Lettera aperta del Segretario nazionale della Confederazione Sindacale Sarda Giacomo Meloni al Vescovo di Cagliari Arrigo Miglio, presidente della Conferenza dei Vescovi della Chiesa sarda

Giacomo Meloni fb CSSE SE L’IMPEGNO DI TUTTI FOSSE LA CREAZIONE E LA RICERCA DEL LAVORO DIGNITOSO, RISPETTOSO DELLA PERSONA, DEL CREATO, DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE?
Si può in Sardegna essere contro il lavoro che inquina,che produce tumori e morte ?
PERCHE’ FESTEGGIARE UN LAVORO CHE DISTRUGGE L’AMBIENTE E CHE IN SARDEGNA PER ASSURDO COSTRUISCE BOMBE?

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Arrigo Miglio vescovo_piccolaMons. Arrigo Miglio
Arcivescovo di Cagliari
< arcivescovado segreteria@diocesidi cagliari.it >
Carissimo mons. Miglio mio vescovo e pastore,
- segue
le scrivo dopo lunga riflessione per dirle che, mio malgrado, non parteciperò domani 19 c.m. alla Giornata Diocesana del Lavoro e della Solidarietà, pur avendo gradito moltissimo il suo invito personalizzato, inviatomi dalla sua Segreteria e dallo stimato don Giulio Madeddu, responsabile diocesano della pastorale sociale e del lavoro.
Porto ancora impresse nella mente e nel cuore le parole che Papa Francesco ha voluto rivolgere prima di tutti ai lavoratori ed ai responsabili sindacali nel Largo Carlo Felice nel suo incontro con la città di Cagliari domenica 22 settembre 2013. Papa Francesco, dopo aver parlato a braccio seguendo l’impulso del suo cuore di padre, si è rivolto a lei per affidarle come Arcivescovo di Cagliari e Presidente del Conferenza dei Vescovi della Sardegna il discorso scritto da lui e preparato con cura, che non aveva letto, ma che sottolineava voler affidare a lei “come se l’avesse pronunciato”…
Mi permetto di dirle che rimasi deluso, Eccellenza, del suo disimpegno nel diffondere questo importante scritto, pubblicato immediatamente sul quotidiano La Nuova Sardegna e mai sul settimanale Diocesano Il Portico, ma solo un anno dopo nel bel libro “Papa Francesco a Cagliari” nell’edizione del mese di Agosto 2014 e di non aver organizzato su di esso un vero e proprio Convegno, come io stesso le suggerii in occasione di una precedente edizione della Giornata Diocesana del Lavoro, tenutasi nei locali del Lazzaretto di S. Elia in Cagliari.
Nel mio impegno sindacale, ovunque mi trovi, cito sempre questo discorso scritto di Papa Francesco ed in particolare l’ultima parte, che il padre benedettino del Monastero di S. Pietro di Sorres P. Bruno Masala – prima di morire – mi confidò essere la risposta al quesito che mi ero permesso di porre al Papa nel mese di agosto prima della sua visita a Cagliari (cfr. lettera del 22 agosto 2013 qui allegata). Quesito dirimente per la situazione del lavoro in Sardegna dove in particolare non si sa vincere la contraddizione Lavoro/Ambiente e si continua ad accettare – in nome e nella stringente necessità e bisogno – ogni sorta di lavoro, anche se schiavo e portatore di malattie e morte, quand’anche fosse orientato, come sempre più spesso, al non rispetto del creato ed alla distruzione dell’ambiente.
Ora Papa Francesco a Cagliari il 22 settembre 2013, anticipando il contenuto della stupenda Enciclica “Laudato Si’ del 24 maggio 2015, scriveva :
“…un lavoro dignitoso per tutti. Una società aperta alla speranza non si chiude in se stessa, nella difesa degli interessi di pochi, ma guarda avanti nella prospettiva del bene comune. E ciò richiede da parte di tutti un forte senso di responsabilità. Non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti. Per questo occorre «perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del suo mantenimento per tutti» (Benedetto XVI, Enc. Caritas in veritate, 32). Ho detto lavoro “dignitoso”, e lo sottolineo, perché purtroppo, specialmente quando c’è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza rispetto del riposo, della festa e della famiglia, il lavorare di domenica quando non è necessario. Il lavoro dev’essere coniugato con la custodia del creato, perché questo venga preservato con responsabilità per le generazioni future. Il creato non è merce da sfruttare, ma dono da custodire. L’impegno ecologico stesso è occasione di nuova occupazione nei settori ad esso collegati, come l’energia, la prevenzione e l’abbattimento delle diverse forme di inquinamento, la vigilanza sugli incendi del patrimonio boschivo, e così via. Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso sia impegno di tutti! Ecologia… e anche “ecologia umana”!
Eccellenza, mi perdoni se non sarò presente, ma voglio evitare un discorso duro che vorrei sentisse il Sindaco dr. Salvatore Mattana, rieletto più volte, ben voluto nel paese, ma non sempre sufficientemente attento – pur essendo medico di professione – al disastro presente tra i suoi concittadini di Sarroch che nel 2007 avevano un’altissima percentuale di tumori (su 100 morti ben 37 sono morti di tumori alle vie respiratorie ) a causa dell’emissioni pericolosissime di polveri sottili e nano particelle dai camini della Saras, una delle maggiori raffinerie del Mediterraneo di proprietà dei fratelli Moratti, che hanno contribuito con la loro generosità ad elevare una specie di” cattedrale” al centro del piccolissimo paese di Villa S. Pietro, che il 26 maggio 2009 ha pianto tre operai (Bruno Muntoni, di 56 anni, Daniele Melis di 29 e Pierluigi Solinas di 27) morti a causa dell’esalazione di azoto in una cisterna della Saras non bonificata.
Per la loro morte i fratelli Moratti hanno risarcito le singole famiglie con 30 mila euro, ben poca cosa se si considera che per un giocatore dell’Inter gli stessi sono disposti a spendere miliardi.
Carissimo monsignore, mio vescovo e pastore,
ci aiuti a vincere in Sardegna la contraddizione lavoro/ambiente e si schieri sull’esempio di Papa Francesco a favore del lavoro buono,rispettoso della persona umana,del creato,del dell’ambiente e del territorio, che nella nostra isola è piu’ inquinato della terra dei fuochi della Campania che segue la Sardegna con i suoi 354 mila ettari inquinati,mentre la nostra isola detiene il triste primato di ben 445 mila ettari inquinati ( dati del Ministero dell’Ambiente ).
La battaglia comune non deve essere solo contro il tentativo di imporre alla Sardegna il Deposito Unico Nazionale delle Scorie radioattive, su cui lei e tutti i Vescovi della Sardegna si sono espressi decisamente contro. Ma i Vescovi e la Chiesa Sarda devono essere in prima linea a difesa dell’ambiente contro la riproposizione di Centrali a Carbone ed Industrie fortemente inquinanti
come l’Eurallumina che ha prodotto il disastro ambientale delle colline e del bacino a mare dei fanghi rossi in parte per fortuna posto sotto sequestro dalla Magistratura,ma che la Rusal ( attuale proprietaria della Fabbrica ) e purtroppo gli stessi operai insieme a molti sindacalisti chiedono di dissequestrare con l’autorizzazione di sopraelevare le colline inquinate di ben altri 25 metri. Anche il disastro ambientale è peccato mortale.
Mi benedica.
Cagliari,18/03/2016
Il Segretario Generale della CSS
Dr Giacomo Meloni
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LETTERA APERTA A PAPA FRANCESCO IN VISITA PASTORALE IN SARDEGNA
A CAGLIARI IL 22 SETTEMBRE 2013

Caro Papa Francesco,
perdona il tono confidenziale di questa nostra lettera, ma tu stesso ci hai incoraggiato a gesti ed espressioni di bontà e tenerezza.
Grazie innanzitutto per aver scelto la nostra città di Cagliari e la Sardegna per venerare e pregare la Madonna di Bonaria e per incontrarci nel tuo pellegrinaggio pastorale.
Troverai una Sardegna piegata dal dramma della disoccupazione e della povertà, ma non una Sardegna sconfitta perché cosciente che gran parte delle sue attuali disgrazie sono dovute al fallimento del vecchio modello di sviluppo con i suoi poli petroliferi e di chimica di base impattanti sui territori al limite del disastro ambientale ed ora anch’essi in crisi, modello di sviluppo che vorremmo non fosse riproposto sotto altre vesti, magari dipinto di verde come il progetto della Chimica verde che prevede la coltivazione di cardi in almeno 30 mila ettari di terra per produrre energia da biomasse che verrà venduta altrove mentre in Sardegna, già sufficiente energeticamente, resteranno le scorie ed il rischio di importazione di rifiuti da incenerire da tutto il mondo. O uno sviluppo propagandato come nuovo, basato su progetti ed esperimenti costosissimi e superati tecnologicamente come quello della lavorazione del carbone importato da altre nazioni da cui dissociare il CO2 che verrebbe pompato a forte pressioni nelle miniere dismesse del Sulcis con possibili fughe ed esplosioni sotterranee.
La Sardegna sembra diventata terra di nessuno in cui costruire e cementificare in disprezzo dei piani paesaggistici, sperimentare trivellazioni di ogni sorta alla ricerca di fonti energetiche, piani faraonici di vere e proprie palizzate di pale eoliche in territori di pregio ambientale e perfino tentativi di costruzione delle stesse in mare davanti alle nostre bellissime coste.
Per questo, conoscendo la tua sensibilità verso l’ambiente ed il creato come dono di Dio da preservare e rispettare, ti chiediamo di aiutarci a liberarci da quanti nella nostra amata isola vogliono continuare ad inquinare e distruggere il nostro territorio, producendo disastri ambientali e provocando malattie e morti da tumori per cui la nostra isola è ai primi posti nelle statistiche europee soprattutto per i tumori alle vie respiratorie e allo stomaco con indici altissimi per quanto riguarda le neoplasie infantili.
La nostra isola è da tempo oggetto di incursioni e devastazioni di chi con la promessa di posti di lavoro e benessere impone con la complicità delle autorità locali modelli di sviluppo incompatibili con la vocazione dei nostri territori ormai da anni sotto il giogo delle servitù militari con i poligoni di morte dove si sperimentano ogni sorta di ordigni di guerra e si uccide con l’uranio impoverito i soldati in servizio e gli ignari pastori delle popolazioni dei paesi vicini ai poligoni.
La Sardegna importa fumi di acciaieria da cui si ricava pochissimo argento ed altri minerali mentre il vero utile consiste nell’importare e lavorare rifiuti industriali pericolosi e talvolta radioattivi da tutto il mondo.
Noi sardi vogliamo uno sviluppo ecosostenibile della nostra isola rispettoso dell’ambiente basato sull’agroindustria, sull’agroalimentare, sulla pastorizia, sull’acquacultura e la pesca, sui parchi naturali e geominerari, sull’archeologia, sulla ricerca e innovazione e sull’artigianato armonizzato con un turismo moderno delle nostre coste e dei territori dell’interno dell’isola, capace di conservare ed esaltare tutti i valori identitari del nostro popolo a partire dal patrimonio culturale inestimabile della nostra storia e della nostra lingua sarda che vorremmo fosse reintrodotta non solo nei canti e nelle preghiere, ma nella stessa celebrazione della santa messa, come auspicato dai nostri Vescovi nel Concilio Plenario Sardo.
Conosciamo bene i dati drammatici della disoccupazione specialmente quella giovanile ed i dati della povertà diffusa derivanti in gran parte dalla perdita e dalla mancanza di lavoro, ma questa situazione non è ineluttabile perché da subito ci sarebbe lavoro per almeno altri 30 anni per migliaia di disoccupati se si aprissero i cantieri per le bonifiche dei territori inquinati, se si riconvertissero le fabbriche di alluminio puntando sul riciclo perché meno energivoro e non inquinante e se si sostenessero centinaia di piccole e medie imprese che attendono un segnale di ripresa e soprattutto di svolta nelle politiche di sviluppo in Sardegna.
Occorre liberarci dai gioghi che finora ci hanno oppresso. Noi sardi dobbiamo avere maggior coraggio nel saper vincere le sfide tra ambiente, occupazione e sviluppo e puntare in alto, sapendo di poter contare sull’intelligenza, sulla fierezza e generosità del nostro popolo che anche in occasione dei recenti drammatici incendi in vasti territori dell’isola ha dimostrato come la solidarietà può vincere sul disastro e sulla cattiveria umana, ricorrendo all’antica usanza tutta sarda de “sa paradura”, attuata dai pastori, allevatori e contadini di tutta la Sardegna che hanno donato migliaia di quintali di fieno ai pastori di quei territori in difficoltà.
Per questo abbiamo tanto fiducia che la tua venuta a Cagliari e nella nostra bellissima isola, terra di santi e di papi, ci apra il cuore e le menti alla speranza che ancora una volta ci arriva dalla fede in Dio e nella protezione della Madonna di Bonaria patrona massima della Sardegna, isola meravigliosa che abbiamo avuto in prestito dai nostri antenati e che oggi vorremmo consegnare ai nostri figli e nipoti sempre più bella e incontaminata.
Benvenuto tra noi, caro Papa Francesco, pregheremo per Te che ci vorrai benedire con la bontà e tenerezza di Dio e della sua “mama, fiza e isposa” Maria.
Saludi e trigu.
CAGLIARI, 22.08.2013
Il Segretario Generale della CSS, Giacomo Meloni

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