Due passi nello spazio: dall’universo finito al multiverso degli infiniti universi
Due passi nello spazio: dall’universo finito al multiverso degli infiniti universi (circolo Sankara, via Napoli 62, oggi mercoledì 16 ore 19)
Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento vari sono stati i tentativi di riformare l’Astronomia: ciò era dovuto al fatto che il sistema tolemaico utilizzato fino ad allora si rivelava inadeguato a descrivere con esattezza i fenomeni della volta celeste. Nella concezione tolemaica medievale l’Universo era di dimensioni finite, contenuto entro l’ottava sfera cristallina, sulla quale erano infisse le stelle. Al travaglio di questa crisi dell’astronomia partecipa Copernico, intraprendendo tuttavia una strada diversa, che lo porterà a mettere la Terra in una posizione periferica e il Sole al centro. Ma questa non è la sola novità proposta da Copernico. Nella concezione tolemaica medievale l’Universo era di dimensioni finite, contenuto entro l’ottava sfera cristallina, sulla quale erano posizionate le stelle. Pian piano vacilla il modello che contemplava la sfera delle stelle fisse e si fa avanti l’idea di un universo infinito, infinitamente popolato di astri, senza barriere. – segue -
Arrivando all’oggi, e schematizzando, si può dire che la moderna cosmologia si basa su due pilastri: la teoria della relatività generale, enunciata da Albert Einstein agli inizi del secolo scorso, che ha permesso di trattare l’Universo nel suo insieme, e la Legge di Hubble. Quest’ultimo interpretò la grande mole di osservazioni spettroscopiche sulle galassie, eseguite fra il 1910 e il 1920, dove in genere si osserva uno spostamento delle frequenze di assorbimento verso valori piu bassi di quelli misurati in laboratorio, come causato dall’allontanamento delle sorgenti luminose rispetto all’osservatore (effetto Doppler). Concluse che l’Universo appare in espansione e che la velocita di recessione delle galassie e proporzionale alla loro distanza r. Mentre la teoria della relatività ha introdotto una serie di concetti nuovi che caratterizzano la cosmologia moderna, differenziandola profondamente da tutte le precedenti concezioni del mondo. Principale caratteristica è la dinamicità contrapposta alla staticità delle visioni passate. L’Universo non è mai uguale a se stesso, esso è in continuo divenire. Altra caratteristica è che l’espansione riguarda lo spazio stesso e non la materia contenuta in esso. Le galassie si allontanano una dall’altra perché trascinate dal moto di espansione dello spazio entro cui sono immerse. In altre parole, lo spazio non è un contenitore entro cui si espande la materia. Inoltre, lo spazio dell’Universo può essere infinito oppure finito, ma in questo secondo caso è illimitato nel senso che lo si può percorrere in tutte le direzioni senza incontrare una barriera.
Gli sviluppi della cosmologia nella seconda metà del secolo scorso e, in particolare, lo studio di come l’Universo si è evoluto nel tempo hanno portato prepotentemente alla ribalta un tema dibattuto sin dall’antichità: quello della pluralità dei mondi. Si ipotizza (in diverse teorie cosmologiche) che quello che usualmente viene indicato col termine “universo”, e cioè la totalità del mondo fisico, sia solo un elemento di una ben più vasta realtà costituita da un numero infinito di universi. Il termine più usato in cosmologia per indicare l’insieme degli universi è quello di “multiverso”. Il termine è stato coniato dal fisico russo Andrej Linde, in contrapposizione a universo, per indicare l’insieme dei miniuniversi (o bolle inflazionarie) che si formerebbero durante l’inflazione cosmologica. In questo quadro il nostro universo si sarebbe sviluppato a partire da uno di questi miniuniversi. In più: secondo Hugh Everett, l’operazione di misura quantistica produce tanti universi paralleli quanti sono i possibili risultati. Ed ancora: un multiverso è anche messo in relazione con la regione di spazio-tempo che si trova all’interno di un buco nero quando si prendono in considerazione le correzioni quantistiche alla relatività generale. Inoltre il concetto di multiverso ha acquisito un nuovo impulso con lo sviluppo della teoria delle stringhe, in base alla quale la materia è composta da minuscole corde vibranti in uno spazio con più di tre dimensioni. E stringhe aggregate immerse in uno spazio molto più esteso potrebbero dare vita a universi distinti, eventualmente interagenti attraverso la gravità.
Tutti temi intrigante e di grande fascino che sembrano superare di gran lunga anche la fantascienza più ardita, e di cui si parlerà mercoledì 16 alle ore 19 nel circolo Sankara (via Napoli 62) con l’astrofisico Andrea Possenti (dell’Istituto nazionale di astrofisica e già direttore dell’Osservatorio astronomico di Cagliari) durante l’incontro “Due passi nello spazio: dall’universo finito al multiverso degli infiniti universi”, interno al programma “Visioni di scienza” curato da Roberto Paracchini.
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