La scuola al primo posto? Non in Italia e tanto meno in Sardegna
Contro lo scasso difendiamo la scuola
Fino all’ultimo momento senza sede gli insegnanti, senza aule gli studenti: inizia bene l’anno scolastico in città e in Sardegna. Per i docenti trasferiti fuori dall’Isola ma in attesa qui di assegnazione provvisoria, (per il sostegno), i presidi devono leggere i curricoli sul sito ministeriale e fare la chiamata diretta, (la guerra tra poveri) ma poi ci sono quelli delle graduatorie ad esaurimento, e poi ci sono gli insegnanti abilitati, gli abilitati al sostegno, ma precari, e i non abilitati, e quelli di ruolo assegnati a province diverse, è il caos, pardon, è l’innovazione della buona scuola renziana! A Goni chiuse elementari e medie, i genitori si sostituscono ai docenti, la scuola, l’ultima cosa rimasta in questi paesi, ormai in via di abbandono se la scuola stessa li abbandona. - segue -
A Cagliari, il Pertini di via Vesalio, un pezzo in un’altra sede di via Carpaccio, dall’altra parte del territorio, trasferimento a iscrizioni già avvenute, che porteranno alla riduzione degli alunni, perchè gli studenti vengono da tutt’altra sede. Senza sede un pezzo dell’Artistico, 70% i pendolari, sfrattato dal Leonardo di viale Ciusa, che cede le aule a un pezzo del Martini, il quale lo ha incorporato nella sua autonomia scolastica. Forse c’è spazio al Besta 2, tra Pirri e Monserrato, o presso le sedi del Michelangelo? Una guerra tra scuole e tra presidi, ma potenza sopratutto del dimensionamento regionale di questa Giunta che, in linea perfetta con Cappellacci…, procede alla razionalizzazione dell’esistenza stessa di studenti e famiglie, tagliando e distruggendo: dove un tempo c’era scuola, ora c’è speculazione o abbandono vandalico, e caos, tutti gli anni, il caos della politica che viene meno, dello scaricabarile di responsabilità, della burocrazia che avanza e lo occupa lei lo spazio destinato dai cittadini alla politica.
Vi ricordate il Martini lo scorso anno? Lo sgombero in tutta fretta a Natale della storica scuola dell’innovazione tecnica, a 150 anni giusti dalla sua nascita? Niente ha potuto il Comitato di insegnanti genitori e studenti, che chiedeva lo svolgimento dei lavori in ale distinte per poter mantenere dentro le classi, ben consapevole che le cose sarebbero andate come stanno andando: nessun appalto dopo un anno, gli studenti a contendersi pezzi di scuola in città con altri tre o quattro Istituti. Perchè nulla si può contro il team Politica regionale dei tagli-Burocrazia dell’Area tecnica di Provincia commissariata-Indifferenza del Comune e delle sue ‘competenze’-Obbedienza reverenziale di politici in carriera e presidi in vista di polo tecnico. Una miscela micidiale alimentata dall’interesse dei Carabinieri per la bellissima sede del Martini, alimentata e sostenuta dalla Burocrazia dell’Area Tecnica di Provincia commissariata. Cosa di meglio, per ridurre il numero dei frequentanti i Tecnici e Professionali in città, se non l’allontanamento di tutte le scuole verso la periferia, che alimenti pendolarismo e costi della frequenza? Quei Tecnici aperti a nuova vita dall’attuale crisi, che aveva spinto le famiglie più modeste ad iscrivervi i figli, e che andavano stabilizzandosi dopo la mannaia Berlusconi-Moratti-Gelmini sulla scuola. Tecnico Agrario a Elmas; Meucci, Pertini e Artistico a Pirri; Scano a Monserrato, un pezzo di Bacaredda a Selargius, dopo la chiusura di una sua costola, la Mameli-Cavino; Martini al Besta; Leonardo accorpato a Martini…
Così diventa difficile, se non impossibile, frequentare la scuola per chi viene da fuori, i tempi di percorrenza gravosissimi in un sistema di bus e treni che tutti conosciamo benissimo. E poi le spese di viaggio e il rincaro dei biglietti, deciso dalla Giunta regionale a tradimento nel rientro vacanze, cancellate tutte le riduzioni e le tariffe per i redditi più bassi. Con relativo sbeffeggiamento per giovani e famiglie ’semplificazione, armonizzazione, accessibilità del nuovo sistema’ dice l’Assessore, ‘agevolare i nostri clienti nel familiarizzare con le novità introdotte’ gli fa eco il presidente CTM. Belle novità contro i più deboli, contro quelli che avrebbero diritto al trasporto gratuito. E la città metropolitana del sindaco Zedda in campagna elettorale, che avrebbe risolto ogni problema di collocazione territoriale delle scuole? Una unica grande città, tutti nella stessa città, chi nei non luoghi inaccessibili della periferia, chi nel centro storico, ormai solo i Licei, ci avrebbe pensato il sindaco della città metropolitana. Chissà che molti docenti studenti e genitori il voto glielo abbiano dato fidando nelle sue parole, e adesso si sente competente ad affrontare le questioni sulle quali si è impeganto prima delle elezioni? Si scambiano le responsabilità politiche come se a governarci fosse un’unica mostruosa macchina burocratica, per tagliare e lasciar tagliare e sfasciare. Contro il diritto allo studio, contro i più deboli, gli studenti disagiati e i più bisognosi di istruzione, per i quali nasce la scuola pubblica della Costituzione. Che sennò è una scuola che cura i sani e respinge i malati, come nelle parole di Don Milani.
E Iscol@? Al primo posto la scuola, aveva detto Pigliaru nel suo insediamento, e i dimensionamenti dell’Assessore, imposti dal Ministro, avevano portato subito a tagli e a chisura di interi edifici in tutta l’isola. E Iscol@? Nella sua lettera dei giorni scorsi agli studenti, la Firino parla di alunni che ‘inizieranno l’avventura con qualche disagio’, di ’smarrimento’, perchè non tutti i docenti hanno la loro cattedra, di ’scuola sarda spesso insufficiente’, di ‘alto tasso di abbandono scolastico’, e ’criticità nelle procedure di assunzione e mobilità’. Ma poi, come in un grande ossimoro, di ’straordinaria vitalità e capacità di aprirsi a nuove sfide’, grazie a Tutti a Isco@ e al Piano Iscol@. Quella scuola dei progetti che, sappiamo tutti, non modifica minimamente il quadro e le cifre su abbandono e dispersione, e dell’ammodernamento e sicurezza che, abbiamo visto, non ha scalfito minimamente il caos di inizio d’anno. ‘Tocca a voi ragazze e ragazzi’, conclude l’Assessora. A pagare abbonamenti di viaggio più salati, le si potrebbe rispondere, a ritrovarvi in una scuola diversa dalla vostra, lontana dalla città e dai luoghi della comunicazione e poco frequentata dai costosissimi mezzi di trasporto della città metropolitana.
Lo sappiamo, chi non studia è perduto: questa battaglia contro le diseguaglianze e in difesa dell’istruzione pubblica a Cagliari e nell’Isola, vede ampliarsi il fronte degli studenti, dei docenti e dei genitori. La scuola rende bella la città, ne è la ricchezza principale. In tempi di diritti negati e di centralismo spinto nelle mani del governo, una battaglia in difesa della Scuola, da iscriversi, per tutti, nel NO di questo Referendum in difesa della Costituzione.
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