Perché la svolta profetica di Papa Francesco metta radici
Riceviamo da Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, e volentieri diffondiamo.
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Diamo futuro alla svolta profetica di Francesco
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Di fronte al pontificato di Francesco c’è chi esulta ma c’è anche chi non vede l’ora che passi. Chi esulta si riconosce nella “chiesa in uscita” e nell’attenzione ai poveri e condivide non solo lo stile dell’annuncio con parresìa ma anche il coraggio della denuncia verso il sistema economico-politico che genera la miseria e le nuove forme di schiavitù. Chi storce la bocca contesta la mancanza di uno spessore teologico nell’insegnamento del Papa e un improprio superamento della dottrina secolare della chiesa. Sotto il fuoco incrociato c’è sicuramente il documento Amoris Laetitia frutto della discussione sinodale ma anche l’insistenza sul magistero sociale. Noi riteniamo che la vera rivoluzione non stia tanto nella riforma della Curia e dello IOR, pur importanti per rendere più spedito e trasparente il cammino e la presenza nella storia di una Chiesa secondo il Vangelo e il Concilio, ma soprattutto nell’immagine di Dio. Una riproposizione teologica che pone al cuore della fede il Dio della misericordia di cui i credenti sono chiamati ad essere eco e presenza nel mondo. Si tratta di una vera e propria svolta in un “cambiamento d’epoca” come quello che stiamo vivendo. Per queste ragioni la Pro Civitate Christiana, fedele alla propria storia che l’ha vista protagonista di dialogo, riflessioni e incontri, propone ad associazioni, gruppi, movimenti e singoli, credenti e non credenti, di riflettere e avanzare progetti tanto alle chiese locali, quanto alla chiesa e alla società italiane, perché la svolta in atto metta radici. Si tratta cioè di tradurre in scelte concrete e durature la proposta di cambiamento che sgorga profetica dal magistero di Francesco per non correre minimamente il rischio di voltare disinvoltamente pagina dopo questo pontificato. E allora per incarnare “la Chiesa in uscita” chiediamo di iniziare un percorso di riflessione sino ad elaborare proposte di cambiamento da avanzare innanzitutto alla chiesa italiana ma anche alle istituzioni civili sui seguenti temi:
- il modello teologico che emerge dal pontificato di Papa Francesco, ovvero quale immagine di Dio;
- la chiesa povera per i poveri;
- l’ecologia integrale;
- il dialogo ecumenico e interreligioso;
- le nuove schiavitù.
Ciascuno, a partire dalle proprie competenze ed esperienze sul tema, cercherà di elaborare riflessioni e proposte che farà confluire ad Assisi dal 24 al 28 agosto in occasione della 75ma edizione del Corso di Studi Cristiani dove anche con l’aiuto di esperti si potranno consegnare alla chiesa e alla società italiana alcune linee guida o una proposta articolata che ci aiutino a trasformare in scelte concrete, in prassi, in itinerari formativi…, la ricchezza e la profondità dell’insegnamento di Francesco. Perché dobbiamo riconoscere che in questo siamo stati alquanto carenti e che l’adesione e l’entusiasmo da soli non bastano. Con buona pace dei denigratori del Papa a suon di manifesti anonimi e di edizioni falsificate de L’Osservatore Romano, di dubbi sollevati apertamente e di mormorazioni nascoste, c’è un popolo vasto che non si rassegna al tentativo di frenare il vento del Concilio e ritiene maturo il tempo per una sua completa applicazione sotto l’egida dell’aggiornamento necessario per questo tempo inedito. Per rispondere soprattutto al grido dei poveri che poi è lo stesso del Vangelo di Cristo.
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