Ripensare la città. Senza la partecipazione popolare non c’è presente e futuro accettabili

lezione alla scuola popolare 1971Oltre i festival, per una nuova alfabetizzazione

di Ottavio Olita, su il manifesto sardo.

Area vasta, città metropolitana, grandi dimensioni per un futuro che si spera migliore. Ma quale attenzione per gli storici quartieri periferici viene posta nelle dichiarazioni programmatiche della nuova giunta di Cagliari? Vediamo cosa c’è scritto di specifico.

A pag. 18: “Proseguirà la cura delle azioni possibili per garantire i diritti di tutela sociale e giuridica dei minori stranieri non accompagnati, in una logica di corretto raccordo interistituzionale e con l’obiettivo di produrre vera inclusione sociale. Saranno rafforzate le azioni che hanno già portato ottimi risultati: il progetto ‘Centri di Quartiere’ a San Michele, Mulinu Becciu, Pirri e Marina (in fase di realizzazione Centro di Quartiere a Sant’Elia), il potenziamento di attività oratoriali destinate a spazi di accoglienza per minori dai 6 ai 18 anni, lo sviluppo del servizio ‘educativa di strada’ a favore di adolescenti e giovani di età compresa tra 14 e 21 anni nel quartiere di Sant’Elia e nel quartiere di San Michele, l’ufficio Mediazione e lo Spazio famiglia”.

Alle pag. 27 e 28: “A seguito di un’approfondita analisi di contesto, il Comune di Cagliari, in coprogettazione con il Centro Regionale di Programmazione della Regione, ha individuato nei quartieri di Is Mirrionis e San Michele l’area urbana per un Investimento Territoriale Integrato (ITI). La proposta progettuale prevede un intervento di rigenerazione urbana, inteso quale insieme di azioni materiali e immateriali integrate fra loro. L’intervento è articolato su due livelli:

la riqualificazione urbana, finalizzata al recupero edilizio di contesti caratterizzati da elevato disagio abitativo con prevalenza di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), mediante interventi di riduzione dello stato di degrado degli immobili e miglioramento e incremento delle strutture e degli spazi pubblici;
le azioni di supporto e accompagnamento all’inclusione dei residenti nel quartiere, con l’obiettivo di creare un contesto sociale in cui si previene il disagio, si crea coesione sociale e si risponde ai bisogni insieme alle istituzioni, al fine di accrescere il capitale sociale.
L’ITI si compone di 6 azioni declinate in sub-azioni. Gli obiettivi previsti devono essere raggiunti entro 48 mesi, tempo entro cui devono anche essere completati gli interventi. Le azioni previste riguardano:

il miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere attraverso la realizzazione di azioni che stimolino la partecipazione attiva dei residenti alla vita pubblica (Azione 1);
il recupero funzionale dell’Hangar per la realizzazione di una ‘casa del quartiere’ in cui svolgere attività di animazione territoriale e inclusione sociale (Azione 2);
il recupero della ex scuola di via Abruzzi per realizzare servizi di cura socio educativi (Azione 3);

la riqualificazione dell’istituto comprensivo Ciusa per la realizzazione di un polo didattico-scientifico (Azione 4);
innovazione sociale e inclusione attiva, attraverso progetti orientati all’occupazione e alla creazione d’impresa (Azione 5).
Tutte le azioni saranno accompagnate da un processo partecipativo per informare, costruire consapevolezza sulle opportunità di cambiamento materiale e immateriale, costruire un percorso di fiducia per promuovere e guidare la crescita e la responsabilità civile degli abitanti del quartiere (Azione 6)”.

Le sei azioni indicate sono evidentemente frutto di una valutazione di quel che è accaduto in questi quartieri negli ultimi decenni e quel che continua a determinarsi in particolare tra le giovani generazioni. Come fare per rendere efficaci gli interventi? Come passare dall’enunciazione alla pratica? Come riuscire a raggiungere gli obiettivi se non si crea una sorta di task force realmente operante nel quartiere che svolga opera di aggregazione, socializzazione, diffusione della conoscenza? Bisogna innanzi tutto ricorrere alle associazioni e ai gruppi di volontariato che operano già all’interno per aiutarli ad incrementare e migliorare i loro interventi. Bisogna inoltre mettere a disposizione gli spazi necessari. Perché, ad esempio, non recuperare a questo fine quel Centro Culturale, diventato ormai un rudere, che negli anni ’70 del secolo scorso ospitò l’esaltante esperienza della Scuola Popolare di is Mirrionis?

L’appello è rivolto soprattutto al nuovo assessore comunale alla Cultura, Paolo Frau, che conosciamo molto sensibile a questi temi e al quale sottoponiamo un’altra nostra riflessione: siamo proprio sicuri che la strada migliore per diffondere curiosità culturale sia la spettacolarizzazione degli eventi? I festival dei generi più disparati muovono gli interessi e le curiosità dei già informati, dei lettori più avvertiti, degli intellettuali frequentatori delle antiche terze pagine dei giornali, delle librerie, delle biblioteche. Servono anche, senz’altro, a far giungere nuovi visitatori.

Ma perché non impiegare altrettante energie intellettuali ed economiche per favorire una nuova alfabetizzazione nelle periferie, dando gambe possenti a quelle sei Azioni così diligentemente elencate? La buona volontà è bella ma non basta. Perché non cominciare a coinvolgere molto di più i Comitati, le Associazioni, i gruppi di volontari che già operano e quindi conoscono bene quelle realtà così diverse dai tanti salotti e cenacoli letterari pubblici e privati?
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Libro SP Is Mirrionis ca
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Approfondimenti sull’ITI (da Aladinews)
via Is Mirrionis segue numerazione
Por FESR Sardegna 2014-2020 Parte ITI Investimenti Territoriali Integrati

Azione 9.6.6. Interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva, inclusi interventi per il riuso e la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alle mafie

Descrizione della tipologia e degli esempi di azioni da sostenere.

L’azione che si intende sostenere è incardinata nell’ambito della Strategia per le Aree urbane ed è finalizzata a sperimentare, in stretta sinergia con le altre azioni del presente Asse (9.3.8 e 9.4.1), un approccio multidisciplinare alle problematiche della legalità orientato alla vita della comunità promuovendo la sperimentazione di progetti innovativi improntati su politiche di prevenzione.

Si intende, quindi, favorire il recupero funzionale e il riuso di vecchi immobili pubblici da destinare a spazi di relazione per il quartiere e l’intera comunità locale, nella piena convinzione che la rifunzionalizzazione di spazi pubblici dismessi o sottoutilizzati in stretto collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione attiva, possa rispondere a una duplice finalità: da un lato evitare l’ulteriore degrado dell’area, dall’altro rappresentare una leva di coesione sociale.

Gli interventi infrastrutturali saranno funzionali alle attività di animazione sociale che sul territorio si intenderà promuovere, per diventare dei luoghi fisici di partecipazione attiva dei cittadini, degli spazi in cui sviluppare un lavoro di prossimità. Tali iniziative dovranno fungere da catalizzatore per la costruzione di nuove reti di relazione e rappresentare dei luoghi in cui si potranno intercettare i problemi sociali della famiglia, degli anziani, delle persone inoccupate e disoccupate in cerca di lavoro, e diventare delle vere e proprie “case di quartiere”, in grado di offrire servizi alla collettività (supporto alla genitorialità, sostegno alla legalità, prevenzione di fenomeni di devianza giovanile e/o abbandono scolastico).

Particolare attenzione verrà data alla sostenibilità di gestione nel medio-lungo periodo dei servizi realizzati, garantendo adeguate analisi di fattibilità ex ante, l’individuazione di risorse per lo start-up e l’avvio immediato delle procedure di selezione degli eventuali soggetti gestori, anche contestuale alla progettazione, così da incorporare l’effettivo fabbisogno del gestore.

Infine, le azioni afferenti le aree urbane saranno realizzate, secondo quanto previsto nell’ambito della strategia regionale su Agenda Urbana, attraverso il ricorso allo strumento degli Investimenti Territoriali Integrati nelle tre maggiori aree urbane (Cagliari, Sassari e Olbia), con l’affidamento della responsabilità di attuazione alle Autorità Urbane. Con riferimento all’area di Cagliari e agli interventi previsti nell’ambito del PON Metro, la demarcazione avverrà su base territoriale, con l’individuazione di un quartiere target per il POR e il sostegno a iniziative anche di scala metropolitana nei diversi settori di intervento del PON METRO.

Contributo atteso al perseguimento dell’obiettivo specifico

Si ritiene che attraverso tali azioni si possa migliorare la legalità di aree degradate delle principali città attraverso il recupero funzionale e riuso di vecchi immobili in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione attiva della comunità locale.

Principali gruppi di Destinatari: Categorie sociali fragili Territori specifici interessati: Territori urbani degradati Beneficiari: Enti locali; Enti Pubblici

www.sardegnaprogrammazione.it
sardegnaprogrammazione.it
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ITI IS MIRRIONIS

SCHEDA COMUNE DI CAGLIARI
EXECUTIVE SUMMARY
- segue –

ITI IS MIRRIONIS

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Scheda Investimento Territoriale Integrato (ITI) del Comune di Cagliari
1. AREA DI INTERVENTO
La proposta progettuale prevede un intervento di rigenerazione urbana, inteso quale insieme di azioni immateriali e azioni materiali integrate fra loro, all’interno dell’area urbana di Cagliari, nell’ambito territoriale che comprende il quartiere di Is Mirrionis e una parte del confinante quartiere di San Michele . Il territorio in cui insiste il programma si estende dal Colle di San Michele fino alle pendici di Monte Claro, rispettivamente a nord est e a sud ovest dell’area, che risulta ben collegata al resto della città e all’Area vasta dalle principali arterie stradali (Asse mediano di scorrimento, la S.S.130, S.S.131 e S.S.554) e dalla rete di trasporto pubblico che serve la zona.

Il quartiere di Is Mirrionis, tra i più popolosi del capoluogo, è caratterizzato da una forte presenza di edilizia residenziale pubblica, in gran parte realizzata per rispondere all’emergenza casa tra gli anni ’40 e ’70 del novecento. Questa peculiarità, unitamente allo stato di diffuso degrado del contesto urbano (edifici e spazi pubblici) e al disagio sociale ed economico dei suoi abitanti, ha contribuito al perdurare di una immagine negativa della zona, che ancora oggi è considerata “periferia”.
Per comprendere pienamente le caratteristiche di Is Mirrionis è stata sviluppata una dettagliata “lettura” del territorio oggetto della proposta di intervento, attraverso una specifica analisi di contesto necessaria per analizzare il rione rispetto ad alcuni elementi che lo caratterizzano e contraddistinguono e in funzione della qualità del suo capitale sociale intesa quale qualità dell’abitare e qualità delle relazioni:
− vicende urbanistiche che ne hanno segnato l’evoluzione;
− qualità e i modi d’uso degli spazi di vita;
− analisi demografica e condizione sociale ed economica dei residenti;
− dotazione dei servizi.

Tavola 2 – Area metropolitana di Cagliari e dati popolazione residente
Tavola 1 – Il quartiere di Is Mirrionis – San Michele

2. RISULTATI DELL’ANALISI DI CONTESTO (ESCLUSIONE, POVERTÀ, DIPENDENZA)
Attraverso l’analisi condotta, oltre alle criticità riferite al degrado fisico dei luoghi, alla struttura demografica, che risulta sempre più invecchiata e con un numero sempre maggiore di persone anziane sole (soprattutto donne), ad una generale difficoltà da parte delle famiglie a svolgere funzioni minime genitoriali, da cui si originano fenomeni di devianza giovanile, si è riscontrato il crescere del fenomeno della deprivazione, costituita di rinunce a consumi a volte anche essenziali, condizione che prelude alla povertà estrema.
L’analisi della struttura demografica e del contesto socio-economico, unitamente ad una ricognizione puntuale della condizione degli immobili di proprietà della Amministrazione comunale, richiama un profilo di impoverimento complessivo del capitale umano e materiale: perdita di popolazione residente, elevata presenza di donne sole e di popolazione anziana (indice di vecchiaia del 293,37), un crescente numero di popolazione immigrata, elevati tassi di disoccupazione giovanile e maschile, complessivo degrado del patrimonio dell’edilizia pubblica e degli spazi comuni del quartiere. Questa situazione ricalca una generale condizione di esclusione riferita a una dimensione multidimensionale di deprivazione e ineguaglianza.
Il quadro tratteggiato evidenzia, in sintesi, la presenza nel quartiere di 4 forme di esclusione.
1. Esclusione economica: gli individui non hanno l’opportunità di partecipare attivamente nei sistemi produttivi.
2. Esclusione sociale: individui che hanno un basso accesso ai servizi sociali (salute ed educazione), scarse opportunità di accesso alla partecipazione sociale, ai processi decisionali ed alla legittimazione sociale che ne deriva.
3. Esclusione culturale, che si distingue in due forme: marginalizzazione ed esclusione perché si è percepiti come diversi/inferiori.
4. Esclusione politica: mancato godimento dei diritti di cittadinanza, quando non si ha la possibilità di accedere direttamente alla partecipazione politica e ai processi che riguardano direttamente gli esclusi.

3. STRATEGIA DI SVILUPPO TERRITORIALE INTEGRATA
Le criticità individuate, e le forme di esclusione ad esse correlate, fanno emergere la necessità di un’azione mirata ed efficace tesa a fornire risposte concrete in termini di riqualificazione urbana e inclusione sociale.
Si intende nello specifico affrontare, e contribuire a risolvere, il problema del disagio familiare e della esclusione attraverso un insieme di interventi integrati e intersettoriali di riqualificazione degli spazi di vita e di sostegno ai soggetti deboli, con l’applicazione di un modello di “welfare di comunità” capace di restituire al quartiere un ruolo di centralità rispetto alla città consolidata e all’Area vasta di Cagliari.
Per welfare di comunità, in particolare, si intende un modello di società solidale che si auto-organizza promuovendo essa stessa l’erogazione di servizi, attraverso sinergie fra attori sociali, pubblici e privati (profit e non), costruite su una normazione contrattuale innovativa basata su un’etica della corresponsabilità. Si tratta cioè di far interagire, in modo sistematico e permanente, la sfera politico-istituzionale, la sfera dell’impresa e la sfera della società civile . ¬
La proposta, pertanto, è articolata su due livelli, strettamente interconnessi, che agiscono quali leve strategiche per poter perseguire:
• la riqualificazione urbana, finalizzata al recupero edilizio di contesti caratterizzati da elevato disagio abitativo con prevalenza di edifici di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), mediante interventi di riduzione dello stato di degrado degli immobili e miglioramento della qualità abitativa e insediativa, di adeguamento, miglioramento e incremento delle infrastrutture e degli spazi pubblici;
• le azioni di supporto e accompagnamento all’inclusione dei residenti nel quartiere con l’obiettivo di creare un contesto sociale in cui si previene il disagio, si crea coesione sociale e si risponde ai bisogni insieme alle istituzioni, al fine di accrescere la qualità del capitale sociale.
La strategia delineata sarà attuata attraverso un approccio metodologico ispirato all’empowerment. L’empowerment è un processo che tende a mettere in luce i bisogni sia individuali sia sociali e nel contempo costruire in modo condiviso strategie e strumenti per la soddisfazione dei medesimi. Si intende proporre un approccio che fa riferimento al metodo del Practical Urban Appraisal fondato sul principio che le soluzioni che fanno proprie le visioni condivise hanno una capacità di radicamento e di crescita dei partecipanti, facendo leva sulla loro responsabilizzazione.
La crescita della cittadinanza attiva, il rafforzamento delle reti sociali deboli, il superamento della vulnerabilità e dell’esclusione declinata nelle quattro componenti sociale, culturale, economica e politica, attraverso l’empowerment sociale, favoriscono la rimozione degli ostacoli al cambiamento. Le azioni individuate, coordinate da una processo partecipativo e valutativo trasversale promuovono, supportano e guidano la crescita della responsabilità civica. La sfida è che cittadini esclusi, riconoscendo loro il potenziale di co-partecipazione alle decisioni, diventino gli attori del cambiamento e non siano semplici beneficiari di un intervento pubblico. Lo sviluppo della Citizen participation and accountability, quale esito immateriale delle azioni individuate, è uno dei risultati finali dell’ITI.

4. PACCHETTO INIZIATIVE DA IMPLEMENTARE
Azione 1 – Miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere attraverso la realizzazione di azioni materiali e immateriali
Interventi di adeguamento di alloggi di proprietà pubblica per incrementare la disponibilità di residenze sociali e servizi abitativi, rispondere alle esigenze di persone con disabilità/anziani con problemi di ridotta autosufficienza e interventi di sperimentazione di modelli innovativi sociali e residenziali per categorie molto fragili (cohousing, portierato sociale, bonus malus).
La proposta, articolata in un sistema di azioni interdipendenti, vuole incidere da un lato sulla dimensione materiale dell’abitare, intervenendo sullo spazio fisico e sul miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti, e dall’altro su quella immateriale, perché orientata alla costruzione di modelli di carattere socio- inclusivo tesi anche alla costruzione di rapporti di buon vicinato e più in generale a stimolare la partecipazione attiva dei residenti alla vita pubblica.
Precondizione per garantire il buon esito dell’azione è l’attivazione di un percorso di informazione, consultazione e coinvolgimento degli assegnatari degli alloggi comunali e dei soggetti locali portatori di interesse, prima dell’avvio dei lavori di adeguamento degli edifici/alloggi.

Azione 2 – Hangar: recupero funzionale e riuso
L’utilizzo di spazi pubblici dismessi o sottoutilizzati in quartieri degradati risponde ad una duplice esigenza: evitare il sotto utilizzo che determina il lento degrado degli spazi e reimmettere in un ciclo vitale un bene comune. In tale logica, il recupero è considerato leva di coesione, di stimolo culturale e di rilancio socio-economico.
Tali brevi considerazioni hanno guidato la scelta dell’Hangar – ex Centro regionale di formazione – quale spazio su cui avviare un’iniziativa pilota dal forte valore paradigmatico, oltre che capace di dare risposta all’esigenza di mettere a disposizione della cittadinanza un luogo di aggregazione e integrazione sociale. L’azione, infatti, completa, arricchendolo di elementi nuovi, il percorso “Cosa fare nell’Hangar?”, attivato dall’Agenzia Regionale del Lavoro nell’ambito del progetto “Med More and Better Jobs Network” , che ha fatto emergere il desiderio degli abitanti di fare di questo luogo un nuovo spazio di relazione per il quartiere.

Azione 3 – Recupero strutture esistenti per realizzare servizi di cura socio-sanitari (ex Scuola via Abruzzi)
L’integrazione tra servizi sanitari e servizi socio-assistenziali è uno dei temi più rilevanti per una Pubblica Amministrazione. Per cercare di superare la frammentazione e variabilità che caratterizza l’attuale sistema, occorre promuovere un’omogeneizzazione dell’offerta, favorendo progetti di collaborazione in rete tra i vari servizi sociali territoriali. Al fine di migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, il Comune di Cagliari intende procedere attraverso il recupero funzionale dell’ex Scuola di via Abruzzi, per destinarla a Struttura Socio Sanitaria Integrata rivolta agli anziani (Centro diurno e Poliambulatorio – presidio di Medicina Generale).

Azione 4 – Progetti per le scuole
La scuola e la formazione rappresentano un altro importante ed essenziale tassello all’interno dell’ITI e nella rilettura del quartiere sulla base dei problemi e fabbisogni emersi. L’intervento in questo settore riguarda sia elementi di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale. Si intende operare al fine di creare migliori condizioni di fruibilità della scuola rispetto a diversi aspetti: quello fisico (rinnovo dell’edilizia scolastica) e quello legato alla fruibilità e attrattività della scuola, al fine di contribuire ad aumentare la propensione dei giovani a non fuoriuscire dal percorso scolastico.
Si intende realizzare un intervento nell’Istituto Comprensivo Ciusa di via Meilogu (comprendente due scuole dell’infanzia, una scuola primaria, due scuole secondarie di primo grado e sede di coordinamento del Centro Territoriale Permanente CTP 023 – Educazione degli adulti), operando nella direzione della costruzione di una smartschool innovativa, sia negli spazi sia nell’approccio alla didattica, nell’utilizzo delle tecnologie e nell’apertura della scuola verso l’esterno in particolare verso il quartiere.
Il secondo intervento, denominato “CartaCanta”, riguarda la creazione di un laboratorio triennale di educazione scenica, musicale e scenografica per la progettazione, la prova e la messa in scena di tre opere per bambini a soggetto originale e con musica inedita rivolto ai bambini che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado. Le attività saranno sviluppate e realizzate presso il plesso scolastico di via Bligny.

Azione 5 – Innovazione sociale e inclusione attiva
Attivazione di processi inclusivi per gli abitanti del quartiere avviando progetti di innovazione sociale attraverso le leve dell’occupabilità, dell’occupazione e della creazione d’impresa. L’obiettivo sarà perseguito attraverso singoli progetti che saranno realizzati in maniera integrata e sinergica. Partendo dalla considerazione che qualsiasi intervento materiale non produrrà esiti di lunga durata se non accompagnato da una “ristrutturazione” del substrato immateriale su cui si appoggia, l’azione è stata pensata quale “irrinunciabile volano” per la realizzazione dell’intero ITI.
Le azioni si muoveranno su due direttrici:
− la prima prevede attività strutturate, svolte all’interno dell’Hangar, che puntano a fare di questo luogo “la casa del quartiere” anche per le azioni relativa al tema del lavoro, con l’obiettivo di informare, stimolare, coinvolgere le persone inoccupate e disoccupate del quartiere. In tal senso, si valorizzeranno le competenze istituzionali dei soggetti partecipanti all’ITI;
− la seconda prevede una serie di interventi mirati per sostenere l’incremento dell’occupabilità, della partecipazione al mercato del lavoro e dell’autoimprenditorialità. Tali interventi dovranno integrarsi con gli altri strumenti della Programmazione 2014-2020 che, progettati su scala regionale, in taluni casi potranno calarsi e adattarsi alle specificità del quartiere.
Processo partecipativo
Sviluppo della citizen participation e accontability per informare stimolare, coinvolgere, concretizzare e potenziare i risultati attesi dell’ITI. L’intervento si pone come strumento trasversale di accompagnamento alle azioni dell’ITI per informare, costruire consapevolezza sulle opportunità di cambiamento materiale ed immateriale, costruire un percorso di fiducia per promuovere e guidare la crescita e la responsabilità civile degli abitanti del quartiere. Nello specifico, il lavoro si concretizzerà nella condivisione della strategia e delle azioni individuando i punti utili alla crescita della responsabilità civile, al rafforzamento delle reti sociali deboli, a far sentire il quartiere partecipe di un processo di condiviso. L’intervento si divide su due linee: una a livello generale su tutto l’ITI; l’altra su ogni singola azione che lo compone.
Azioni di supporto
Per la realizzazione di un’attività complessa quale quella dell’ITI è necessario supportare la costituenda Autorità Urbana (AU) nello svolgimento del delicato compito di Organismo Intermedio in ragione anche del numero e tipologia di funzioni delegate dall’AdG. In particolare, in relazione alle modalità organizzative che saranno adottate dall’AU e che saranno oggetto di audit da parte dell’AdG, si prevedono le due tipologie di supporto di seguito descritte.
1. Attività di affiancamento e di formazione: sarà avviata un’attività di affiancamento da parte dello staff dell’AdG ai funzionari/dirigenti incardinati nella struttura dell’AU. L’attività sarà svolta con tecniche di training on the job oltreché con incontri tecnici su specifiche tematiche. Durante l’affiancamento l’AdG valuterà l’opportunità di avviare altre attività di trasferimento di competenze attraverso l’attivazione dell’OT 11.
2. Attività di assistenza tecnica, con supporti consulenziali organizzati sia rispetto alle modalità di erogazione sia rispetto alle expertise fornite (gestione e attuazione dell’ITI, monitoraggio, piano di comunicazione, ecc.)

5. COERENZA CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE VIGENTI
Il Comune di Cagliari intende accompagnare il processo di rigenerazione urbana con interventi che agiscano sul tessuto sociale, capaci di guidare individui e gruppi in un percorso orientato a migliorarne la condizione attuale e a garantire in prospettiva la sostenibilità dell’intero intervento integrato.
La strategia che sottende l’attuazione dell’ITI nel suo complesso è disegnata, pertanto, tenendo in considerazione la molteplicità di strumenti di pianificazione attualmente vigenti a livello comunale e la coerenza con i progetti in corso. Gli strumenti a cui si fa riferimento, in particolare, sono:
1) Piano Strategico Comunale
2) Piano strategico Intercomunale
3) Piano Urbanistico
4) Piano triennale delle opere pubbliche
5) Piano quinquennale della cultura
6) Relazione previsionale programmatica
7) Piano della mobilità
8) PAES
9) Bilancio comunale
10) PLUS – Piano Locale Unitario dei Servizi alla persona 2012 – 2014
11) Bilancio sociale 2014
Esiste, pertanto, un disegno di carattere generale al quale fa riferimento il presente progetto nella selezione di interventi puntuali in risposta a specifici fabbisogni emersi dall’analisi dell’ambito territoriale.
Per avvalorare l’impianto strategico proposto ed evidenziarne le connessioni con l’analisi di contesto dell’area, di seguito si propone una lettura sintetica della correlazione tra i problemi/fabbisogni rilevati e le azioni, che in linea con la strategia, si vogliono realizzare con l’ITI.

Problemi/Fabbisogni rilevati Azioni
Alto tasso di disoccupazione e precarietà lavorativa Azione 4 – Progetti per le scuole
Sub azione 4.2 – Demo Lab Ciusa
Azione 2 – Recupero funzionale e riuso Hangar
Sub azione 2.2 – Casa del Quartiere Hangar
Azione 5 – Innovazione sociale e inclusione attiva
Basso livello di istruzione, abbandono e spopolamento scolastico Azione 4 – Progetti per le scuole
Sub azione 4.2 – Demo Lab Ciusa
Sub azione 4.3 – Laboratorio triennale di educazione scenica, musicale e scenografica
Povertà estrema e deprivazione Azione 1 – Miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere attraverso azioni materiali e immateriali
Sub azione 1.1 – Recupero e adeguamento alloggi
Sub azione 1.2 – Sportello Casa
Difficoltà diffusa alla socializzazione e all’integrazione sociale Azione 2 – Recupero funzionale e riuso Hangar
Sub azione 2.2 – Casa del Quartiere Hangar
Elevata presenza popolazione anziana, di famiglie con in casa un anziano e conseguente aumento della domanda di servizi di assistenza a di cura Azione 1 – Miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere attraverso azioni materiali e immateriali
Sub azione 1.4 – Portierato sociale
Sub azione 1.2 – Sportello Casa
Azione 3 – Recupero strutture esistenti per realizzare servizi di cura socio-educativi (Ex Scuola via Abruzzi)
Sub azione 3.2 – Centro diurno per la popolazione anziana del quartiere
Sub azione 3.3 – Poliambulatorio del quartiere
Degrado degli edifici e degli spazi pubblici Azione 1 – Miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere attraverso azioni materiali e immateriali
Sub azione 1.1 – Recupero e adeguamento alloggi
Sub azione 1.2 – Sportello Casa
Sub azione 1.3 – Riqualificazione dei cortili e degli spazi aperti
Sub azione 1.5 – Bonus Malus

Sub azione 1.6 Smart Building
Azione 2 – Recupero funzionale e riuso Hangar
Sub azione2.1 – Adeguamento funzionale dell’Hangar
Azione 3 – Recupero strutture esistenti per realizzare servizi di cura socio-educativi (ex Scuola via Abruzzi)
Sub azione 3.1 – Intervento di rifunzionalizzazione ex Scuola di via Abruzzi
Azione 4 – Progetti per le scuole
Sub azione 4.1 – Intervento di rifunzionalizzazione Istituto Comprensivo Ciusa
Scarsa partecipazione attiva dei residenti alla vita pubblica Azione 2 – Recupero funzionale e riuso Hangar
Sub azione 2.2 – Casa del Quartiere Hangar
Azione 6 – Processo partecipativo
Alto numero di studenti universitari/abitanti momentanei che non partecipano alla vita del quartiere Azione 2 – Recupero funzionale e riuso Hangar
Sub azione 2.2 – Casa del Quartiere Hangar
Azione 1 – Miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere attraverso azioni materiali e immateriali
Sub azione 1.2 – Sportello Casa
Tabella 1 – Corrispondenza tra problemi e azioni

6. ACCORDI DI GOVERNANCE
Le Autorità di Gestione (AdG) coinvolte individuano, per la realizzazione del presente Intervento Integrato, il Comune di Cagliari quale Organismo Intermedio (Autorità Urbana). In ragione della nomina, le AdG definiranno nel dettaglio in sede di convenzione le funzioni delegate all’Organismo Intermedio (OI). In ogni caso, si stabilisce che lo stesso dovrà dotarsi, previa definizione della convenzione, di un’organizzazione interna in grado di assolvere alle funzioni delegate dalle AdG.
Si individuano quali soggetti responsabili della vigilanza sull’attuazione dell’intervento il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna e il Sindaco di Cagliari o loro delegati. Ai fini del coordinamento e dell’attuazione dell’intervento nel suo complesso si prevede il modello di governance di seguito descritto.
Cabina di Regia
Composta da un referente dell’OI e da un referente per ciascun soggetto pubblico facente parte dell’ITI, svolge le funzioni di indirizzo strategico e di coordinamento, anche rispetto alla coerenza delle attività rispetto alle finalità previste dall’ITI, di analisi delle ricadute, di orientamento rispetto a particolari caratteristiche per l’attuazione delle singole azioni previste.
La Cabina si avvale di una Segreteria Tecnica che funge da struttura operativa di supporto e da connettore operativo tra la stessa e l’Autorità Urbana per l’attuazione dell’Intervento. La Cabina di Regia, nello specifico, deve:
• creare le condizioni complessive per cui l’Intervento possa procedere nel rispetto dei tempi previsti;
• orientare le scelte livello strategico cui l’Intervento deve sottostare;
• condividere il Piano esecutivo dell’ITI;
• valutare le ricadute dell’Intervento.
Si riunisce almeno due volte all’anno e nei casi in cui è necessario adottare decisioni che hanno un impatto sulla strategia complessiva dell’ITI.
Segreteria Tecnica
La Segreteria Tecnica, nominata dalla Cabina di regia, è una struttura snella e operativa composta al massimo da 5 funzionari tecnici individuati in base alle competenze specifiche nell’ambito degli organici dei partner aderenti all’ITI.
La Segreteria supporta operativamente i lavori della Cabina di Regia, assicura il coordinamento della attività di cui si compone l’ITI in fase di realizzazione, può proporre iniziative finalizzate al miglior conseguimento degli obiettivi indicati, verifica i report di monitoraggio e la rispondenza rispetto a quanto pianificato, informando opportunamente la Cabina di Regia..
Collabora, inoltre, con l’Autorità Urbana per il perseguimento degli indirizzi strategici forniti dalla Cabina di Regia e rispetto alla realizzazione delle singole azioni.
La Segreteria, nello specifico, deve:
• supportare l’avanzamento di ciascuna azione rispetto al Piano esecutivo dell’ITI;
• verificare i report di monitoraggio dell’Organismo Intermedio rispetto allo stato di avanzamento e ai risultati delle singole azioni e segnala eventuali aree di miglioramento e/o di ripianificazione.
La Segreteria potrà essere coinvolta per l’attuazione di singole azioni o di parti delle stesse che coinvolgeranno uno o più soggetti componenti la Cabina di Regia.
Autorità Urbana
Attua l’ITI in base alle funzioni che saranno delegate dalle AdG. In ogni caso è la responsabile della fase di realizzazione dell’Intervento che, essendo articolata e complessa, necessita di una pianificazione accurata in grado di ridurre gli elementi di incertezza e di chiarire i suoi aspetti più delicati. L’AU nello specifico:
• elabora il Piano esecutivo dell’ITI;
• condivide il Piano con la Cabina di Regia;
• collabora con la Segreteria Tecnica per la verifica della corretta esecuzione delle funzioni delegate e per l’acquisizione dell’attività di affiancamento che si rendesse necessaria;
• collabora con la Segreteria Tecnica per il monitoraggio delle azioni di cui si compone l’Intervento; interviene nel caso di verificassero scostamenti o rischi rispetto a quanto pianificato attraverso il ciclo plan-do-check-act;
• incontra periodicamente la Cabina di Regia per valutare l’andamento complessivo del progetto e le decisioni da assumere;
• gestisce i rapporti con i partner e gli stakeholders e tutta la comunicazione relativa al progetto (in base ad uno specifico Piano della Comunicazione);
• implementa le azioni secondo quanto previsto e pianificato;
• relaziona e si interfaccia con le AdG rispetto alle funzioni delegate.

Schema 1 – Organizzazione soggetti coinvolti nella governance dell’ITI
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NOTE CAUSTICHE

Sapete come il Comune affronterà i problemi drammatici della disgregazione del quartiere di Is Mirrionis? Ce lo dice il progetto approvato (ITO Is Mirrionis). Avverto subito che non si deve avere la pretesa di capire tutto in breve tempo: con l’applicazione dello studio ne verremo sicuramente a capo. In sintesi questi sono i metodi che dovremo avere la capacità di maneggiare:
- 1 LEVA STRATEGICA, le azioni di supporto e accompagnamento all’inclusione dei residenti nel quartiere con l’obiettivo di creare un contesto sociale in cui si previene il disagio, si crea coesione sociale e si risponde ai bisogni insieme alle istituzioni, al fine di accrescere la qualità del capitale sociale.
La strategia delineata sarà attuata attraverso un approccio metodologico ispirato all’empowerment. L’empowerment è un processo che tende a mettere in luce i bisogni sia individuali sia sociali e nel contempo costruire in modo condiviso strategie e strumenti per la soddisfazione dei medesimi.
- 2 Si intende proporre un approccio che fa riferimento al metodo del Practical Urban Appraisal fondato sul principio che le soluzioni che fanno proprie le visioni condivise hanno una capacità di radicamento e di crescita dei partecipanti, facendo leva sulla loro responsabilizzazione

3 Responses to Ripensare la città. Senza la partecipazione popolare non c’è presente e futuro accettabili

  1. […] Oltre i festival, per una nuova alfabetizzazione. Ottavio Olita, su il manifesto sardo —————————– […]

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