Oggi giovedì 19 novembre 2015
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Manifestazione a Sassari 17 novembre 2015
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Dal Paese della Rivoluzione ci aspettiamo un messaggio di civilità
19 Novembre 2015
Avete visto quale è lo sport preferito di questi giorni delle radio e Tv? Cronisti in ogni angolo di strada, con microfono e telepresa, a chiedere ai passanti, dopo averli inondati di servizi “sul terrorista della porta accanto”: “avete paura?”. Io mi sono appostato in via Roma e nel Largo, ma, ahimè!, nè Videolina né Sardegna1 si sono viste. Peccato! Perché se lo avessero chiesto a me, io avevo la risposta pronta: un sì secco senza se e senza ma. Sissignori, confesso, ho paura. Anzi, timor panico…ma dei nostri governanti.
Siate sinceri. Voi di un uomo maturo che anziché dire alla fidanzata la frase fatidica “tutto è finito, amici come prima“, la cornifica fraudolentemente, vi fidate? E se costui, per raggiungere l’amante, esce dall’Eliseo mascherato con un casco e a bordo di un motorino perché è il presidente della Repubblica? E se, per di più, facendo tutto questo, si dichiara socialista?
Sarò sincero, io a questo non affiderei neanche la gestione di una di quelle bancarelle di pistacchi e torrone, che ogni maggio rallegrano, vicino all’anfiteatro, la festa di S. Ignazio. Scusate, ma son fatto così, la slealtà non mi piace. E la piccineria nelle cose personali è segno di pochezza umana e questa in un governante è la peggior dote!
E, visto che sono in vena di confessioni, al cronista radiotv direi anche che, col clima che gira, non mi entusiasmano neppure i blitz della polizia spettacolarizzati e con morti. Direte: “il solito bastian contrario, l’intellettuale schizzinoso, che vuole sempre il dialogo, mentre quelli non parlano, sparano“. Sarà. Ma se aborro le mattanze dei terroristi, immaginatevi se mi piacciono le stragi di Stato. Si perché in questo clima da caccia alle streghe, se nell’appartamento della porta accanto, abitato da scuri (abbronzati, direbbe l’ex cavaliere), corpi speciali di rambo fanno un blitz, nessuno si chiede se quelli erano veramente terroristi o se, invece, sono stati immolati sull’altare dell’ansia da reazione, preferibilmente sanguinosa. Dalla voglia di vendetta più che di giustizia, e dal desiderio di mostrare che si fa qualcosa.
Il blitz all’alba di ieri a Saint-Denis, la banlieue ‘dura’ di Parigi, non mi entusiasma e sopratutto non mi rassicura. Ma, obietterete, la polizia – grazie a un cellulare dei kamikaze trovato in un cestino davanti al Bataclan – ha localizzato il covo dei terroristi. E, si legge nelle agenzie, “stando ad alcuni sms sul telefonino trovato – progettavano un attentato alla Defense“, la zona dove sono concentrati molti uffici nella capitale francese. D’accordo, ma, di grazia, questi kamikaze super addestrati e così abili a celarsi ai servizi francesi pur dopo la strage di Charlie Hebdo, sono così sprovveduti da scrivere negli sms le stragi prossime venture? E per di più, quel cellulare se lo portano appresso andando per stragi? E, fatta la mattanza al Bataclan, da veri professionisti, lo buttano nel cestino della spazzatura con tutti gli sms sui loro piani stragisti? Ma dai! Dagli 007 eredi di Napoleone, mi aspetto qualcosa di più serio. Così non lo fanno neppure i questori italiani!
E il premier francese, anziché pretendere una versione più decente sulla scoperta del covo, ha ringraziato le forze dell’ordine e ribadito che la Francia è in guerra e anche per questo verranno utilizzate misure emergenziali. Un vero socialista!
Durante il raid la polizia ha sparato “5.000 colpi“, ha detto il procuratore Molins. Bravi! 6000 colpi, però – ammetterete – sarebbe stato meglio. La “porta blindata dell’appartamento ha permesso ai terroristi di reagire alle forze dell’ordine“, ha aggiunto, precisando che ci “è voluta un’ora” per abbatterla. Con 6000 colpi si sarebbe risparmiato almeno un quarto d’ora! Proprio una bella scena da film!
Ma tranquilli, la tv pubblica francese France 2 assicura: quelli, i terroristi di Saint-Denis, si preparavano a commettere attentati all’aeroporto di Roissy Charles de Gaulle e nel quartiere d’affari parigino della Defense, lo avevano scritto, punto per punto, nel telefonino abbandonato nel cestino, dopo la strage al Teatro!
E quella donna che, a 800 metri dallo Stade de France, ha azionato la propria cintura esplosiva e si è fatta saltare? Perché l’ha fatto? Perché era la terrorista “della porta accanto”, che, scoperta, si è vista perduta? Non so perché, ma di questa donna mi piacerebbe sapere qualcosa di più.
Ma tranquilli! Sul posto in mattinata Francois Molins, procuratore di Parigi, e il ministro dell’Interno, Bernard Cazzeneuve danno tutte le spiegazioni del caso: “Tre terroristi sono stati arrestati; una ragazza si è fatta esplodere, un uomo è stato trovato morto, colpito da proiettili e bombe. Altre due persone che si nascondevano fra le macerie sono state arrestate”. “Non possiamo rivelare l’identità di queste persone – ha detto il procuratore – solo in funzione degli esami saremo in grado di farlo prossimamente“. Vi sembra una spiegazione soddisfacente questa? Anche perché pare che l’uomo trovato morto si sia beccato una fucilata mentre era vicino alla finestra di casa sua.
Nell’assalto è morto anche un cane poliziotto. All’inizio dell’assalto, gli agenti l’hanno fatto entrare nell’appartamento ed è rimasto subito ucciso dalla reazione dei terroristi asserragliati con le armi in pugno. Ma se non hanno pietà degli uomini, pensate che gliene può fregar delle bestie! Perché immolare il povero animale?
Finito il blitz anti-terrorismo a Saint-Denis la cittadina riprende a vivere. Le strade sono state riaperte, e la gente ha cominciato a uscire di casa. Che sollievo! Ma, scusate, se rompo, io mi sentirei ancor più sollevato, se la magistratura francese desse una spiegazione completa e precisa su questa operazione. Perché, con questo clima da caccia alle streghe, qualsiasi ammazzamento di gente scura con nomi nordafricani è la benvenuta e, si sa, in queste situazioni si va per le spicce. Ma lo Stato di diritto, lo Stato democratico, anche in questi frangenti drammatici, mette davanti a tutto la ragione e la legge. Nel Paese delle tre mitiche sorelle, liberté, egalité, fraternité, che non stancano di affascinarci, dobbiamo, anche in questi giorni tristi, aspettarci un messaggio di civiltà. Che è appunto quel quid che ci distingue dai terroristi, sgozzatori di inermi e massacratori di giovani amanti del rock.
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