Building trust in a changing world of work
Il Global Deal rilancia il dialogo sociale, per un lavoro giusto, equo e dignitoso
Il rapporto “Building trust in a changing world of work”, a doppia firma Ocse-Ilo, propone impegni delle parti sociali, attività di ricerca e piattaforme di condivisione per affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione.
Negli ultimi decenni la globalizzazione ha stimolato una crescita economica senza precedenti. Un fenomeno che, però, oltre a produrre benefici (ad esempio le milioni di persone tirate fuori dalla soglia di povertà) ha generato anche diversi effetti indesiderati. Primo tra tutti l’aumento della disuguaglianza, ostacolo per la coesione sociale e la valorizzazione del capitale umano, capace di influenzare in modo negativo la crescita stessa.
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È in questo contesto che si inserisce la partnership Global Deal, definita “un veicolo in grado di accelerare il cambiamento per raggiungere gli SDGs”, che ha appena lanciato il rapporto “Building trust in a changing world of work”.
Lo studio, a doppia firma Ocse-Ilo (rispettivamente l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e l’Organizzazione internazionale del lavoro), nato sotto l’impulso del primo ministro svedese Stefan Löfven, ha l’obiettivo di analizzare le distorsioni del mercato ed offrire una visione in grado di trarre benefici dalla globalizzazione.
L’idea è quella di promuovere e valorizzare il potenziale presente nelle relazioni tra partner. Cuore dell’azione è il dialogo sociale, indentificato come mezzo capace di favorire la creazione di lavoro dignitoso ed in grado di influenzare positivamente produttività e crescita.
Lo studio rappresenta uno strumento diretto a imprese, governi e organizzazioni. Linee guida per il raggiungimento in particolare di due SDGs, l’otto ed il dieci, ma capace anche di ridurre le differenze di genere, trattate dal goal cinque.
Gli elementi chiave su cui il Rapporto si fonda sono essenzialmente tre. I partner devono essere incoraggiati: ad assumere impegni volontari basati sulle proprie capacità, ad aumentare la conoscenza attraverso attività di ricerca e di cooperazione, a creare piattaforme per condividere esperienze e buone pratiche (ad esempio organizzando seminari e tavole rotonde a livello nazionale e globale).
I Paesi, le aziende, i sindacati e qualsiasi organizzazione che si unirà alla partnership, verrà dunque incentivata a presentare piani volontari per sviluppare un accordo, comunque non giuridicamente vincolante, sempre più completo ed efficace.
Inoltre, il rapporto è stato pensato per essere aggiornato ogni due anni e punta a divenire strumento di riferimento per chi intende costruire un lavoro più equo ed inclusivo.
di Ivan Manzo
lunedì 21 maggio 2018
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