CAGLIARI 2016. Dibattito su/per la città dentro la campagna per le elezioni comunali
Il problema di Zedda? Non certo il processo ma essere diventato la controfigura di Renzi
07/01/2016 alle 18:00
di Vito Biolchini su vitobiolchini.it
Contrariamente a quanto afferma Sardinia Post, la condanna per abuso di ufficio per il sindaco di Cagliari Massimo Zedda nel processo sul Teatro Lirico non è per niente la “speranza non dichiarata dei suoi avversari” e questo per un motivo molto semplice, anzi due.
Il primo è che è opinione comune in città che il sindaco sarà assolto, così come fu assolto Renato Soru nel caso Saatchi & Saatchi. Da dove arriva tanta sicurezza? I cittadini leggono le cronache del processo dai giornali e si fanno la loro idea, mentre i politici hanno qualche informazione in più e non è un caso che il Pd, prima di dare il via libera alla ricandidatura di Zedda, abbia atteso la deposizione di alcuni teste chiave del processo. Il Pd è strasicuro che il sindaco sarà assolto, altrimenti non avrebbe commesso la follia di ricandidarlo correndo il rischio, in caso di condanna, di dover tornare alle urne dopo pochi mesi dalla rielezione. E dopo le recenti vicende che tutti abbiamo letto sui giornali in questi giorni, l’impressione che Zedda verrà assolto si è fatta ancora più forte.
Il secondo motivo è che gli avversari di Zedda non contrastano la sua figura o la sua persona ma la sua politica, ovvero quella del Pd sulla quale il sindaco si è via via appiattito. Quindi se anche Zedda dovesse cadere per mano della magistratura, difficilmente questo potrebbe portare nel centrosinistra alcuni schieramenti che, né per storia personale dei loro leader né per collocazione, possono essere avvicinati al centrodestra.
L’avversario dunque non è Zedda (esponente di un partito che esiste fittiziamente solo in Sardegna e amministratore silente su tutti i temi più importanti: dalla fuga di Ryanair all’istituzione della città metropolitana, dalla crisi della Camera di Commercio fino alla riforma della sanità, per non parlare della gestione dei rifiuti) ma il Pd di Renzi, che per il sindaco di Cagliari ha avuto recentemente parole generose. Quindi Zedda o un altro candidato, non fa nessuna differenza.
Piuttosto Sardinia Post dovrebbe chiedere agli alleati di Zedda che duramente contrastarono la candidatura dell’indagata Francesca Barracciu alle ultime elezioni regionali, come mai adesso non battono ciglio nel sostenere un amministratore addirittura sotto processo. Che si tratti di quella doppia morale applicata ad una donna legittimata dal voto delle primarie a tutto favore dei suoi colleghi maschi legittimati, forse, da una superiorità di genere negata nelle enunciazioni di principio ma praticata nella quotidianità
- segue –
come ebbe modo di scrivere proprio Sardinia Post qualche tempo fa? (Assessori, candidati e indagati. È ora di finirla con la “doppia morale” del 21 febbraio 2014)
E sarebbe interessante sentire anche l’opinione dei cespugli del centrosinistra sull’ipotesi, caldeggiata dal Pd e ormai neanche tanto segreta, di allargare lo schieramento che sostiene Zedda ai sardisti e all’Udc. In questo modo si verrebbe a creare uno schieramento Frankenstein, con Sel all’opposizione del Pd a Roma ma non in via Roma, e con i sardisti e l’Udc in maggioranza in via Roma (lato piazza Matteotti) e all’opposizione in via Roma (lato Darsena).
Il dato vero è un altro, anzi due.
Il primo: in una città dove i due maggiori partiti (Pd e Pdl) non esprimeranno un loro candidato sindaco e dove il Movimento Cinquestelle rischia di ripetere l’exploit delle ultime regionali, è evidente che può succedere di tutto.
Il secondo: il problema del sindaco Zedda non è l’esito del processo (da cui gli auguro sinceramente di uscire indenne, anche perché non c’è bisogno di una condanna per comprendere politicamente quello che è successo negli ultimi anni dalle parti di via Sant’Alenixedda) ma il suo appiattimento totale sulle posizioni di Renzi, di cui sta diventando una specie di silenziosa controfigura. Capace di parlare solo di giardinetti e di marciapiedi.
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- Il dibattito sul blog di Vito Biolchini
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