LA SEDIA di VANNI TOLA

Innovazione e ridondanza tecnologica

L’innovazione tecnologica è solitamente sinonimo di sviluppo, migliora i servizi, le comunicazioni e la qualità della vita in quello che Mc Luhan definiva “il villaggio globale”. Ma quanta innovazione tecnologica ci serve? La corsa frenetica e ossessiva che rincorre il nuovo è davvero necessaria per soddisfare nuovi bisogni o risponde ad altre logiche e strategie del mercato? La ricerca tecnologica assorbe ingenti risorse umane e di capitali, modifica radicalmente condizioni di vita di intere comunità, determina nuovi bisogni. E’ forse il caso di individuare una linea di demarcazione tra lo sviluppo tecnologico necessario e sostenibile e un certo tipo di sviluppo tecnologico fine a se stesso, slegato dal contesto nel quale si realizza, senza limiti, vincoli e finalità reali.

Se riflettiamo sull’evoluzione dello sviluppo tecnologico nel recente passato, comprendiamo meglio alcuni aspetti del problema.Anni 50, immediato dopoguerra, voglia di ricostruire, di dimenticare gli orrori del conflitto, rinascita economica, inizialmente timida, poi sempre più consistente. Si sviluppa una grande domanda di nuova tecnologia. Il sogno delle nuove copie che mettevano su famiglia era possedere una radio, meglio ancora un radio-grammofono. Le ricordate le radio di allora? Erano dei veri e propri “mobili”, parte integrante di un arredamento semplice ed essenziale, intorno ai quali la famiglia si radunava la sera per sentire i primi festival di Sanremo, le notizie, ma anche commedie, concerti e opere liriche. Talvolta gli apparecchi radio contenevano al loro interno, nella parte superiore, il grammofono grazie al quale si organizzavano feste in famiglia e, nelle sale parrocchiali e nei circoli, perfino delle serate danzanti. Anche la televisione, che arriva qualche anno dopo, era un ingombrante complemento di arredo solitamente collegato a un grande trasformatore – stabilizzatore di corrente elettrica necessario quanto ingombrante.

In quegli anni la ricerca tecnologica è molto attiva, compie passi da gigante oltre che sulla qualità di macchine e apparecchi elettronici anche sulla dimensione degli stessi. Il grammofono diventa giradischi, separato dalla radio, le sue dimensioni si riducono sempre. Si realizza il mangiadischi portatile a batteria. L’apparecchio radio a valvole diventa radio a transistor, cambia la qualità del suono, la portabilità e le dimensioni al punto che può stare comodamente nella tasca della camicia. Le vecchie radio a valvola finiscono in soffitta. E già si cominciano a notare le prime differenziazioni tra l’utile essenziale e funzionale ed il nuovo fine a se stesso. A qualcuno viene in mente di migliorare la qualità del suono, di andare oltre le modeste prestazioni delle radio a transistor portatili, poco soddisfacenti per l’ascolto domestico. Compare in quegli anni lo stereo, radio e giradischi insieme ma di grandi dimensioni e con due potenti casse acustiche. E’ il vecchio radiogrammofono che rinasce col pomposo nome di stereo Hi-fi. Mitico, quasi sempre nero, grandi dimensioni, mobiletto vetrina di cristallo per contenerlo, grosse casse acustiche collocate in punti strategici del salotto buono.  Si realizzo perfino la versione portatile. Ricorderete senz’altro i giovani che giravano per strada col “radione” sulla spalla.

Processi analoghi per i personal computer. Dopo poco tempo dalla loro trasformazione in oggetti di uso comune, abbandonano le grandi dimensioni iniziali e diventano trasportabili col nome notebook. Ai notebook fanno seguito computer ancora più piccoli, i netbook e infine i sottilissimi tablet. Giusto il tempo di diffondersi tra la gente ed arriva la notizia che quello che è stato l’oggetto del desiderio di molti sta scomparendo. E’ notizia di questi giorni la cessata produzione mondiale dei netbook che saranno in vendita soltanto fino ad esaurimento scorte. Le più grandi case produttrici di hardware sono ormai impegnate nella produzione dei tablet. I programmi operativi, il software per i computer segue lo stesso percorso. Con ciascun programma si raggiungono prestazioni di tutto rispetto ma, allo stesso tempo, il medesimo programma viene rapidamente sostituito da una nuova versione in meno di un anno. Al punto che molti utenti non possono non constatare di non aver avuto neppure il tempo di imparare fino in fondo le capacità e le potenzialità software quando se ne sono trovato sottomano uno nuovo e differente. Un caso emblematico il sistema operativo Windows Xp, molto apprezzato dagli utenti, inopinatamente sostituito dal sistema operativo Windows Vista rivelatosi invece poco funzionale. Non sono pochi coloro che, dopo aver acquistato un nuovo computer hanno chiesto al manutentore di fiducia di reinstallare il vecchio programma nel nuovo apparecchio. Poi è arrivato Windows 7 a rimettere ordine nel settore (ma già avanzano nuove versioni). Pochi sanno che, allo stesso tempo, migliaia di satelliti per telecomunicazioni in orbita intorno alla terra da qualche decennio, continuano a svolgere nello spazio la loro preziosa funzione utilizzando computer ormai scomparsi nel pianeta quali i 386 e i 486 o i Pentium di prima generazione che montano sistemi operativi che oggi definiremmo preistorici. Perché questa corsa ossessiva verso il nuovo a tutti i costi? Si comprende che un centro di ricerca che elabora una grande mole di dati necessiti di macchine e programmi sempre più veloci ed efficienti. Riesce meno difficile cogliere le differenze tra un testo scritto nella nostra stanza utilizzando Word di Office 2003 e un testo elaborato con Word di Office 2007 o dell’attuale Office 2011. Certamente ce ne sono ma sono tali da giustificare le spese per l’aggiornamento?

Il telefono di casa che, scusate la banalità dell’osservazione, serviva soltanto per telefonare oggi svolge tali e tante funzioni da poter essere paragonato a una sorta di cabina di regia per le radio telecomunicazioni della famiglia.

I primi telefoni portatili ricordavano le radio dei marines che sbarcavano in Normandia. Erano costituiti da un grande apparecchio con antenna sul terrazzo e dal radiotelefono montato sull’auto (anch’esso con antenna specifica di grandi dimensioni). Erano poco più che baracchini ma era addirittura necessaria una specifica licenza per possederli e utilizzarli.

Un vicino di casa, possidente e commerciante di formaggi, ne aveva acquistato uno dopo essere sfuggito a un sequestro di persona. Attraverso le sottili pareti condominiali si coglievano parti di “curiose“ conversazioni. “ E in ue sese Giuà, ancora in Otieri? … Passo” diceva la sorella che stava in casa. “ No so arribande a Muros. …..Passo e chiudo” rispondeva lui dal radio telefono installato nell’auto.

I pionieri della telefonia mobile portavano a tracolla un apparecchio enorme con cornetta come quella degli apparecchi domestici e una lunga antenna dietro le spalle che non li faceva certo passare inosservati tra la gente. Oggi il cellulare si nasconde in tasca, gli alunni lo usano abitualmente anche a scuola durante le lezioni.

Naturalmente anche i cellulari, come gli apparecchi domestici non servono più soltanto per telefonare ma anche per svolgere diverse altre funzioni, non ultima la messaggistica, l’ascolto di musica e video, la fotografia digitale.

La pagina di tecnologia di un quotidiano nazionale comunica che lo Smarfone è ormai diventato, per molte persone, lo strumento principale per ascoltare musica ma l’audio con le cuffie o gli auricolari non è adatto all’ascolto casalingo. Ed allora sapete che c’è di nuovo? Semplice. Sono stati realizzati degli speaker che, collegati allo smartfone “provano ad avvicinarsi al vecchio Hi-fi”. Si avete capito bene.  Il vecchio Hi-fi degli anni passati, quello che abbiamo acquistato con sacrificio, installato con cura e poi mandato in soffitta dopo aver smontato le grandi casse acustiche nere che avevamo sistemato, con meticolosa precisione, ai lati della libreria del salone di casa.

Oggi, per ascoltare al meglio la musica dallo Smartfone – prosegue il giornale – è sufficiente acquistare ed installare il Nokia JBL Power Up. Che cos’è?  “Un eccellente speaker che unisce tecnologia e sonoro di alto livello. Il sistema lavora in sincronia con lettori Mp3 o smartfone, attraverso NFC o Bluetooth. La qualità audio è garantita da JBL, due speaker da 10 Watt con un’ottima performance sui bassi….”.

Si avete capito bene, in pratica ci propongono una versione riveduta e corretta del vecchio Hi-fi. Forse facciamo ancora in tempo a recuperare dal garage in nostro vecchio stereo con le affascinanti casse nere e la vetrinetta.

 

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