Convegno sul Lavoro. Economia Sociale e Solidale, anticipazione degli Atti del Convegno
GIULIANO ANGOTZI.
Il gruppo di acquisto solidale (GAS)
“I gruppi d’acquisto solidale (Gas) sono gruppi informali di cittadini che si incontrano e si organizzano per acquistare insieme prodotti alimentari o di uso comune. L’acquisto avviene secondo il principio della solidarietà, che li porta a preferire produttori piccoli e locali, rispettosi dell’ambiente e delle persone, con i quali stabiliscono una relazione diretta” (http://www.economiasolidale.net/content/cose-un-gas ).
I GAS non sono isolati. Dopo anni di attività è stata organizzata una rete di mutuo aiuto, la Rete di economia solidale. Nel sito web http://www.economiasolidale.net/ sono riportati i principi generali (pagina http://www.economiasolidale.net/content/cose-un-gas ) e indicazioni per l’organizzazione e l’attività (http://www.economiasolidale.net/content/risorse-e-strumenti-i-gas ) dei GAS.
Della rete di economia solidale, a livello distrettuale e regionale, fanno parte oltre ai GAS anche produttori e fornitori legati ai GAS ( http://www.economiasolidale.net/content/rete-di-economia-solidale-res ).
Il documento fondativo e programmatico della rete di economia solidale è la Carta per la rete italiana di economia solidale (http://www.solidariusitalia.it/2012/04/carta-per-la-rete-italiana-di-economia-solidale-res/ ).
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( segue)
Dopo questa breve introduzione al GAS e alla rete di economia solidale, propongo le mie personali valutazioni su alcuni aspetti dell’attività dei GAS, rilevanti sia per i suoi soci sia per i piccoli produttori e i fornitori locali. In questo intervento farò riferimento all’esperienza particolare del GAS Pietrasanta. Occorre infatti tener presente che ogni GAS è autonomo pur facendo riferimento ai principi dell’economia solidale e che la rete dell’economia solidale non è sovraordinata ai GAS ma piuttosto ne costituisce espressione e supporto.
Individuazione e scelta dei prodotti prioritari per il GAS
In genere singoli soci propongono l’acquisto di un prodotto o di gruppi di prodotti, o per la necessità del loro acquisto o per conoscenza del produttore o fornitore. Il gruppo valuta criticamente le proposte in base ai bisogni/domande prevalenti. Di solito si procede ad almeno un ordine. Nella fase iniziale dell’attività, il nostro gruppo, accanto a scelte di prodotti ancora in ordine, ha ordinato una sola volta anche sciarpe vietnamite e vestiti di canapa. La scelta di prodotti di uso comune e frequente garantisce la continuità nelle relazioni con i produttori/fornitori, con evidenti vantaggi per loro nella programmazione dell’attività e dell’impiego della manodopera.
Individuazione e scelta dei fornitori
Principio della filiera corta (rapporto diretto con il produttore). In generale i GAS scelgono preferenzialmente i piccoli produttori. Ad esempio, il nostro gruppo acquista patate e farina di castagne dalla cooperativa “La mulattiera” della frazione versiliese di Minazzana, sviluppatasi in collaborazione con il nostro GAS, e miele da un’azienda a carattere familiare della Garfagnana. Il nostro gruppo, inoltre, si rivolge a piccoli produttori o loro consorzi che verticalizzano la produzione: dal grano alla pasta, dall’allevamento di bovine da latte al parmigiano, dall’allevamento di suini agli insaccati).
Principio del Km 0 (rapporto con i produttori locali). Nella sua applicazione il nostro gruppo, come gli altri GAS, ha trovato diversi limiti. Non sempre è possibile reperire localmente i prodotti più richiesti dai soci: ad esempio, le arance le acquistiamo in Sicilia, il riso nel Pavese. Talvolta le caratteristiche del prodotto o le modalità della sua produzione non sono accettabili dai soci: ad esempio il nostro GAS preferisce acquistare verdura e frutta biologica e pollame e conigli allevati “in libertà”, non sempre facilmente reperibili in zona. Un’altra difficoltà è costituita da condizioni di inquinamento ambientale attuale o pregresso, che orientano i soci a escludere l’acquisto di verdura, frutta, carni e uova da produttori locali. Nel nostro caso la pregressa attività di un inceneritore ci ha portato ad escludere i produttori nell’area della stimata ricaduta dei fumi. Nella esperienza dei GAS, il riferimento a produttori locali ha stimolato la produzione, determinandone l’aumento in volume e la differenziazione dei prodotti; in alcuni casi ha provocato l’inizio dell’attività di aziende, che per lungo tempo si sono rivolte quasi esclusivamente ai GAS.
Prodotto di buona qualità (per i prodotti alimentari: produzione integrata, biologica, biodinamica; per altri prodotti: materie prime “naturali”; impiego di tecnologie adeguate per qualità e igiene). Il limite maggiore di questa ricerca, per i soci dei GAS come per tutti i consumatori, è costituito dalla scarsa capacità di controllo. Nel caso dei piccoli produttori non è possibile pretendere il controllo di qualità e la certificazione di produzione biologica per l’eccessivo costo. D’altra parte recenti inchieste giornalistiche hanno dimostrato che non sempre la certificazione di produzione biologica è affidabile. L’unica possibilità di superare questo limite sta nel rapporto fiduciale tra soci del GAS e produttori. A livello europeo sono stati messi a punto sistemi di garanzia di qualità di prodotto alternativi alla certificazione di terzi: Participatory guarantee systems Guidelines, International Federation of organic agriculture movements IFOAM 2008
http://www.ifoam.bio/sites/default/files/page/files/pgs_guidelines_en_web.pdf
Les Systèmes participatifs de garantie, Fondation Nicolas Hulot pour la nature et l’homme 2015
http://www.fondation-nature-homme.org/sites/default/files/publications/150215_vp21-systemes-participatifs-garantie.pdf
A livello toscano è in corso il Progetto Biosi-Bio: lo faccio così (in corso), Associazione Crisoperla – Carrara
http://www.crisoperla.it/
Il nostro GAS partecipa a questo progetto.
Modalità di produzione rispettose dei diritti dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente. Per quanto è possibile sapere dai piccoli produttori locali di riferimento, per quanto essi aderiscano a tali principi, risulta loro difficile ottemperare alla complicata normativa in materia. E’ necessario prevedere per le microaziende (sino a 10 “lavoratori”), categoria entro cui ricadono tutti i piccoli produttori di riferimento dei GAS, una semplificazione della normativa e una diffusa ed efficace assistenza tecnica da parte della associazioni di categoria e dei servizi pubblici.
Anche nell’applicazione di questo principio, piuttosto che il controllo di terzi, deve prevalere il rapporto fiduciale tra GAS e produttori, come già indicato per la qualità dei prodotti.
Rapporto qualità/prezzo superiore al mercato. Nel sito della rete di economia solidale vengono proposte alcune considerazioni.
“I Gas non sono gruppi che si fanno forza della loro domanda organizzata per tirare sul prezzo e strappare condizioni vantaggiose dai produttori. I Gas insieme ai produttori cercano le condizioni (prodotti, quantità, consegne, imballaggi) migliori per entrambi e il prezzo giusto che riconosca degnamente il lavoro dei produttori e sia compatibile con le tasche dei consumatori.
La riduzione degli scarti, degli imballaggi, dei trasporti e del numero di passaggi porta normalmente ad un risparmio rispetto a prodotti di pari qualità acquistati in altri circuiti distributivi.
Il risparmio non è un obiettivo prioritario dei Gas, anche se normalmente si ottiene come risultato della collaborazione all’interno e verso l’esterno.”
Nella nostra esperienza, in generale, acquistiamo prodotti biologici ad un prezzo inferiore a quello dei supermercati. E’ comunque importante rilevare che prezzi elevati portano la maggioranza dei soci a non acquistare il prodotto: quindi se si vuole evitare che il GAS si restringa a soci disposti a pagare prezzi molto elevati, lontani dai prezzi del mercato, è necessario ricercare un accordo con il produttore o rivolgersi a un altro produttore.
Principio di solidarietà. Il sito di economia solidale propone queste considerazioni.
“Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo.”
Tra i numerosi esempi di solidarietà da parte dei GAS possiamo citare la collaborazione con Libera, il sostegno alle aziende in difficoltà per la guerra commerciale della grande distribuzione (“le patate della legalità” consorzio Le Galline Felici), l’acquisto del caffè prodotto dai carcerati di Milano, la collaborazione con i produttori sudamericani di caffè (GAS di Lecco), il riferimento costante a Altromercato.
Relazioni tra GAS e fornitori.
• Per i piccoli produttori è molto importante la regolarità e continuità degli ordini da parte del GAS. Permette la programmazione dell’attività di impresa e la regolarità dei rapporti di lavoro (familiari, lavoro subordinato, cooperanti). Per ottenerle è necessaria una solida organizzazione dei GAS, con referenti di prodotto o di produttore, che provvedono a raccogliere le richieste dei soci, inviare l’ordine, ricevere i prodotti e distribuirli tra i soci, provvedere ai pagamenti.
• Per i GAS è necessaria la regolarità e continuità delle forniture da parte dei produttori. Spesso l’arrivo dei corrieri non avviene nei tempi previsti creando difficoltà nella ricezione e nella distribuzione dei prodotti.
• Talora ci sono difficoltà nei pagamenti. Nelle fasi iniziali della loro attività alcune aziende hanno difficoltà a emettere fattura o scontrino fiscale o a ricevere un bonifico come pagamento.
• Sono molto frequenti gli incontri tra GAS e produttori e le visite dei GAS nelle aziende. Le aziende spesso partecipano alle iniziative pubbliche dei GAS.
I GAS e la distribuzione commerciale generale
L’attività dei GAS contribuisce allo sviluppo della cultura del consumo critico e provoca modifiche del comportamento anche a livello della grande distribuzione: offerta di prodotti diversificati per qualità (biologici, biodinamici, ecc.), dichiarazione dell’origine del prodotto e delle materie prime impiegate anche oltre gli obblighi di legge, offerta di prodotti locali, soprattutto agricoli. Ne deriva un incremento della produzione locale e, conseguentemente, dell’offerta di lavoro a livello locale.
Conclusioni.
• L’attività dei GAS può contribuire ad incrementare l’occupazione con lavori di buona qualità e adeguatamente remunerati? A livello macroeconomico, verosimilmente no, perché non cresce la domanda complessiva di beni e servizi. Tuttavia, a livello locale può determinare l’aumento della richiesta di alcune categorie di beni a particolari tipi imprese, concorrendo a sviluppare l’occupazione a livello locale sia direttamente sia indirettamente.
• Tuttavia la domanda e la solidarietà dei GAS non è sufficiente per lo sviluppo delle microaziende della rete solidale. Sono necessarie misure di politica economica (nazionale e della Unione europea) volte a semplificare la normativa d’impresa, ad organizzare ed erogare una diffusa ed efficace assistenza tecnica di buon livello, a rendere necessaria la dichiarazione di origine dei prodotti e della materie prime impiegate (a partire dai prodotti per l’alimentazione).
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