Addio a Giulio Angioni
Addio a Giulio Angioni, un grande sardo.
– La notizia su L’Unione Sarda online. È morto l’antropologo Giulio Angioni. Voce poetica della Sardegna che fu.
- La notizia su SardiniaPost.
- Sul sito web di Unica.
- Il ricordo di alcuni suoi allievi, su Globalist.
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- La sue ultime poesie scritte nella sua pagina fb.
Fiamme d’inverno
Le nostre vite,
dicevano ai bambini,
sono fiammelle
che accese da lassù
brillano, scaldano, fanno faville
e alla fine si spengono tranquille.
Ma un colpo invernale di vento,
quando non c’è riparo,
può torcerle in tormento
e spegnerle anzitempo.
E troppo spesso
non vedi tutto intorno
visi con gote gonfie
pronte a soffiare,
a farti traballare, a spegnere?
Ma a casa mia
da piccolo, di sera,
i grandi, visi accesi,
soffiando incoraggiavano
le fiamme neonate nel camino.
Come dal vecchio libro di lettura
Le faville che vanno
nell’inverno su su per i camini
lo sai che fine fanno?
Un tempo lo insegnavano ai bambini
che salgono su in cielo tutto l’anno
e in piena estate poi
tornano giù da noi
scintillanti e ridenti
fatte stelle cadenti.
(ga)
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Restanti
Resuscitiamo i morti
con foto e audiovisivi
e il passato rivive
da sembrare che morte non dissolva.
La gente di una volta lo sapeva
come tenere vivi i propri morti,
lari e penati in stretta convivenza
che stavano qui in casa
là nella stanza buona,
li potevi pensare
a fare un pisolino dopo pranzo
o al lavoro in campagna
o in viaggio e poi ritornano,
la notte custodivano la casa
stavano insieme a noi
o felici o scontenti come noi
nell’hora mortis nostrae ci accoglievano
per essere all’altezza del morire.
(ga)
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Come lo ricorda Piero Marcialis
ADDIO GIULIO
Che cosa si puo’ dire di uno che conoscevi (ma si conosce davvero qualcuno?) da quasi 50 anni? Forse uno lo indovini. Incontri rari, quasi sempre obbligatori: nella stessa Facoltà, lui docente, io discente, fu persino il mio controrelatore alla tesi di laurea. Incontri più spesso casuali, salvo una volta che volle parlarmi sul tema del teatro sardo, o incontri quasi per interposta persona, sul confine di nostre comuni amicizie (cito soltanto il grande Placido Cherchi, che pubblicamente egli riconobbe come antropologo di levatura mondiale).
Giulio lo percepivo discreto, misurato nella parola e nel gesto, con sotterranea sarda ironia, un velo di malinconia.
Diversa l’amicizia su Facebook, da qualche anno, il modo e il tempo di scambiarci qualche mi piace su una poesia o di obbedire al suo invito a scrivere di qualcosa, per esempio le origini cagliaritane di Marat.
Non un’amicizia dunque particolarmente intima e profonda, la definirei piuttosto come giocosa.
Allora perché mi turba tanto la sua scomparsa?
Forse perché la presenza di Giulio, pur così discreta e, come dire?, inoffensiva, ma solida, mostrava un mondo possibile, come un tavolo su quattro gambe, dove la cultura e la semplicità, garantivano di reggere il peso dei soprusi e degli insulti. E oggi quel tavolo mi sembra zoppicare.
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Aservice studio, 08-07-10 video02 relazione GIULIO ANGIONI
ITACA
SEMINARIO STORIA, CULTURA E PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA
10 Luglio 2008 – Cagliari. Una relazione di Giulio Angioni
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Ricordando Giulio (un pensiero di Aldo Lino)
Mi fa compagnia
Il pensiero di Giulio
Nella camera ardente
Ardente di gioia
Che lui ci ha trasmesso
Con tante parole
Messe insieme felici
A ricordo di passi
A spronare il seguire
Un caro saluto
Da uno che passa
E vuole capire
Quale è il sentiero.
Adesso ci manca
La voce sicura.
Leggiamo in piacere
Le sue poesie
Che certo ci fanno
Dimenticare dolore.
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