Agenda Sardegna. Agroalimentare: salire sul treno in corsa dell’innovazione


Ricerca e innovazione per diversificare e riqualificare il comparto agro-alimentare sardo
di Vanni Tola
La notizia è certamente importante. Quest’anno circa quindici milioni di litri di latte ovino sardo saranno commercializzati in continente o all’estero. Di questi oltre sette milioni di litri andranno nella regione Lazio. Il latte ovino sarà lavorato dall’industria casearia Brunelli, un’impresa che da qualche tempo ha messo in atto una profonda diversificazione delle produzioni derivanti dal latte ovino. I protagonisti della vicenda sono centinaia di pastori di alcuni comuni del nuorese che, con l’aiuto della Coldiretti e rompendo i confini dell’angusto mercato regionale, hanno deciso di ricercare al di fuori dell’isola una maggiore remunerazione del loro prodotto. L’operazione di commercializzazione, iniziata lo scorso anno, aveva fatto ottenere ai produttori una valutazione del latte ovino di ben settantacinque centesimi al litro quando in Sardegna il prezzo medio non superava i sessantatré centesimi. Quest’anno gli accordi stipulati hanno fatto salire il prezzo a settantotto centesimi, ancora meno degli ottanta centesimi percepito dai produttori di latte ovino in altre regioni italiane, ma pur sempre un importante risultato. Gli effetti o le ricadute nel comparto lattiero caseario non hanno tardato a manifestarsi.  PRECEDENTI V.Taladin

Hanno generato da subito un lieve aumento delle quotazioni del prezzo del latte nell’isola ma, soprattutto, hanno riproposto con forza il problema della ristrutturazione del comparto industriale caseario nell’isola. Molti piccoli caseifici non sono più in grado di sostenere il confronto nel mercato e sono destinati alla chiusura. I grandi impianti di trasformazione non hanno ancora creato una seria politica di aggregazione e una consistente e reale diversificazione delle tipologie di formaggi prodotti tali da garantire loro maggiori profitti e la possibilità di corrispondere un prezzo del latte più elevato. La determinazione di vendere nel mercato globale il latte ovino, ma anche altri prodotti agro-alimentari dell’isola, apre una strada maestra per le produzioni isolane che non deve essere sottovalutata o contrastata bensì agevolata con adeguate politiche di continuità e sviluppo dei trasporti commerciali marittimi e aerei. Si ripropone con forza anche l’esigenza di profonde trasformazioni nella produzione del latte e, soprattutto, l’esigenza di creare ad associazioni di produttori capaci di tutelare e riqualificare le produzioni ovine e di curarne la vendita attraverso consorzi per la commercializzazione. L’industria casearia sarda e l’attuale organizzazione produttiva del comparto hanno fatto il loro tempo, devono trasformarsi profondamente. La ricerca scientifica nell’isola, principalmente nel comparto agro-alimentare, sta compiendo passi da gigante nello studio degli alimenti tipici e tradizionali e nel fornire indicazioni preziose ai produttori per la diversificazione e la riqualificazione dei prodotti. E’ un treno in corsa che passa. Dobbiamo saltarci sopra con determinazione e convinzione, anche perché la concorrenza internazionale non ci consente ritardi e distrazioni.

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