Cavaro (Pietro)
(…) Prima opera dopo il suo ritorno in Sardegna è il retablo della parrocchiale di Villamar, che nelle cimase inferiori dei pulvaroli reca dipinta la seguente iscrizione con firma e data: “Anno salutis MDXVIII die XXV mensis maius − pingit hoc retabolum Petri Cavaro pictorum minimus Stampacis”.
È questa l’opera più complessa, più completa e anche la più bella del C. che si sia conservata: è strutturata secondo lo schema tipico del polittico catalano con nicchia centrale che ospita la statua lignea, interamente dorata, della Madonna d’Itria. Gli scomparti, compresa la predella e le porte d’accesso al retroaltare, sono trentuno: sei pannelli piccoli con Angeli musicanti fiancheggiano la nicchia; nei sette scomparti della predella si succedono da sinistra l’Annunciazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Resurrezione, l’Ascensione, la Pentecoste, l’Assunzione; nelle porte sono S. Pietro e S. Paolo, e lungo i pulvaroli, dal basso a sinistra, si snodano S. Nicola, S. Onofrio, S. Anna, S. Orsola, Tobiolo e l’arcangelo Raffaele, Dio Padre tra due vescovi, un Angelo, i SS. Cosma e Damiano, S. Caterina, S. Cristoforo, S. Antonio. Loscomparto più alto rappresenta la Crocefissione, a sinistra è S. Michele e a destra le Stigmate di s. Francesco; in basso, rispettivamente, S. Giovanni Battista e il Battesimo di Cristo. Al C. si deve pure lo stendardo processionale, con il volto di Gesù nel recto e l’Addolorata nel verso, che si conserva nella sacristia (…) Di Renata Serra.
- Pietro Cavaro.
- Ne parlammo su Aladinews.
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- I retabli sardi a New York.
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