Intrausu oi in Xida Santa
La croce: forza di un simbolo
Lunedì 21 Marzo 2016
di Francesco Cocco su Democraziaoggi
- segue –
Leggo che i testimoni di Geova hanno chiesto al sindaco di Assemini la rimozione del Crocifisso. Sono cristiani, quindi la loro richiesta non è assimilabile nelle motivazioni a quella di quel musulmano che a Milano pretendeva la rimozione del Crocifisso motivandola con un senso di fastidio per un essere umano seminudo affisso a due assi di legno.
I testimoni di Geova motivano la loro richiesta con argomentazioni a loro dire di natura storica: la morte di Cristo sarebbe avvenuta su un palo diritto e non già su due assi incrociati. Ed una tale motivazione, storica o pseudo storica, credo nulla tolga ai valori del credo cristiano. Molto invece toglie alla forza simbolica della Croce.
Qualche tempo fa mi è capitato di visitare a Cracovia il ghetto ebraico. Ad un farmacista cristiano, non ebreo, durante il Secondo Conflitto Mondiale, i nazisti avevano consentito di restare nel ghetto e di continuare a svolgere la sua attività professionale nell’immobile che fungeva anche da abitazione. Non ne ricordo il nome, so che, mettendo a repentaglio la propria vita, riuscì a salvare un gran numero di ebrei. Ho visitato i locali che fungevano da abitazione e nella modesta camera da letto è appeso un Crocifisso. Ho capito che da quel simbolo veniva al farmacista il coraggio e la forza per resistere ai soprusi nazisti.
Ecco perché ritengo che bene abbia fatto il sindaco di Assemini ad opporsi all’assurda richiesta dei testimoni Geova. Quel simbolo nella storia è diventato stimolo alla tolleranza. Sottolineo “è diventato” perché c’è chi in passato ne ha fatto strumento di guerra e distruzione. Ma proprio pensando a quel passato oggi avvertiamo che esso ci impone tolleranza e rispetto. Sono i valori che il mondo cristiano è andato costruendo nella storia e che sentiamo di dovere rispettare se vogliamo evitare di precipitare nella barbarie.
Lascia un Commento