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Newsletter n. 74 del 13 marzo 2018

BENEDETTO FRANCESCO E GERHARD

Cari Amici,
(Segue)
oggi è il quinto anniversario dell’inizio del pontificato di Francesco, e molti parlano di lui. Ne parla anche l’ex papa Benedetto XVI, il “papa teologo” che con le sue dimissioni ha avuto l’ardire di demitizzare il papato; e se proprio al culmine del processo attraverso cui la Chiesa latina aveva mitizzato il primato romano (basta pensare al grido della piazza: “santo subito!”) un papa ha demitizzato il papato, vuol dire che molte altre cose lo sono con esso. Sono demitizzati la Curia e i Sacri Palazzi, i signori cardinali, e le “opere di religione”, e dunque rimangono a troneggiare il Vangelo e i poveri; e così può esserci un papa come Francesco che non cammina solo processionalmente, mangia con i poveri, torna a casa portandosi con sé gli stranieri, governa ogni giorno spiegando il Vangelo e vive a Santa Marta: e proprio di lui dice il vecchio papa precedente: “è un vero teologo!”.
Stabilita questa regola comune, che non ci devono essere mitizzazioni nella Chiesa, demitizzato risulta anche il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e dunque non vale più nemmeno il vecchio mito curiale per il quale il capo dell’ex Sant’Uffizio, una volta insediato, deve restarne il prefetto per sempre. E il cardinale Gerhard Müller, che non ha più quell’ufficio, non deve dolersene, né pensare che, in carica o no, debba fare il guardiano della fede del papa, né lasciare che qualcuno pensi di poterlo in questo modo giocare contro di lui. Perciò forse egli ha sbagliato a prendere le parti della Curia colpita dagli strali di Francesco – “Io non posso accettare tutto” -, come ha fatto nell’intervista che ha rilasciato al TG2 dossier, di cui riferiamo in questo sito, anche se ha detto di non voler fare l’oppositore del papa. Müller è stato un grande prefetto della Congregazione per la fede (basta ricordare straordinari documenti come quello sulla nonviolenza di Dio come principio per un cambiamento epocale dell’idea stessa di religione), e non merita di essere usato da nessuno. Ed è allora proprio per dissipare questo equivoco di una gigantomachia di teologi in Vaticano, che è arrivata la ferma e tranquilla replica di Benedetto “allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica”.
Questo intervento ha portato con sé una bellissima notizia: non è più tempo di papi e antipapi nella Chiesa; non ce ne sono due né può esserci un partito dell’uno e un partito dell’altro, ce n’è uno solo e c’è una sola Chiesa. La grande testimonianza che sta dando papa Ratzinger è proprio quella della sua assoluta lealtà, che introduce uno stile nuovo nella Chiesa e permette a chi è stato papa di vivere in santa pace, continuando in modo diverso il suo cammino di fede e il suo servizio alla Sapienza e all’unità ecclesiale. Questo va tenuto presente, leggendo i resoconti di ciò che dicono di Francesco.
Certo è che il dibattito su questo pontificato è aperto e appassiona, come mostrano anche le reazioni che il nostro contributo sul “papato messianico” ha suscitato sui “social”; una parte di queste osservazioni, la cui responsabilità resta agli autori, è approdata anche nei commenti del nostro sito.
Pubblichiamo anche un link a un audio di una lettura biblica molto bella di Rosanna Virgili, che parla del regno di Dio, così alternativo al regno di Salomone come al regno di Trump.
Giovedì 16 marzo cade il quarantesimo anniversario del sequestro di Moro, che doveva finire nel parricidio di quel Padre della patria. Ma questa è tutta un’altra storia.

Con i più cordiali saluti
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