Appunti per i candidati parlamentari

 Le primarie del Pd

di Franco Meloni

Nella complicata vicenda dell’istituzione delle società a responsabilità semplificata uno dei pochissimi politici che si è interessato e ha richiesto al governo Monti di adempiere agli obblighi della legge è stato Amalia Schirru, deputata del Pd. Lo vogliamo ricordare in questi giorni perchè Amalia concorre alle primarie del Pd per la conferma, in posizione utile all’elezione, nella lista dei candidati alla Camera dei deputati. Aladinews, saldamente e autonomamente collocata nell’area progressista e di sinistra, non fa campagne elettorali per nessuno, ma quel che è giusto è giusto: dobbiamo ad Amalia il riconoscimento per la sua collaborazione in una causa che ci ha fortemente impegnato a favore dei giovani e della giovane impresa. Se questo può contare anche minimamente per la sua rielezione ne siamo contenti.

  • Nessuno in Sardegna parla di lavoro

di Matteo Arisci *

Nessuno in Sardegna parla più di lavoro. Non i politici, non il mondo dell’informazione, non il mondo accademico. E’ un tema troppo spinoso da trattare. Certo si parla dei lavoratori della Carbosulcis e dell’Alcoa. Gli si mostra simpatia umana. Gli si danno pacche sulle spalle. Fa sempre comodo stare dalla parte dei lavoratori. Salvo poi non sapere cosa fare per loro.

Nessuno in Sardegna parla più di lavoro perché non lo si sa creare. Non lo abbiamo mai saputo creare. E’ il denaro pubblico a generare occupazione qui da noi. La maggior parte dei lavoratori sono dipendenti pubblici. Chiudere il rubinetto delle casse dello Stato equivale ad aprire una canna del gas per l’economia.

Nessuno in Sardegna parla più di lavoro soprattutto tra sindaci e amministratori locali. Non è competenza dei sindaci, dicono loro, non hanno un assessorato al lavoro. Non è nemmeno competenza delle province. Tanto vale lavarsene le mani a piè pari. Salvo poi dimenarsi nella distribuzione di poltrone e poltroncine.

Nessuno in Sardegna parla più di lavoro perché oggi c’è una scusa fenomenale, la scusa che ogni politicante desidera. C’è la crisi. Si, è colpa della crisi, del patto di stabilità, di Bruxelles, del governo Monti, dei tagli… Non ci sono più fondi spendibili per facilitare investimenti e ripresa. Come se in passato, quando quei denari erano a disposizione, li avessero spesi con lungimiranza.

Un vecchio refrain capitalista insegna che la politica non crea lavoro, il mercato crea lavoro. Vero. Ma a chi amministra spetta l’onere di immaginare e disegnare forme che creino ambienti accoglienti per il lavoro. Servono, in poche parole, visione e competenza. Purtroppo la nostra classe politica è impreparata e inadeguata. Ricurva su se stessa e improntata a vivere alla giornata. Senza grandi respiri o progetti.

Burocrazie da tagliare, balzelli da eliminare, regolamenti da semplificare, pratiche e uffici da efficientare. I nostri comuni sono spesso ostacoli, non facilitatori. Non riescono a gestire i pochi contributi che danno a disposizione, dimostrano incapacità nel curare bandi e concorsi che potrebbero essere dei piccoli volani per la ripresa. Chi amministra, molto spesso, conosce male il proprio tessuto economico ma conosce molto bene potentati e famiglie a cui rendere conto.

Fossi un amministratore locale, oggi, mi farei diverse domande guardandomi attorno. Come mai Amazon sceglie di investire proprio in Sardegna e non in Lombardia? Cosa ha convinto quella multinazionale? E come mai esistono diverse start-up proprio qui in Sardegna? Come posso facilitare ulteriormente questo circolo virtuoso?

O ancora mi chiederei che attività ho nel mio territorio? Come le posso aiutare? Che intralci sto creando alla loro crescita? Che attività hanno funzionato in passato e quali invece chiudono? Quali sono le forme imprenditoriali più resilienti?

Ma soprattutto che tipo di sviluppo voglio provare ad imprimere? Come mi impegno a realizzarlo?

C’è una celebre frase del premio nobel Solow, teorico della crescita economica. Conosciamo gli ingredienti per la crescita ma non conosciamo la ricetta. Il sospetto e che i politici sardi non conoscano nemmeno gli ingredienti.

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Intervento pubblicato su Sardegnademocratica

 

2 Responses to Appunti per i candidati parlamentari

  1. admin scrive:

    Da La Nuova on line 29 dicembre 2012
    Primarie Pd, così saranno scelti i nuovi parlamentari
    Nell’isola si vota domenica: 48 in lizza. I capilista saranno indicati direttamente da Bersani, gli altri 10-11 posti che contano divisi per territori e genere

    di Filippo Peretti

    Primarie, i risultati del voto nell’isola
    CAGLIARI. Quarantotto in corsa per le 10-11 candidature che garantiranno l’elezione in Parlamento. Oggi è l’ultimo giorno della campagna delle primarie del Pd per la scelta degli aspiranti deputati e senatori, domani si vota negli stessi seggi in cui il 25 novembre e il 2 febbraio anche i sardi hanno contribuito a designare Pierluigi Bersani candidato premier del centrosinistra.
    Dato da tutti i sondaggi per favorito alle elezioni del 24 e 25 febbraio, il Pd punta a eleggere dodici o tredici parlamentari: otto-nove deputati e quattro senatori. Non tutti saranno scelti con le primarie, volute per dare la voce agli elettori visto che il “Porcellum” è senza preferenze. I due capilista verranno indicati direttamente da Bersani. Uno (alla Camera) è quasi certamente il segretario regionale Silvio Lai, l’altro potrebbe essere una personalità sarda (iscritto o no al Partito democratico) oppure un dirigente nazionale. Queste decisioni arriveranno subito dopo l’Epifania.
    Domani dopo le 21 inizierà lo spoglio delle schede. Ma non è detto che tutte le dieci-undici caselle che contano vengano riempite subito. Vediamo perchè.
    A parte i capilista, i vincitori delle primarie saranno decisi così. Il primo sarà il più votato di Cagliari, quindi nell’ordine i più votati di Sassari, di Nuoro e il secondo più votato di Cagliari (una donna se il primo è un uomo, e viceversa). Quindi i più votati di Oristano, Gallura, Sulcis e Medio Campidano. A chiudere il secondo di Sassari e il terzo e il quarto di Cagliari. E siamo a undici. Seguono gli altri nomi che nella lista di febbraio avranno meno probabilità di essere eletti: il secondo di Nuoro e il primo dell’Ogliastra.
    Dopo lo spoglio resteranno alcune incertezze perché nei posti che contano dovranno essere indicate almeno quattro donne. L’unica regola riguarda Cagliari e Sassari: in entrambe le province maggiori dovrà essere indicata anche una donna. Un’altra può essere scelta a Oristano, in Gallura o nel Sulcis, tutte province che hanno un solo seggio a disposizione: per cui gli eventuali primi candidati maschi tremeranno al pensiero di dover rinunciare alla garanzia dell’elezione per fare posto a una candidata. A meno che dalle urne non vengano fuori direttamente almeno quattro donne, la compensazione numerica tra i generi sarà decisa il 2 gennaio.
    L’esperienza insegna che alle primarie non ci sono favoriti assoluti. La competizione è durissima e sette (su undici) parlamentari uscenti dovranno guardarsi da rivali insidiosi (come consiglieri regionali e segretari provinciali) per radicamento.
    Non si sono ricandidati i deputati Arturo Parisi e Giulio Calvisi e il senatore Antonello Cabras.

  2. admin scrive:

    Dal sito fb di Amalia Schirru (1 gennaio 2013)
    Grazie. Di cuore. A tutti gli elettori delle primarie, ai segretari dei circoli, ai volontari, alle compagne e compagni che hanno permesso il grande esempio di democrazia delle primarie. Grazie a quanti hanno creduto in me, senza compromessi. A quanti hanno valutato il mio operato passato, investendo di conseguenza nel mio impegno futuro. Grazie, per le tante manifestazioni di stima e di affetto che mi sono pervenute dal mio territorio, nonostante la sconfitta, da San Sperate in particolare, ma anche da tutti coloro che, pur non sardi, hanno riconosciuto il mio lavoro anche sui temi di più ampio respiro e coinvolgimento al servizio di “tutti i cittadini”.
    Grazie alle associazioni. Grazie alle persone disabili e alle loro famiglie al fianco delle quali ho percorso un lungo tratto di strada istituzionale, di affetti e di vicinanza. Senza di loro non avrei potuto conoscere così a fondo i molti aspetti e mille problematiche che i cittadini più deboli vivono quotidianamente, e lavorare a loro difesa.
    Grazie alle donne, ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, ai tanti giovani con cui ho condiviso le lotte più impegnative. Per me, sebbene abbia perso, è stato un momento importante, di confronto e di grande sfida, di cui farò tesoro per dare ancora più forza e passione alla politica che verrà.
    I miei complimenti ai vincitori, gli auguri di buon lavoro in particolare alle donne, sapendo che daranno sempre il meglio. E al PD, per le prossime sfide che ancora ci attendono.

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