Allarme dell’associazione Save The Children: “In Italia un bambino su dieci vive in povertà assoluta”

save-the-chUn milione e trecentomila ragazzi non raggiungono condizioni di vita accettabili e soprattutto non riescono ad emanciparsi dal disagio familiare. Il 40% dei minori non fa sport, la metà non legge libri. L’associazione: “Pochi spazi adatti ad attività educative mentre il nostro Paese è pieno di luoghi abbandonati”
lampadadialadmicromicroAladiNews sostiene l’appello di Save the children: “Restituiamo ai bambini gli spazi pubblici abbandonati.
Chiediamo alle istituzioni una legge nazionale per riqualificare le aree degradate a favore dei bambini”. Firma subito la petizione.
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[12 maggio 2018, su Repubblica.it]
save-bollinoROMA – Una consistente fetta d’Italia è in gravissime difficoltà economiche, con un effetto domino sui minori che vivono in quelle famiglie. Un milione e trecentomila bambini e ragazzi infatti vivono in povertà assoluta. Una quota altissima, il 12,5% del totale. A lanciare l’allarme il nuovo rapporto di Save the Children, Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia. Numeri che non si distaccano dagli ultimi dati raccolti dall’associazione e resi noti a novembre in occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia. Nell’ultimo anno, dunque, nessun grosso miglioramento da questo punto di vista nel nostro Paese.
nuotare_contro_corrente_copertinaNel rapporto di Save the Children c’è un’Italia povera, ma anche una gioventù sedentaria, un Paese dai tanti luoghi abbandonati e inutilizzati mentre i suoi ragazzi non dispongono di spazi adatti ad attività educative o sportive. Oltre la metà dei giovani infatti non legge, il 40% non fa sport di alcun tipo e quasi uno su tre non usa internet. Quasi nove famiglie su dieci non possono permettersi di iscrivere i bambini agli asili nido. Ma soprattutto la maggior parte dei ragazzi non riesce a emanciparsi dalle condizioni di disagio della propria famiglia. Questi ragazzi, infatti, hanno quasi cinque volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei benestanti (24% contro 5%).

Ma secondo il rapporto, diffuso in occasione del lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro per il contrasto alla povertà educativa”, c’è anche una “Italia della resilienza”: esistono casi in cui i minori riescono a raggiungere ottimi livelli di apprendimento, nonostante le condizioni economiche del proprio nucleo familiare. Una quota ancora in minoranza, intorno al 26% del totale, ma la cui crescita può essere favorita soprattutto dalle scuole: un’offerta formativa ricca di attività extracurriculari, un istituto con infrastrutture adeguate, insegnanti che favoriscono la nascita di relazioni positive con i propri studenti sono tutti elementi che, secondo uno studio inedito allegato al rapporto di Save the Children, aiutano i ragazzi a emanciparsi.

Al contrario, dispersione scolastica, alta criminalità e disoccupazione giovanile sviliscono pesantemente la capacità dei minori di sviluppare percorsi di resilienza. Per questo motivo l’associazione sottolinea l’importanza di investimenti sulle comunità che stanno intorno al bambino e lo accompagnano verso l’età adulta.

Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise occupano i primi cinque posti della triste graduatoria della povertà educativa in Italia, secondo il nuovo indice di povertà educativa (IPE) elaborato da Save the Children. Emblematico, in queste zone, il dato relativo all’abbandono precoce degli studi: se infatti l’Italia, con il 14%, raggiunge una delle percentuali più alte in Europa, in queste regioni i dati sono ancora più preoccupanti. In Sicilia il 23,5% degli studenti non completa il proprio percorso scolastico, in Sardegna e il Campania poco più del 18. Le regioni più virtuose sono invece Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna: sono queste le aree che offrono maggiori opportunità educative.

“L’Italia è un Paese vietato ai minori – afferma Valerio Neri, direttore generale dell’associazione – dove assistiamo all’abbandono e al degrado in cui versano tantissimi spazi pubblici, che invece potrebbero fare la differenza ed essere utilizzati dai bambini e dai ragazzi che vivono in contesti svantaggiati per svolgere attività sportive, artistiche e culturali. Dobbiamo fare di tutto per restituire ai minori questi luoghi e per incentivare la loro capacità di resilienza per spezzare così finalmente il circolo vizioso della povertà”.

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