari. Ai suoi tempi era molto difficile, oggi impossibile. Tutto si è complicato. Ma resta la validità di un’impostazione di fondo, che qui rielaboro: partiti/movimenti/singoli che si dichiarano di sinistra devono partire dalle esigenze delle masse popolari, innanzitutto da quelle percepite dalle stesse, per portarle certo a un livello superiore, cioè politico, ma restando attaccate alle stesse. Voglio dire – consentimi qualche semplificazione eccessiva – che oggi come e più di ieri le esigenze delle masse popolari sono lavoro, casa, salute, istruzione. Esigenze che occorre organizzare trasformandole in lotta politica, mirando al risultato pieno: lavoro dignitoso e giustamente remunerato per tutti, diritto alla casa, alla salute, all’istruzione per tutti. E allora, quale sarebbe la novità? La novità è che non si deve partire dalle “compatibilità”, ma dalla ricerca piena dei diritti. La buona politica farà le necessarie mediazioni. Ma tutto questo è compatibile con il sistema capitalistico neo liberista trionfante? Certo che no! Nel 68 mi piaceva molto il concetto di “pratica dell’obbiettivo” che per me significava fare subito, quello che si può realisticamente fare, anticipando nella pratica anche a pezzi un mondo possibile e migliore. Torniamo a noi: poiché gli immigrati sono visti da troppi, soprattutto da persone appartenenti ai ceti popolari, come ostacolo al raggiungimento dei diritti di tutti, perché la destra con Salvini in testa li utilizza come “arma di distrazione di massa”* occorre impegnarsi anche e pesantemente sugli altri versanti, quelli dei diritti, anche per rendere cedibili le lotte contro il razzismo e per una sana politica di accoglienza. Resta il discorso più generale sulla lotta al sistema: su questo versante qualcosa anche di molto concreto (non solo quindi appannaggio dei teorici) si muove… Scusa l’ho fatta lunga, anche dicendo cose a te molto familiari, che purtroppo appaiono perfino banali, ma che invece costituiscono l’abc da cui ripartire. * definizione del card. Giampiero Bassetti, presidente dei Vescovi italiani.
Antonio Dessì Caro Franco, quell’abc sai che, per quanto non facciano male nemmeno a uno arrugginito come me, i ripassi, dovremmo trasmetterlo ad altri almeno come retaggio di pratiche che a differenza nostra nemmeno hanno avuto l’opportunità di conoscere.
Franco Meloni
Scusa Tonino se insisto su una questione: lavoro e “reddito di cittadinanza”. Masse di persone, soprattutto di giovani, sono allo sbando, prese da sconforto, nuovi migranti verso altri paesi, altri spesso facile preda della criminalità organizzata… Si tratta allora di costruire nuovi (o vecchi) strumenti di intervento. Tra questi un reddito di inclusione sociale per i giovani (e meno giovani) da erogarsi senza alcuna incompatibilità, condizionato a un lavoro effettivo, anche proposto dagli stessi soggetti disoccupati. Datore di lavoro: lo Stato con gestione comunale (o intercomunale). i 5 Stelle hanno avuto il merito di proporre la questione a livello politico complessivo, incassando per questo un notevole consenso elettorale, ma si sono fermati all’enunciazione, stoppati dalle “compatibilità” finanziarie. Il governo Gentiloni, in “articulo mortis” e ancor prima alcune Regioni, compresa la nostra, avevano varato un “reddito di inclusione sociale”, assolutamente insufficiente (per stanziamento, per importi, per platea dei destinatari, per assurde complicazioni burocratiche, per carenze organizzative, etc.) perché sulla base di queste esperienze e di tante altre a livello nazionale, europeo e internazionale, non si percorrono le strade più adeguate? Ecco questa è questione di grande rilievo, vera e propria emergenza. Si potrebbe dire: aiutiamo i 5 Stelle? E perché no? Per come si stanno mettendo le cose ne avrebbero davvero bisogno. E, noi, come sempre, ci muoviamo nell’interesse più generale, anche un po’ francescanamente.
Antonio Dessì Franco, avrai notato spero che, insieme a te, sono uno dei pochi che tratta ogni tanto l’argomento. Per non farla troppo lunga, sono dell’avviso che intanto, già in sede di conversione del “decreto dignità”, si potrebbe accedere alle proposte di estensione della platea di beneficiari del REIS. Aspettare la riforma dei centri per l’impiego mi pare troppo dilatorio. Ma devo dire che lo trovo anche cervellotico. Se la tendenza fosse verso un reddito minimo universale, manterrei in generale la competenza all’INPS. Poi i nessi amministrativi con la verifica delle “disponibilità all’impiego” si trovano, ma senza complicare più del necessario meccanismi, competenze soggettive, procedure.
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