FINANZIARIA REGIONALE 2018. Più soldi alle Università della Sardegna: la CSS approva ma chiede più precisi impegni degli Atenei sardi per lo sviluppo del territorio e pretende spiegazioni sul perché non investano adeguatamente nei corsi telematici, come fanno le migliori Università del mondo
Riceviamo dalla Confederazione Sindacale Sarda e volentieri pubblichiamo.
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NON BASTA METTERE PIU’ SOLDI PER LE UNIVERSITA’. OCCORRE VERIFICARE IL LORO UTILIZZO SEGUENDO IL PRINCIPIO CHE CHI RICEVE SOLDI PUBBLICI HA L’OBBLIGO DI INVESTIRE IN INNOVAZIONE E RICERCA CREANDO NUOVI POSTI DI LAVORO
Abbiamo appreso dalla stampa che la Finanziaria 2018 tra le diverse misure di impiego delle risorse prevede 17 milioni in più, oltre ai 150 già messi in bilancio, per le Università sarde. Ovviamente non possiamo che concordare sul finanziamento all’Università che costituisce un pilastro per lo sviluppo sociale, culturale ed economico della nostra Regione. Ben vengano quindi maggiori risorse, anche se dobbiamo ricordare come quelle regionali (ed europee) in certa parte compensino i minori trasferimenti statali, avendo lo Stato italiano da molti anni deciso di sacrificare il sistema formativo pubblico, a partire dalle Università, con un progressivo depauperamento delle risorse allo stesso destinate, in attuazione di una politica miope e scellerata. Ora però – come per tutte le misure previste dalla Giunta regionale e sottoposte al dibattito e alla approvazione consiliare – vorremo andare oltre i titoli per individuare in dettaglio le destinazioni proposte. In particolare per l’Università sarda vorremo capire in quale misura le risorse stanziate e da stanziare beneficino concretamente la società sarda. Non nascondiamo la nostra insoddisfazione per l’attuale rapporto delle Università sarde con il loro primo ambito di riferimento, avvertendo in talune circostanze una estraneità delle stesse rispetto ai problemi di sviluppo del territorio. Ecco allora che vorremo entrare nel merito, anche per il diritto che abbiamo come sardi e come organizzazione dei lavoratori sardi di conoscere le politiche universitarie e per quanto lecito e auspicabile – salvaguardando la giusta autonomia delle Università – orientarne le scelte in favore delle popolazioni e territori sardi. In tale ambito chiediamo di sapere quale sia l’investimento delle Università per la diffusione dell’alta formazione attraverso le tecnologie informatiche. Lo chiediamo espressamente perché tale indispensabile investimento ci pare allo stato attuale del tutto insufficiente, perfino in diminuzione rispetto a un passato recente con la grave conseguenza di tagli all’occupazione. Eppure la diffusione dei corsi universitari con modalità telematiche costituisce una pratica ormai consolidata e in progressivo rafforzamento dei migliori Atenei del mondo. A nostra conoscenza (le fonti sono i documenti in internet), lo sviluppo dei corsi universitari in modalità telematica non è presente tra gli obbiettivi dei piani strategici degli Atenei sardi. Si aspetta forse che le altre Università del sistema italiano (ci riferiamo soprattutto alle Università del Nord) “colonizzino” il territorio sardo? Nessuna preclusione ad accordi con tutte le Università italiane, europee e del resto del mondo, ma solo, riteniamo noi, con la presenza da protagonista delle Università della Sardegna.
Attendiamo chiarimenti dalla Regione e dalle Università di Cagliari e di Sassari.
Cagliari, 18.12.2017
La Confederazione Sindacale Sarda
Giacomo Meloni, Segretario generale nazionale
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