“Nondum matura est; nolo acerbam sumere”
LA VOLPE e L’UVA
di Esopo
Un giorno una volpe affamata passò accanto a una vigna e vide alcuni bellissimi grappoli d’uva che pendevano da un pergolato.
- Bella quell’uva! – esclamò la volpe e spiccò un balzo per cercare di afferrarla, ma non riuscì a raggiungerla, perchè era troppo alta.
Saltò ancora e poi ancora e più saltava più le veniva fame.
Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla disse: – Quell’uva non è ancora matura e acerba non mi piace! – E si allontanò dignitosa, ma con la rabbia nel cuore
———————————-
La favola è dedicata a quanti disprezzano a parole ciò che non possono avere. Nel nostro caso è dedicata alle molte persone (politici, accademici, operatori vari) volpi (così pensano loro di essere) che non sono capaci di acquisire e spendere i fondi europei (l’uva) e dicono che sia meglio lasciar perdere in quanto poi i soldi si sprecherebbero!
——————————-
Per Licia e tutti gli amici colti Versione originale in latino
Fabulae – Libro IV – IV, 3 – De vulpe et uva
Fame coacta vulpes alta in vinea
uvam adpetebat summis saliens viribus.
Quam tangere ut non potuit, discedens ait:
“Nondum matura est; nolo acerbam sumere”.
Qui facere quae non possunt verbis elevant,
adscribere hoc debebunt exemplum sibi.
…ma la volpe (che è un animale simpatico e non capisco perchè Fedro (da Esopo) la tratti così, potrebbe dire :”Non erat hic locus”! e aggiungere “Omnia tempus habent!” (licia la volpe).