Sardegna bene dell’Umanità: il teatro ce la svela…
LA CULTURA SARDA CI SALVERA’? IL VIAGGIO TEATRALE DI GIUSEPPE CARTA TRA I MISTERI E GLI INSEGNAMENTI DELLA STORIA
23/04/2016
di Giuseppe Carta ·
Posted in Isola del sapere di Barbara Angelini – http://isoladelsapere.com/la-cultura-sarda-ci-salvera-un-viaggio-teatrale-misteri-gli-insegnamenti-della-storia/
La storiografia non ufficiale comincia ad affrontare i misteri irrisolti della Storia riuscendo a dare spiegazioni a volte nettamente in contrasto con ciò che gli scritti autorizzati ci vogliono far credere. Seppur ancora non per molti, questa conoscenza comincia a farsi strada non troppo celatamente tra le virtuali pagine di internet e persino nelle librerie. Lo sviluppo storico ci appare allora non più così lineare come i libri di scuola ci hanno voluto insegnare, bensì un insieme di cadute e risalite da parte del genere umano che fa impallidire e perdere di valore al nostro concetto di “modernità” o di “progresso”.
La Sardegna è l’isola dei misteri storici per eccellenza, nel suo territorio sono presenti i monumenti megalitici più grandi ed importanti d’Europa che l’Unesco ha classificato come patrimonio mondiale dell’Umanità: i nuraghi. Sono presenti inoltre ziqqurat mesopotamiche, pozzi sacri di stampo egizio, enormi tombe dei giganti e piccole case di fate perfettamente scavate nel duro granito da popolazioni che non avrebbero potuto farlo con i mezzi che la storiografia ci insegna avere loro a disposizione. Sono inoltre presenti ancora nei ricordi della genti sarde ritrovamenti nelle campagne di corpi sepolti di antichi uomini alti anche tre metri, resti che pare siano stati fatti celermente sparire da chi forse ha interesse a conservarne il mistero. Tutto comunque ci porta a pensare che esistesse un tempo nell’isola una civiltà avanzata di cui si continua ad ignorarne le effettive caratteristiche e la reale importanza storica.
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Ed è proprio da quest’isola e dai suoi misteri che prende spunto per le sue opere un artista cagliaritano, Giuseppe Carta, che mi ha inviato il testo “Radici, impulso erivoluzione”: una raccolta di commedie tragicomiche da lui scritte e portate in scena, in Sardegna e non solo, dal 2004 al 2011 con la compagnia “Meris in Domu”. Il testo è stato presentato il 3 ottobre scorso presso la Mediateca del Mediterraneo di Cagliari. Le commedie sono quattro: “Quartucciu a Parigi” e “Il quadro fatato” sono i primi canovacci scritti dall’autore che mescolano i colpi di scena del teatro dell’assurdo e del classico teatro alla Molière. Con la pièce “Aicci oi aicci prima” l’artista entra in una profonda e completa maturità espressiva. Il testo è scritto nella forma bilingue sardo-italiano e descrive l’eccidio di Villasalto verificatosi a seguito dei moti di protesta del 1906 da parte del popolo sardo nei confronti del regime monarchico e della penetrazione del capitalismo di sfruttamento nell’isola. I moti popolari furono duramente repressi dalle forze dell’ordine con numerose vittime.
graffiti
La commedia che più mi ha entusiasmato leggendola è stata “Che giorno è oggi?”, la più recente tra quelle scritte da Giuseppe Carta. L’ambientazione è nella dimenticata ed ancora non compresa Sardegna nuragica che l’autore pone sia come radice della cultura e della società sarda ma anche come archetipo di una società in bilico tra l’espansione e l’annientamento, come può essere la società attuale dell’intero pianeta. Nello scrivere il testo Carta molto si rifà alla storiografia non ufficiale della Sardegna ed al tentativo di spiegazione dei molti misteri irrisolti. Il tutto sembra avvenire al tempo dei famosi Popoli del Mare, i Shardana ed al loro potere e forza all’interno del Mediterraneo. La Sardegna era allora un’isola dalla potentissima flotta in grado di guerreggiare e commerciare costantemente con l’antico Egitto di faraoni quali Akenaton e della sua sposa Nefertiti. Ed anche se ancora i libri di storia non avvalorano questa ipotesi molti ritrovamenti sparsi in tutto il bacino del Mare Nostrum sembrano confermarlo. Questo è lo sfondo da cui partono le teatrali gesta del giudice Filindeu e dei personaggi che gli gravitano attorno. La cultura sarda nuragica viene presentata come una cultura spirituale altamente evoluta, degna erede di quella Atlantidea.
L’autore pone nelle mani di questo popolo nuragico così etico e refrattario a qualsiasi forma di potere e di sfruttamento, la possibilità di salvezza per l’umanità o il suo definitivo annientamento. La cultura sarda antica viene presentata come amante del sapere e dello studio, delle tradizioni spirituali, della pace e dell’uguaglianza sociale (“..Una schiava qui è una serva, e le serve qui sono uguali ai padroni” dice uno dei personaggi della commedia) e posso testimoniare che ancor oggi, nelle sue più elevate manifestazioni, l’impronta culturale sarda conserva tali caratteristiche. Per contraltare l’eterno rivale, l’Antico Egitto, viene proposto come archetipo dell’avanzare straniero delle forze del male dedite ai commerci, allo sfruttamento ed alla materialità, forze capaci di penetrare nell’isola con la loro forza ammaliatrice.
La commedia è molto divertente e di godibile e leggera fruizione nonostante cerchi di portare lo spettatore verso una nuova conoscenza (“Chi conosce una strada deve insegnarla e sputtanare invece chi dirige l’umanità verso l’errore. Soltanto un lurido ipocrita si rende colpevole di tacere” fa dire Carta ad uno dei suoi personaggi). Una conoscenza profonda derivante dalla Sardegna più antica capace di insegnarci ancora a millenni di distanza la pace, la fratellanza e la speranza “…Un’ Era lontana in cui l’uomo era a ritmo con la vita…” e dove ”la verità della storia riemerge sempre. E’ costruzione, è dialogo, è armonia…”
E allora dialoghiamo con l’autore, Giuseppe Carta:
Giuseppe qual’è il messaggio che vuoi lasciare a chi ti legge o ti segue a teatro?
E’ un messaggio di speranza che parte dalla consapevolezza che siamo noi a decidere della nostra ed altrui vita. Niente ci viene regalato e tutto avviene perché dietro c’è una volontà precisa.
Un altro messaggio è la ricerca dell’armonia, della decisione e della determinazione che, associate tra loro, creano dei momenti di felicità. La vita ci vuole bene, siamo noi che dobbiamo scoprire i motivi nascosti dietro le apparenze.
Qual’è secondo te il ruolo del teatro oggi?
A mio parere il teatro è fonte di verità. Il teatro serve a conoscersi, giocando. Per questo nelle mie presentazioni cerco di coinvolgere quanta più gente possibile.
E a cosa può servire il ruolo dell’artista nella decadente società odierna?
Il compito dell’artista è mostrare una direzione. L’artista è un privilegiato, è suo compito essere un faro di bellezza e verità.
Per un artista cosa vuol dire appartenere alla Sardegna ed alla cultura sarda?
Un artista sardo è un artista fortunato. La nostra radice storica è talmente profonda e sconosciuta che può approfittare di qualsiasi energia presente e farla diventare un simbolo universale, apparendo tra l’altro originale.
Quali sono le prossime date di presentazione di “Radici, impulso e rivoluzione”?
La presentazione sul palco di “Che giorno è oggi?” la sto ritardando invece perché la vorrei preparare al meglio. La mia speranza è che qualcun altro se ne interessi e la porti in scena, così io mi potrò dedicare a scrivere altre avventure!
Per concludere vorrei dire che la commedia “Che giorno è oggi?” di Giuseppe Carta mi ha fatto ritrovare quelle atmosfere di spiritualità sottesa, di bellezza ed armonia che la Sardegna, a me che non sono sarda ma che ho avuto il privilegio di esservi cresciuta ed aver a lungo soggiornato nell’isola, ha fatto nel tempo maturare come una maestra di vita, educandomi e migliorandomi con il pensiero dei suoi più grandi artisti, con le gesta amorevoli ed integre della sue genti, con le alte vibrazioni di straordinaria bellezza dei suoi panorami.
Credo che la cultura sarda più antica debba essere riscoperta e studiata come esempio di civiltà umana capace di mantenere la propria comunione con il creato e che i suoi più alti valori possano davvero contribuire a salvarci dall’Era decadente dei nostri giorni.
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