Oggi lunedì 31 ottobre 2016
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Oggi lunedi 31 Ottobre, alle 17.30, con ‘Costituzione e legge elettorale, Italicum’, proseguono le Letture della Costituzione, organizzate dall’ANPI di Cagliari e dal Comitato per il NO presso l’Hostel Marina, Scalette S. Sepolcro, nella sala che sta al piano della Reception e che si affaccia sul cortile interno. Introduce Gianna Lai, dell’ANPI di Cagliari. Interviene Costantino Murgia, Docente di Diritto costituzionale comparato, presso l’Università di Cagliari.
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Lanusei: la deforma Renzi lascia senza rappresentanza gli ogliastrini, ma il NO la sommergerà .
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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‘Costituzione e legge elettorale, Italicum’
(Gianna Lai, ANPI) Perchè queste Letture? Perché quando si modificano 47 articoli della Seconda Parte, non si può dire certo che il resto della Costituzione rimane uguale. Così, per esempio, eliminare l’elezione diretta del Senato significa incidere sulla sovranità popolare e sul carattere democratico della Prima Parte, quella dei diritti e delle tutele dei cittadini. Col combinato disposto dell’Italicum, che prevede la nomina dei capilista e un esorbitante premio di maggioranza, si consegna il Paese a qualsiasi forza prenda al ballottaggio un voto in più dell’altra, pur senza raggiungere neanche il 20% dei voti stessi. Ed anche questo è un vulnus della rappresentanza e della sovranità popolare.
L’ANPI è impegnata nella campagna referendaria insieme al Comitato per il NO, alla CGIL e all’ARCI, e queste Letture nascono dall’esigenza dei giovani dell’Associazione, di un dibattito sui temi aperto a tutti. Momento di aggregazione e di formazione, da affiancare a tutte le iniziative (banchetti nelle strade e nelle piazze e distribuzione di materiale, musica e letture all’aperto, come veri presidi di democrazia e di partecipazione), contro l’attacco alla sovranità popolare contenuto nella legge di modifica costituzionale Renzi-Boschi.
Questo carattere hanno avuto i primi tre incontri sui Principi fondamentali e sui Diritti sociali, Lavoro, Scuola e Salute che, per la vivacità e l’immediatezza della discussione, hanno confermato l’esigenza di confronto e di approfondimeno. Si prosegue lunedi 31 0ttobre con il quinto: “Costituzione e legge elettorale, Italicum”. Introduce Gianna Lai, dell’ANPI di Cagliari. Interviene Costantino Murgia, Docente di Diritto costituzionale comparato, presso l’Università di Cagliari.
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Lanusei: la deforma Renzi lascia senza rappresentanza gli ogliastrini, ma il NO la sommergerà .
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Ho già detto che dai territori le ragioni del NO al referendum sono più comprensibili. E ne ho avuto conferma l’altra sera a Lanusei, dove ho partecipato ad un affollato confronto fra il sì ed il NO, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Lanusei. La prima conferma è venuta all’inizio del dìbattito, il rappresentante del sì, un avvocato di Lanusei del PD, ha preteso di “spiegare” ai presenti il testo renziano attraverso un video, prodotto nientemeno che da un certo Fusaro, oscuro capofila dei “costituzionalisti” renziani contro la cultura costituzionale alta, fatta dagli ex presidenti della Corte costituzionale e dai maestri del diritto costituzionale in attività da Zagrebelsky, a Pace, a Onida, a Villone a Dogliani, per citarne solo alcuni… Un video di parte, ovviamente, che il rappresentante del sì spacciava per informazione obiettiva, subito contestato dai presenti, e di cui il presidente dell’Ordine forense ogliastrino ha interrotto la proiezione per palese violazione della par condicio. Una dimostrazione dell’arroganza del PD, che a livello centrale occupa tutti gli spazi readiotelevisivi e pretende di farlo anche in periferia in modo sfacciato e protervo, perfino in un dibattito organizzato da giuristi.
Poi è iniziato il confronto ed è emerso un dato sconcertante, e cioé che il sì è d’accordo perché il senato non sia elettivo e, dunque, non rappresentativo dei territori. Di più e peggio: il rappresentante del sì si è detto d’accordo a che lo Stato, per mano del governo, possa accentrare su di sé tutte le scelte strategiche sull’energia e togliere alle regioni perfino il diritto d’essere consultate. E dire che tutto questo viene detto in una zona dove nel 2009 il Governo, attraverso il c.d. decreto sullo sviluppo, voleva localizzare una centrale nucleare. L’Ogliastra – disse il governo – risponde ai requisiti per l’installazione! Ha un meraviglioso angolo di terra, nei pressi della foce del Rio Mannu, dove una centrale nucleare ci sta proprio bene! Lì si voleva la centrale! O, se non proprio una centrale, in ragione del suo isolamento, il luogo di stoccaggio per le scorie radioattive (in alternativa o in aggiunta alle gallerie delle miniere del Sulcis!).
Solo la protesta composta, ma ferma delle popolazioni e dei sindaci ogliastrini ha respinto al mittente quei progetti. Forse l’avvocato renziano mio contraddittore, che ha ammesso l’episodio, allora era fra i manifestanti perché al governo c’era Berlusconi, ma oggi che c’è Renzi, gli va bene addirittura la cancellazione dalla Costituzione del diritto della Regione ad essere informata e sentita, insieme alle istituzioni locali, prima di tali decisioni. E mentre il pubblico rumoreggiava, il sostenitore del Sì diceva che in fondo tutto rimarrà come prima, perché se si vota sì ciò che verrà meno sarà solo [sic!] il diritto delle istituzioni regionali d’essere consultate. Tradotto in lingua sarda: per quelli del sì è bene che unilateralmente e senza neppure preavviso il governo installi centrali nucleari o ponga nell’isola le scorie nucleari o decida di trivellare il nostro territorio o di sommergerlo di pale eoliche o panelli solari e simili! E se la gente protesta? Ho avuto buon gioco a dire che, se le popolazioni, a maggioranza, il 4 dicembre diranno sì all’accentramento di queste decisioni, il governo si sentirà legittimato a reprimere con la forza manifestazioni di protesta come quelle del 2009, in quanto “antidemocratiche”.
In questi territori questo è un tasto dolente, si sente molto il peso della progressiva cancellazione di ogni rappresentanza. Un senato formato dal presidente della Giunta, dal sindaco di Cagliari o Sassari e dal leader dell’opposizione in Consiglio regionale, come prevede la deforma Renzi, è di solito affare che si gioca tra Cagliari e Sassari, nelle oscure segreterie dei partiti o delle consorterie politiche, le periferie saranno totalmente escluse. Ma chi ne rappresenterà le esigenze e i bisogni? All’Ogliastra hanno tolto la provincia, ora voglio togliere ospedale e tribunale, cosa rimarrà a Lanusei? Chi difenderà le loro sacrosante ragioni? In questa lotta fra poveri, non saranno certo le città dove questi servizi verranno trasferiti a protestare. Insomma, la mancanza di rappresentanza finirà per sguarnire le zone periferiche di diritti elementari, la scuola, la sanità, le poste, la giustizia. Provocherà lo scadimento della qualità della vita, incrementerà lo spopolamento. Gli avvocati ogliastrini, ad esempio, senza tribunale, dovranno spostarsi a Nuoro o a Cagliari, al pari dei malati senza ospedale, saranno soggetti ad una perdita secca anzitutto, costretti a continui spostamenti, al pari di chi vuole studiare o curarsi.
Non sono questioni di campanile, in gioco c’è la rappresentanza, la capacità dei territori di concorrere democraticamente alle decisioni che li riguardano. In gioco c’è l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio effettivo e concreto dei diritti fondamentali. Renzi dice che non tocca la prima parte della Costituzione, ma questa diritti veranno ancor più intaccati! I sindaci ogliastrini, nei documenti del 2009, chiedevano trasparenza e ascolto sui criteri di scelta della localizzazione del nucleare sul proprio territorio; pretendevano di conoscere i progetti del governo e di concorrere alle decisioni nazionali per mezzo delle proprie istituzioni rappresentative. Dopo aver perso la provincia elettiva, si vuol togliere loro anche il diritto di scegliere i senatori e e si vuole negare alla Regione sarda di dire la propria sulle scelte energetiche statali. Se pensiamo alle iniziative per togliere anche Tribunale e Ospedale, vien proprio da dire che gli oglistrini li si vuole lasciare in mutande e senza neppure il diritto di protestare! Anzi i sostenitori del sì vorrebbero che questi cittadini dicessero sì a questa fregatura.
L’altra sera a Lanusei, l’uditorio di fronte a questa prospettiva contenuta nella deforma Renzi, nella stragrande maggioranza, ha mostrato fastidio e anche rabbia. Si son sentiti presi in giro. Come dargli torto? Un bel NO è la risposta semplice e giusta per mettere le basi per una prospettiva diversa, rispettosa dei diritti fondamentali e protesa verso la pari dignità sociale dei cittadini.
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