LE DIMISSIONI DELLA MINISTRA DELLO SVILUPPO ECONOMICO DEL GOVERNO RENZI

sedia di VannitolaLa sedia
di Vanni Tola

“HUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA”
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disperazioneCon questo messaggio o qualcosa di molto simile i collaboratori di Matteo Renzi devono aver interrotto bruscamente la visita del Capo del Governo negli States che lo vedeva impegnato a tessere le lodi del Bel Paese in ogni angolo del continente americano. Che accade? Niente di particolare per un paese come il nostro. Una procura, quella di Potenza svolge una indagine nel mondo delle forniture petrolifere, raccoglie prove e intercettazioni e emerge il “fattaccio”. La Ministra dello sviluppo economico del Governo Renzi, si sarebbe adoperata, per ben due volte, a far inserire in un importante atto legislativo del Governo una disposizione scritta appositamente per favorire alcune lobbie petrolifere. Al primo tentativo l’operazione non riesce per l’azione di disturbo del Movimento 5 Stelle, al secondo tentativo invece riesce perfettamente e la Ministra se ne vanta al telefono con i beneficiari del provvedimento. Per i particolari rimandiamo alle cronache dei quotidiani. Restiamo alla sostanza. In qualunque parte del mondo, un accadimento simile avrebbe comportato le immediate dimissioni del Governo in carica, in Italia invece… Vediamo meglio “l’invece”. La ministra interessata decide di rassegnare dimissioni “per una questione di opportunità politica”. Ma si affretta a precisare di essere “assolutamente certa della sua buona fede e della correttezza del proprio operato”. Allora perché dimettersi? Il Presidente del Consiglio, dagli States, accoglie subito le dimissioni, non ci prova neppure a respingerle. Si preoccupa però di inviare un affettuoso e conciliante messaggio alla Ministra Guidi. “Cara Federica, ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale, sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al Capo dello Stato. Nel frattempo ti invio un grande abbraccio. Continueremo a lavorare insieme perché l’Italia sia sempre più forte e solida. A presto, Matteo”. Forse non sapremo mai perché Renzi intende privarsi di un cosi valido elemento del suo Governo che si è comportata in modo serio, deciso e competente. Naturalmente si accendono sulla vicenda i riflettori dei media e già nel pomeriggio, qualche ora dopo la notizia delle dimissioni della Ministra, l’argomento è oggetto di appassionanti tavole rotonde. Tutti dalla Gruber a dire che la Ministra, dimettendosi, ha manifestato una correttezza che le fa onore e ad esprimere umana solidarietà e rispetto personale per l’individuo. Ma avete capito bene che cosa ha combinato? C’è invece un problema che nei dibattiti televisivi e nei commenti dei giornali quasi nessuno affronterà. Il problema del provvedimento legislativo “alterato” dalla Ministra e da altri per favorire lobbie di petrolieri. Se il “dolo” c’è stato realmente, e mi pare nessuno lo contesti, la prima cosa da fare dovrebbe essere quella di rimettere subito le cose al loro posto. Un intervento di urgenza del Governo per bonificare il provvedimento rendendo nullo l’emendamento truffaldino. E’ il minimo che si deve al Paese. Tutto il resto, sostituzione della Ministra, valutazioni politiche, etiche, vicende giudiziarie, faranno il loro corso ma il provvedimento sotto inchiesta non può restare tale e quale. Altrimenti siamo su scherzi a parte.

Guidi

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