Attentati ai Sindaci: la risposta più efficace è la DEMOCRAZIA

sardegna dibattito-si-fa-carico-181x300Comuni senza democrazia, sindaci bersaglio

democraziaoggi loghettodi Amsicora su Democraziaoggi
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Credetemi, nessuno più di me è angosciato per il tiro a segno contro i sindaci dell’Isola. Qui lo dico e qui lo nego: mi viene il sospetto che i sardi più che di quello “predatorio” siano dotati di istinto “attentatorio”. E tuttavia, questa mia preoccupazione cresce e diviene ansia incontrollabile quando leggo che alcuni sindaci si fanno il porto d’armi per poter uscire con la pistola, come gli sceriffi dei mitici Western di una volta: bum, bum, buoni contro cattivi, e, dopo mille traversie, vincono sempre i virtuosi, bum bum. L’agitazione diminuisce a scorrere gli appelli dei sindaci. “Sulla questione degli attentati e delle intimidazioni – dicono – solidarietà e vicinanza non bastano più, è arrivato il momento di andare oltre“. E fin qui come non concordare? Che ve ne fate della mia fraterna indignazione. Benaltro serve! C’è, però, un piccolo ma, che diventa grande grande quando leggo il resto della dichiarazione del presidente dell’Anci Sardegna, il compagno Pier Sandro Scano. “Oggi stesso partirà la richiesta al ministro dell’Interno Angelino Alfano per la convocazione in tempi brevissimi dell’Osservatorio nazionale contro gli attentati agli amministratori pubblici“. D’accordo, bisogna osservare, occorre investire gli organi di governo, il fenomeno è da scandagliare, non è da prendere sottogamba. Ma, suvvia!, osservare da Roma! E rivolgersi ad Alfano! Lo avete guardato in faccia il Ministro? Nessuno, sano di mente, gli affiderebbe da gestire neppure una botteguccia.
Ho il sospetto che i sindaci chiedano agli altri di osservare, di fare, decidere, provvedere, ma loro non fan nulla, non osservano, attendono misure altrui, dall’alto. Scusate, ma la storia delle autonomie locali la conoscete? Propongo all’ANCI di fare un libretto divulgativo. E’ una delle vicende più affascinanti della nostra storia recente, perché i Comuni, fin dalla seconda metà dell’800, hanno fatto tutto da soli, anzi con l’opposizione dello Stato. Hanno inventato lo stato sociale. Perfino le case popolari nascono lì. E i primi piani urbanistici, i cc.dd. regolamenti di ornato. E la scuola elementare per i poveri, chi le ha inventate? E le aziende municipalizzate per la distribuzione del latte? E quelle per le tramvie? Solo dopo di loro, lo Stato è intervenuto e neppure bene.
I sindaci sardi chiedono, ma cosa fanno? Vogliono in ogni angolo le telecamere. Chi spara più se sa di essere ripreso? Che faine questi sindaci! Che furboni! Peccato che le telecamere riprendano anche tutto il resto. Il giovane che corteggia lo coetanea, la moglie che, furtiva, tradisce il marito e viceversa. Il grande fratello dappertutto in ogni angolo perfino dei piccoli paesi. Non vi spaventa tutto questo? E la privacy? Attenti, che s’incavola Antonello Soro, custode della riservatezza!
Chiedete anche le caserme. Pensate che questo vi salvi? Chiedete poi servizi e occupazione e qui già mostrate maggiore ragionevolezza. Nei paesi sempre più deserti e desolati, senza neppure più scuola, l’istinto “attentatorio” si diffonde più facilmente e senza freni. Ma, siete sempre in errore. In verità vi dico, se decidete tutto voi, da soli, diventate ugualmente il bersaglio. Il tiro al bersaglio non scompare anche se c’è occupazione, scuola, posta, caserma e telecamere, non credete? Avete mai pensato che, per non essere bersaglio, non dovreste essere più gli unici decisori a livello locale? Non avete mai pensato che se a deliberare si è in tanti non ha senso sparare sul mucchio? E che se tanti sono i decisori, forse non c’è neppure spazio per pensare di sparare, si ha il luogo, la piazza, l’assemblea, dove portare la propria protesta e la propria proposta. Sapete come si chiama quella situazione in cui si decide tutti insieme nell’agorà? Lo avete scordato, miei cari napoleoni in sedicesimo? Si chiama democrazia. E’ la democrazia che, rimettemdo le decisioni su molti, sulla maggioranza dei cittadini, elimina in radice il bersaglio. Lo fa scomparire. E allora, voi sindaci, chiedete più democrazia, chiedete di riformare questa legge elettorale che vi rende decisori con maggioranzze bulgare, senza avere voti e vero consenso, con astensioni di dimensioni assurde. Ma – direte – anche questo lo dobbiamo chiedere al Ministro, al governo. E no, miei cari! Su questo, oltre che chiedere, potete fare, potete “praticare” l’obiettivo, allargando la partecipazione, dando spazio, anziché mortificare le minoranze. Non l’avete capito? Le pallotole e l’esplosivo sono l’altra faccia del deficit di democrazia che c’è nei comuni per via di leggi elettorali che non rafforzano la maggioranza, ma trasformano una minoranza, talora infima, in grande maggioranza e fanno di un uomo, il sindaco, con pochi voti rispetto al numero complessivo degli elettori, il decisore quasi unico, il padrone della situazione. Insomma, lo trasforma in bersaglio.
E poi l’Osservatorio nazionale, per fare una gita a Roma ogni tanto in comitiva, tutto pagato? Cari sindaci sardi, volete un consiglio? Se proprio vi serve un Osservatorio, createvelo in casa, nella casa comunale, non per scoprire chi attenta, ma per misurare il tasso di democrazia nei vostri comuni o in questa nostra regione. Lì, non a Roma, troverete la ragione della violenza e lì le soluzioni. Amen.
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disperazione Aladin
Evasione qui, appalti lì, affari là: che torcicollo!
6 Aprile 2016

democraziaoggidi Amsicora su Democraziaoggi

Posso confidarvi il mio stato mentale? Sono frastornato. Dovunque mi giri sento tintinnio di manette o leggo di iscrizioni nel registro degli indagati, di richieste di condanne e simili. Un tempo, mantenevo le mie certezze: gli imputati, indagati, corrotti, scorretti, amorali o immorali erano tutti di destra, tipacci, lontani da noi mille miglia. Anzi noi con forza e convinzione eravamo all’attacco, con la bandiera della morale in pugno. Vi ricordate la diversità comunista. Una certezza, un orgoglio!
Ora, ho quasi il torcicollo. mi giro a destra, a manca e al centro con ritmo vertiginoso e la musica è sempre la stessa.
Per Soru, il paladino della sardità, il vindice della nostra identità frustrata “gli inadempimenti fiscali c’erano ed erano importanti”. Parola di P.M. Richiesta quattro anni di reclusione per evasione fiscale. Contestata una presunta evasione fiscale da oltre 4 milioni di euro. Legge del taglione: un anno a milione. “L’indagine”, ha spiegato il pm nella requisitoria, “nasce nel 2009 da un servizio della trasmissione televisiva Annozero su come nel Regno Unito esistano società appositamente costituite per fare da schermo giuridico teso all’evasione fiscale e tra queste veniva segnalata “Andalas Ltd”, società riconducibile e Soru e alla sua società Tiscali”.”Andalas, costituita nel 2003, con capitale di due sterline”, per l’accusa “era una società non operativa che non ha mai pagato una sterlina di imposte nel Regno Unito né un euro in Italia. L’unica operazione che ha fatto è stato un prestito di circa 27milioni di euro a Tiscali Finance”.
Mi auguro che la difesa il 7 aprile smonti il teorema. Soru, del resto, come Zedda è bentrattato dai giudici nostrani. Ma mi rimane il sospetto che una società col capitale di due euro in terra straniera non sia stata costituita per attività trasparenti. Non saranno reati, ma furbate sì. Soru era al tempo prsidente della Regione. Non pensate che ci prendesse in giro, coi suoi proclami? Col suo ascetismo politico contro i politicanti? Una farsa.
Mi volto. Sindacopoli, girone di ritorno, nuova ondata di arresti: tra i 17 anche Stochino, ex consigliere regionale, e Peru, attuale vice presidente del Consiglio. Contestazione: appalti pubblici pilotati, Nell’aprile del 2015 gli arresti furono 21.
Tra le persone coinvolte ci sono amministratori pubblici, politici e funzionari di enti che avrebbero intrattenuto rapporti illeciti con imprenditori e professionisti.
Secondo gli inquirenti il sistema era guidato da Salvatore Pinna, l’ingegnere di Desulo che avrebbe retribuito politici e funzionari emettendo false fatture nei confronti delle imprese aggiudicatarie degli appalti per consulenze e lavori in Italia e all’estero. Una maxi tangente da 800mila euro mascherata con un contratto fittizio per prestazioni professionali di vario genere, sarebbe stata, poi, prevista per politici e funzionari pubblici corrotti.
Tra gli appalti pilotati ci sarebbero i lotti 3 e 8 della “Sassari-Olbia” e quelli relativi a due porticcioli turistici in Ogliastra (a Tertenìa e Tortolì) oltre a numerose altre opere minori.
Prove? La confessione dei rappresentanti legali delle imprese aggiudicatarie dei lotti della “Sassari-Olbia”, che hanno detto di aver pagato 300mila euro ciascuno per assicurarsi l’appalto.
Mi volto, disgustato, e, ahimè!, sento dell’Eni, di Federica Guidi, Renzi e Maria Elena Boschi e di tal Gemelli, quarantunenne, originario di Augusta, un anonimo imprenditore salito all’onore delle cronache. Prima la Boschi non ne conosceva l’esistenza, Renzi non sapeva neppure che la Guidi fosse spostata. Poi si scopre che quello è proprio il marito. E Renzi, prima ignaro di tutto, proteso com’è verso la grande politica, poi ci dice che l’emendamento pro Total l’ha fatto lui, in persona! Erano così sicuri da strafare, da non avere precauzioni, neppure al telefono. E così l’arroganza e la supponenza li sta suicidando. Torno ottimista. Coraggio, compagni e amici, questi si fanno fuori da soli, non c’è neppure bisogno di opposizione!
Tra parentesi: l’emendamento in questione dice che. su trivellazioni, stoccaggi, fonti energetiche e simili, decide il governo, senza sentire Regioni e Comuni. Vu ricorda qualcosa che può interessare la Sardegna?
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