Oggi venerdì 11 novembre 2016 – I Sindaci Sardi in piazza
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Oggi, venerdì 11 novembre alle ore 10,00 i Sindaci Sardi si troveranno a Cagliari, nella Piazza del Carmine, dalla quale, in corteo, si dirigeranno sotto il palazzo del Consiglio Regionale, per manifestare il loro disappunto alla Regione e al Governo per i vincoli imposti dal Bilancio Armonizzato.
I Sindaci Sardi, hanno elaborato un documento unitario contro i vincoli del bilancio armonizzato, ad oggi sottoscritto da oltre 260 Sindaci Sardi, moltissimi dei quali lo hanno approvato anche nei rispettivi Consigli Comunali.
I Sindaci chiedono di poter utilizzare l’avanzo di amministrazione (risparmi di spesa) e di poter appaltare le opere pubbliche.
I Comuni Sardi, si trovano nell’inconcepibile situazione di avere fondi in banca, ma di non poterli utilizzare. Tali risorse, sono necessarie per amministrare i Comuni ed erogare servizi essenziali ai cittadini, quali ad esempio: il ripristino dei danni alluvionali, la sistemazione della viabilità urbana ed extraurbana, l’assistenza sociale e l’edilizia scolastica.
I Sindaci Sardi, consegneranno al Presidente Francesco Pigliaru ed ai Gruppi consiliari il documento unitario, confidando nell’accoglimento delle istanze presentate dai territori della Sardegna.
(Comunicato stampa)
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VI SPIEGO L’IMPORTANZA DELLA MANIFESTAZIONE DEI SINDACI DELLA SARDEGNA [OGGI A CAGLIARI]
Il post del primo cittadino di Oniferi Stefania Piras (del 10/11/2016).
di Redazione Sardegna Live
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Una nota politica sulle manifestazioni dei Sindaci sardi. Sindaci sardi, protestate (giustamente) per l’accentramento dei servizi, ma tacete sull’accentramento dei poteri a Roma.
Amsicora su Democraziaoggi.
VI SPIEGO L’IMPORTANZA DELLA MANIFESTAZIONE DEI SINDACI DELLA SARDEGNA VENERDI’ A CAGLIARI
Ora cerco di spiegare in parole molto povere il perché della manifestazione dei Sindaci di domani [venerdì 11 novembre] a Cagliari.
Prendete un comune a caso: Oniferi. Comune De Onieri.
Nel 2017 faremo l’estrazione del sughero che, nella peggiore delle ipotesi, porterà 300 mila euro nelle casse comunali.
Il sughero si estrae nei periodi maggio-luglio.
Mettiamo che il comune incassi le 300 mila euro ad agosto, a fine estrazione.
In un mondo normale (come accadeva fino al 2015) il comune avrebbe tenuto i 300 mila euro in cassa e avrebbe programmato gli investimenti da fare (sistemazione strade, campo sportivo, cantieri etc etc.) nel corso degli anni 2018, 2019, 2020.
Nel mondo di oggi funziona che se il comune incassa ad agosto 2017 i 300 mila euro e non li spende entro il 31/12/2017, quelle somme non possono più essere spese.
Vanno in “avanzo di amministrazione” e non possono più essere impegnate poiché di competenza del 2017.
Quindi la scelta del comune dovrebbe essere quella di spendere tutto subito (in 4 mesi è molto difficile per via di normative sugli appalti molto stringenti) oppure di perdere quello che non si riesce a spendere subito.
Ma quei soldi NON sono e NON DEVONO andare allo STATO. Sono soldi dei cittadini di Oniferi!!!
È uno scandalo che porta gli amministratori onesti, pur di non perdere i soldi, a scialacquare risorse che possono essere programmare in maniera utile e ponderata.
Questo esempio vale per tutte le entrate dei comuni, ordinarie o straordinarie.
Un esempio che rende bene l’idea del furto che si sta compiendo ai danni dei comuni e dei cittadini.
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Foto: Stefania Piras, sindaco di Oniferi (F. P. Mattana) http://www.labarbagia.net/notizie/attualita/2435/il-sindaco-di-oniferi-scrive-a-beppe-grillo
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Sindaci sardi, protestate (giustamente) per l’accentramento dei servizi, ma tacete sull’accentramento dei poteri a Roma.
11 Novembre 2016
Amsicora su Democraziaoggi.
Sindaci della Sardegna, ascoltatemi! Con tutto il rispetto per la carica, mi sembrate come quel bel giovane che ha fatto sfracelli perché volevano tagliargli la bella criniera e tacque mentre gli asportavano… gli attributi. Non che la sanità sia cosa secondaria come non lo è, in fondo, neppure la bella chioma. Ma quel corteo per la sanità l’altro ieri a Cagliari con tanto di fasce tricolori e la folta delegazione in Consiglio regionale per chiedere il mantenimento dei “i piccoli ospedali”, stride fortemente col vostro silenzio sulla deforma costituzionale con la quale Renzi & C. vi vogliono portare via il bene più prezioso: l’autonomia locale, la capacità di decidere o concorrere alle decisioni sugli interessi delle vostre comunità. Lo so cosa obiettate: poche chiacchiere! qui si tratta di salvare le strutture territoriali, di scongiurare il rischio di allontanare sempre più i servizi sanitari dai territori, dalle periferie. Non sarò certo io a darvi torto. Anzi! Avete ragione da vendere. Ma non vi siete accorti che vi hanno già portato via la rappresentanza provinciale, ossia uno strumento di cura e difesa dei vostri interessi zonali. Certo le province non erano un turbine di efficienza. Bisognava rivederle a fondo, sempre meglio, tuttavia, della situazione attuale. Al posto degli organi rappresentativi provinciali vi hanno piazzato un Commissario, nominato dalla Giunta regionale e voi avete approvato o taciuto. Sapete cosa avete accettato? Di vedere sostituita la voce unitaria dei vostri territori, mediante rappresentanti diretti delle comunità, con quella di un burocrate, espressione della macchina regionale. Comando dall’alto in luogo della espressione diretta delle popolazioni territoriali. Un colpo diretto all’art. 5 della Costituzione che “riconosce e promuove le autonomie locali”, e cioé sancisce che le province previste nel titolo V siano espressione dell’autonomo indirizzo politico-amministrativo delle comunità locali espresso attraverso assemblee elettive.
Certo, avete fatto bene, col corteo dell’altro ieri a chiedere all’Assemblea sarda una pausa di riflessione sul riordino della rete ospedaliera, approvata a luglio 2015 dalla Giunta e ancora all’esame della commissione sanità, ma siete ciechi e muti quando con lo scasso del Senato vi tolgono il diritto di scegliervi anche i senatori. Posso farvi una osservazione? Vi lamentate dello scippo dei servizi e tacete sul furto di rappresentanza. Non tenete conto del fatto che si tratta di un tutt’uno. Sono entrambi espressione del neoaccentarmentio che si esprime nella politica e nell’amministrazione. Vi ricordo che l’art. 5 della Costituzione sancisce il principio delle autonomie locali e del decentramento e che Renzi e i suoi servetti locali attaccano l’una e l’altra nella prospettiva di un forte neocentralismo.
Voi sindaci e il comitato paventate che “ci sia un numero sempre maggiore di sardi esclusi dal servizio sanitario pubblico”. Lo scrivete sugli striscioni appesi all’ingresso del Consiglio regionale. Lamentate giustamente – attraverso il portavoce della Rete per la salute pubblica – che attualmente 250mila i sardi hanno dovuto rinunciare alla sanità pubblica. Dite che questa è una cifra è destinata ad aumentare se si allungano le distanze tra presidi e cittadini. Ma non dite con altrettanta forza che lo scasso costituzionale Renzi-Boschi-Verdini toglie a ben più di 250 mila sardi delle zone periferiche la rappresentanza e tarpa la Sardegna intera di una parte consistente della propria autonomia. Chiedete all’Assemblea regionale di fare pressing sulla Giunta per ottenere una pausa di riflessione costruttiva e un maggiore coinvolgimento delle comunità e della società, ma non stigmatizzate la vergognosa genuflessione a Roma dei Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale di fronte al tentativo d’introduzione di un duro neocentralismo nel Paese con lo stravolgimento della nostra Costituzione.
Siete venuti in piazza a Cagliari, l’altro giorno, dal Sarrabus, Sarcidano, Barbagia e Iglesiente. Siete ricorsi alla manifestazione, pur essendo sindaci e avendo diritto a canali istituzionali diretti con la Regione, perché ormai avete perso ogni rappresentanza territoriale e ogni considerazione del vostro importante ruolo. Fra voi sindaci e la Regione c’è già il vuoto. Se non dite alto e forte un NO alla deforma Renzi il vuoto si estenderà al Senato e alla Regione. I vostri territori e la Sardegna intera saranno solo passivi destinatari di comandi da Roma e dei loro pretoriani regionali. Non vi sembra ora di darvi una mossa? Di fare una protesta generalizzata? Di mobilitarvi per la difesa e rilancio delle autonomie territoriali riconosciute dalla Costituzione? Se non ora, quando?
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- Le foto sono della pagina fb di Claudia Zuncheddu leader di Sardigna Libera.
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