Oggi sabato 24 dicembre 2016. Vigilia di Natale.
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Alla vigilia di Natale. La notte santa.
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Punta de billete
Riflessioni
Amri, il mostro in prima pagina. Caso chiuso?
Amsicora su Democraziaoggi.
Vi ho detto che sono un complottista, uno che ne vede dietro ogni avvenimento di qualche rilievo. Bene. Sulla vicenda di Anis Amri nutro qualche dubbio… insomma penso possa esserci un complotto.
Premessa: dalla strage di Piazza Fontana in poi tutti i primi accusati sono risultati poi innocenti. I meno giovani certamente ricordano Valpreda, il ballerino mite e anarchico, sbattuto in prima pagina come l’attentatore, la belva sanguinaria. Ricordano l’anarchico Pinelli che volò dalla finestra della Questura di Milano e tutta la grande stampa a dire ch’era lui l’attentatore, suicidatosi perché vistosi scoperto. Poi sappiamo com’è andata: una forte campagna di controinformazione dei movimenti extraparlamentari (Movimento studentesco, Lotta continua, Il Manifesto etc.) portò a scagionare i due, assolutamente estranei all’attentato, e a inquadrare quell’oscura vicenda come “strage di Stato”. E così è stato in tutte le stragi che hanno insanguinato il nostro Paese in chiave antidemocratica e antipopolare.
Ora cosa c’è che non convince nella vicenda di Amir? Ch’egli abbia lasciato i documenti d’identità e addirittura – sembrebbe – il telefonino sul tir assassino. Vi pare che uno che fa una strage di quella efferatezza vi appone la firma? Non convince, non è razionale, non è ragionevole. Si può obiettare che gli islamici radicalizzati spesso fanno i kamikaze. Ed è vero. Ma l’attentatore di Berlino non lo era, visto che si è dato alla fuga ed ha cercato di farla franca. In questa prospettiva anche lasciare sul camion documenti altrui può essere uno stratagemma. Un modo per depistare. Se così fosse il vero assassino sarebbe ancora in giro, come certo lo sono i suoi complici.
Sarebbe, dunque, il caso che chi può e chi deve, messi da parte i trionfalismi di rito, che hanno tutta l’aria del “metti il mostro in prima pagina”, ”caso chiuso”, non abbandoni l’inchiesta. E lo faccia con rigore e in modo critico. Ricordando – ripeto – che di solito in queste vicende chi commette la strage tende a depistare offrendo indizi sbagliati, che spesso i primi incolpati sono risultati innocenti, vittime di depistaggi appunto, e poi – dulcis in fundo – dietro questi fatti, ci sono spesso i servizi segreti e gli immancabili… complotti!
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