Domani a Gonnesa per il NO!

No a Gonnesa 29 7 16
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democraziaoggi loghetto- I pasdaran del SI’ rinculano… ora invitano alla lettura. Amsicora su Democraziaoggi.

I pasdaran del SI’ rinculano… ora invitano alla lettura
28 Luglio 2016

Amsicora su Democraziaoggi

Nei giorni scorsi a Cagliari si sono tenuti in contemporanea due dibattiti: uno per il NO con Maurizio Landini, l’altro di confronto fra il si ed il NO con due cattedratici: Pasquino per il NO e Olivetti per il sì. Faceva gli onori di casa Pietro Ciarlo, firmatario di un appello per il sì quando Renzi appariva trionfante, molto più prudente dopo che il trombettiere di Rignano ha preso la botta alle amministrative.
Del nostro dibattito, molto partecipato, con un fitto domanda/risposta fra presenti e il segretario nazionale della FIOM, la stampa e i media non hanno parlato, in ossequio al silenzio (vergognoso) autoimposto dai giornalisti del L’Unione sarda sulle iniziative del NO. Tuttavia il grande spazio offerto al dibattito “concorrente” ha riservato una sorpresa. Ciarlo e i fautori del sì più che sostenere le ragioni dell’iniziativa Renzi-Boschi-Verdini, invitano alla …lettura! Bisogna leggerla la legge di revisione – dicono – e meditare: occorre consapevolezza al momento del voto, che diamine!
Ma mi permetta, Ciarlo, lui l’ha letta? Ha letto l’art. 70, nuovo e vecchio? Il testo Renzi & C. così recita:
Art. 10. (Procedimento legislativo) 1. L’articolo 70 della Costituzione è sostituito dal seguente: «Art. 70. — La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all’articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di senatore di cui all’articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L’esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all’articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati».
Ci avete capito qualcosa? Vi sembra più semplice o più complesso del testo attuale? Leggete: art. 70 vigente, una riga: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere“.
Che ne pensano i costituzionalisti per il sì? La lettura della nuova formulazione è scorrevole? La tecnica legislativa è accettabile? O si tratta di un pessimo testo da regolamento condominiale? E’ come se su un quadro d’autore, che so io? la Gioconda, qualcuno pretendesse di dare un colpo di vernice con un pennello grosso da muratore. Come può uno studioso di diritto approvare questo scempio? Basta il dato letterale, senza nessuna considerazione di merito, per provare disgusto e dire NO. Le Carte costituzionali hanno una perfezione tecnica e una lingua limpida, devono essere capite da tutti e devono avere un suono melodioso e insieme solenne. Il testo Renzi è anzitutto un attentato alla vista e all’udito!
L’esame del contenuto della revisione Renzi & C. conferma questo giudizio. A fronte di un procedimento unico previsto dall’attuale art. 70, il nuovo testo enuclea una decina di procedimenti legislativi e neppure tutti uguali! E il bicameralismo – come si vede – permane! E diventa pià tortuoso e complicato! Quante questioni interpretative – se passerà – porrà in concreto!
La lettura a cui veniamo invitati dai sostenitori del sì è un espediente, nasconde qualcosa. Non è che i costituzionalisti del Sì (nessun grande nome, nessun ex giudice costituzionale) abbiano visto la mala parata? Che si siano resi conto che Renzi traballa e abbiano iniziato una manovra di smarcamento? Dopo i primi entusiasmi, ora assumono un atteggiamento, prudente, da studiosi… Non sarà che, se vince il NO, potranno dire di avere invitato alla riflessione? E. se, malauguratramente vincesse il Sì? Potranno pur sempre esibire la carta che certifica la loro fede governativa della prima ora.
Certo, dobbiano essere rispettosi di tutte le opinioni: essere liberi, implica riconoscere anzitutto la libertà altrui. Ma qui c’entra la libertà? C’entra il pensiero?

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