Il Martini abbandonato

Martinidi Rosamaria Maggio, docente del Martini
Fra qualche giorno, lo storico Istituto tecnico “P. Martini” lascerà la sua sede di via S.Eusebio per essere trasferito all’Istituto Besta 1 e 2 di Monserrato.
Non sappiamo ancora quando perchè, in questa farsa, non è dato sapere, né al personale nè a studenti e famiglie, quando!!!
La motivazione formale è scritta nel provvedimento del Commissario straordinario della Provincia: lavori urgenti di miglioramento della capacità portante dei solai.
Ma la RAS ha chiesto alla scuola un parere circa la realizzazione di una ristrutturazione dello stabile al fine di renderlo più moderno. Investimento dei sogni, 5 milioni di euro.
Realizzazione in 3 anni di lavori più i tempi del bando internazionale….. quindi a volerci credere, tempi biblici!
La verità è che la politica ha abbandonato il Martini.
Ci ha abbandonato il Commissario Straordinario della Provincia che dopo aver ricevuto il Comitato “Salviamo il Martini”, ha comunicato allo stesso che nessuna delle richieste poteva essere accolta.
Non la proroga dello spostamento.
Non lo spostamento di un numero inferiore di classi (ora si spostano 25 classi su 28).
Non la possibilità di una sistemazione in città, in qualche stabile non in uso, anche di proprietà del Comune.
Ci ha abbandonato il Sindaco di Cagliari, che non ha risposto alla richiesta del Comitato e dopo vari proclami non ha fatto assolutamente nulla.
Ci hanno abbandonato il Presidente Pigliaru e l’assessore Firinu che, anch’essi, non hanno risposto alle richieste del Comitato ed anzi rilanciano con una proposta da salotto di Bruno Vespa in stile Berlusconi che racconta agli italiani la favola del Contratto con gli italiani.
Sappiamo come è finita!
Questa vota si favoleggia di un nuovo Martini rinnovato per la didattica del futuro!
E’ stato triste vedere come in tanti se la sono bevuta e come gli studenti non siano stati guidati ad esprimere i propri pensieri, preoccupazioni o convinzioni.
E’ piaciuta una idea di scuola frantumata, dove ognuno coltiva il proprio orticello.
Diversamente l’Alberti, dove è stata condotta una battaglia democratica all’insegna dell’unità, i cui risultati sono davanti agli occhi di tutti: fine anno scolastico in viale Colombo e forse un accordo per la sistemazione definitiva nello stabile e comunque se spostamento ci sarà, sarà in un edificio a Cagliari e non in via Mercalli come proposto originariamente.
Siamo contenti per i colleghi e gli studenti dell’Alberti e ci complimentiamo con loro.
Ma noi siamo stati abbandonati dalla politica.
Forse i sondaggi di Zedda lo danno vincente anche senza il Martini?
E la Regione si sente così sicura del suo grande progetto Iscola?
Vogliamo parlarne?
- segue -
Un contenitore vuoto, aperto alle proposte dei cittadini, dove si susseguono proclami, sull’ammodernamento degli edifici, la rivoluzione del sistema dei trasporti scolastici mentre già si chiudono scuole nei piccoli paesi e gli studenti iniziano a fare i pendolari fin dalla scuola dell’infanzia, oppure sull’ approvazione di progetti aggiuntivi rispetto all’ordinario tempo scuola, per il recupero delle competenze di base e per combattere la dispersione.
Ancora una volta si pensa all’aggiunta, piuttosto che alla scuola della “mattina”.
Ancora un progettificio di cui la scuola è stanca perchè è l’ordinario che va supportato.
Ed anche l’idea dei facilitatori dell’innovazione che aiutino a costruire contenuti digitali come se non ce ne fossero già abbastanza sui siti web e se non fosse ormai anche appurato che sì, le tecnologie migliorano l’apprendimento, ma se si esagera, addirittura i risultati peggiorano come si evince dalle conclusioni dell’Ocse ed anche dell’Unità di valutazione degli investimenti pubblici della Presidenza del Consiglio che mettono in collegamento i risultati dei test Invalsi con l’introduzione dei media digitali nelle scuole.(+ 0,4 % italiano e +1,5% mat. nel nord e -0,5% e -1% nel sud).(Corriere della sera del 31.10.15)

Ed infine il Commissario Straordinario, che dovrebbe occuparsi di ordinaria amministrazione in una istituzione a forte deficit democratico e invece ipotizza investimenti finanziati dalla Regione della misura di 5 milioni di euro, fa prove di scelte politiche.
C’è qualcosa che non quadra in questo paese ove la politica dovrebbe essere al servizio dei cittadini ed invece vediamo i nostri rappresentanti avanzare come bulldozer a dispetto del pensiero dei cittadini o anche contro la opinione dei cittadini.
Non sarà che con l’esperienza delle province commissariate facciamo prove generali di governo senza rappresentanza?

E’ curioso che nel frattempo tante scuole si uniscano a denunciare l’assenza di una vera politica per la scuola.
Ora si aggiunge anche il Dettori a protestare perchè la Provincia non ha ancora ultimato i lavori di ristrutturazione di palestra ed Aula Magna.

Nell’attesa che qualcuno si svegli, temiamo che il Martini dopo il trasferimento, non solo rischi di non tornare più nella sua sede storica di via S.Eusebio 10, dove si trova dagli anni 30 del secolo scorso, ma che addirittura il nostro prestigioso Istituto possa scomparire, dato che un trasferimento in periferia farà certamente diminuire il numero delle iscrizioni. D’altra parte è comprensibile.
Quale genitore manderebbe a Monserrato un proprio figlio se residente a Serramanna, Pimentel o Burcei ? E questo sia perchè il Martini ha un senso se ubicato al centro città, ma anche perchè i trasporti territoriali sono Cagliari centrici e quindi tutte le strade portano a Cagliari e non a Monserrato.
Forse potrebbe essere a rischio la famosa autonomia scolastica dell’Istituto?
Certo è una ipotesi da non escludere. E quindi oltre che paventare che l’edificio venga destinato ad altro, si teme anche la scomparsa dell’ITE ”P.Martini”.

In un convegno a Palazzo Lombardia a Milano organizzato in questi giorni da Treellle/Fondazione Rocca, è stato presentato il rapporto ‘Innovare l’istruzione tecnica secondaria e terziaria’.
Negli ultimi vent’anni in Italia l’istruzione tecnica secondaria ha perso oltre 400mila studenti, con una diminuzione degli iscritti passando dal 45% sul totale della scuola secondaria nel 1991-92, al 33,7% del 2014-15.
Occorrerebbe rilanciare l’occupazione tecnica, hanno detto a Milano, proprio come volano per una maggiore occupazione giovanile di qualità.
In Provincia invece ci si disinteressa di ciò ed anzi nulla si fa per potenziare il Martini e rinforzare anche gli altri ITE ormai agonizzanti.
Rivedendo un vecchio film sulla tragedia del Vajont mi ha colpito la superficialità con la quale chi aveva il potere decisionale liquidava come visionari coloro che ipotizzavano la catastrofe.
Pur non volendo fare paragoni inadeguati, mi colpisce l’indifferenza ed il silenzio dei nostri governanti Regione, Provincia e Comune.
Trovo altresì grave che la dignità con la quale gli studenti ed i docenti del Martini stanno affrontanto la questione, cercando di avere un dialogo con chi ha il potere decisionale, venga scambiata per debolezza, da non meritare alcun intervento che non sappia di presa in giro.
I nostri studenti sono stati formati al rispetto delle regole ed a fatica accedono all’idea che per rivendicare dirittti occorra a volte violare le regole.
Forse però in questo paese è l’unica strada.
E’ quello che vogliamo insegnare ai nostri ragazzi??
Presto (il prossimo 2 dicembre) si terrà una grande assemblea pubblica con la partecipazione di tutte le scuole a rischio trasferimento.
I cittadini che hanno a cuore le scuole pubbliche della città sono invitati.
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Rif. Ocse

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