Oggi mercoledì 26 aprile 2017
26 aprile 1868. “Sa die de su connottu”.
di Tonino Dessì, su fb.
La rivolta de “Su Connottu” fu un episodio di ribellione verificatosi a Nuoro nel XIX secolo come reazione a una serie di provvedimenti legislativi emanati dal 1820 al 1858.
Il provvedimento-madre, denominato “Editto delle chiudende” ed emanato dall’allora re di Sardegna Vittorio Emanuele I, autorizzava la chiusura, da parte di chi ne ottenesse titolo per averne i mezzi, dei terreni che erano fino ad allora di proprietà comunitaria, estendendo in tal modo la proprietà privata di tipo “capitalistico”.
In Barbagia e in Ogliastra l’abolizione degli usi comunitari aveva provocato dei gravissimi scompensi economici e sociali.
Nei primi decenni di attuazione dell’editto la popolazione locale iniziò a opporsi con determinazione, con azioni frammentarie anche se spesso molto violente.
La situazione precipitò allorché nel 1858 furono alienati anche i terreni demaniali su cui gli abitanti dei villaggi avevano diritto di pascolo e di legnatico, in virtù del sistema dell’ademprivio. Le popolazioni cominciarono a ribellarsi in molti paesi della Sardegna.
A Nuoro il 26 aprile del 1868 scoppiò una grande rivolta nota con il nome di “Su Connottu” (“Il Conosciuto”). I rivoltosi, guidati secondo molte fonti da una popolana, Paschedda Zau, chiedevano il ritorno a ciò che avevano sempre conosciuto, ossia il ripristino dell’antico sistema di gestione dei terreni.
Nei giorni della rivolta fu assalito il Municipio e furono bruciati i documenti di compravendita delle terre comunali ex ademprivili.
Giorgio Asproni, uno dei politici più in vista di quel territorio, deputato in Parlamento, era favorevole alla vendita dei terreni comunali e nel contempo accusava il clero di avere un ruolo di responsabilità nella rivolta.
Tuttavia, a seguito di questi gravi fatti, insieme ad altri deputati sardi, sollecitò il governo italiano per l’avvio di una indagine sulle condizioni sociali ed economiche della Sardegna.
Nel novembre dello stesso anno fu istituita una Commissione Parlamentare di indagine sulla condizione della Sardegna, presieduta da Agostino Depretis.
La Commissione si recò nell’isola nel 1869. Solo Quintino Sella, tuttavia, produsse un’eccellente relazione, che però si limitò alla realtà mineraria isolana.
L’operato della commissione non sortì alcun atto concreto.
Quel che rimase dei beni comuni ha continuato ad essere oggetto di ulteriori chiudende, abusive, legali e abusive-legalizzate.
Vicenda che perdura a tutt’oggi.
———————————————————————————————————-
———————————————————————————————————
Comunicazioni di servizio. Riprendono oggi le riunioni del Comitato d’Iniziativa Sociale Costituzionale e Statutaria, alle 19 nella sede della Confederazione Sindacale Sarda (CSS) in via Roma,72. Riprenderanno a breve anche le riunioni del Coordinamento regionale e dei Gruppi di Lavoro (Per il Lavoro – Beni Comuni).
Prossima iniziativa il 28 aprile in occasione de Sa die de Sa Sardigna su “Sardegna: Costituzione, Statuto Speciale, Sovranità popolare”.
Lascia un Commento