Salviamo il Martini. News sulla vertenza
Comitato “Salviamo il Martini”
Ieri 23 ottobre 2015 una delegazione del Comitato, in rappresentanza di docenti, ex docenti e genitori, è stata ricevuta dal Dr. Franco Sardi, Commissario Straordinario della Provincia di Cagliari per discutere delle richieste avanzate dal Comitato nel documento inviato il 20 ottobre u.s.
Il Commissario ha ascoltato con attenzione le ragioni avanzate dal Comitato a fondamento della richiesta di non trasferire l’istituto al plesso di via Cabras-Monserrato- ed anche quelle relative alla assenza di urgenza di tale trasferimento in quanto i lavori previsti per il Martini non sono né finanziati né appaltati e tantomeno sono noti modi e tempi di intervento che, in tutti i casi, non sarebbero brevi.
Il Commissario ha assicurato che verranno immediatamente valutate le richieste e verificate possibilità di intervento alternative a quelle fin qui considerate.
I rappresentanti del Comitato sono quindi in attesa di eventuali comunicazioni in merito a soluzioni alternative a quelle fin qui ipotizzate.
Per il Comitato
Prof. Rosamaria Maggio
Prof. Sandra Mureddu
Prof. Francesco Casula
Genitore signora Rita Pistis
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Martini: il Comitato incontra il vertice della Provincia
24 Ottobre 2015
Una rappresentanza del Comitato “Salviamo il Martini”, formata da insegnanti, genitori e studenti, ha incontrato ieri il Commissario straordinario della Provincia, Franco Sardi. L’incontro si è svolto in un clima cordiale, data la disponibilità del dr. Sardi, al quale il Comitato ha manifestato la ferma opposizione alla delibera di trasloco e ancor più al disegno enunciato alla stampa dal dirigente dell’Ufficio tecnico provinciale, ing. Camoglio, il quale, invadendo la sfera politica, ha addirittura manifestato favore alla cessione del Martini ai Carabinieri e dell’Alberti alla Marina.
La posizione del Comitato è chiara: la delibera della provincia dev’essere riformulata. I tempi del trasloco devono essere fissati in relazione all’inizio, allo svolgimento e alla fine dei lavori. Si spostano solo le classi interessate ai lavori e per il tempo necessario a svolgerli, con rientro immediato nell’istituto alla fine di essi. Insomma, la delibera deve predeterminare tempi di inizio lavori e di rientro delle classi, togliendo ai Carabinieri qualunque speranza di occupazione della scuola. Il ministero della difesa, del resto, ha in città, antica roccaforte militare, ampi locali dismessi e abbandonati (si pensi ai locali antistanti il vecchio distretto militare) dove può allocare, in abbondanza, uffici e alloggi.
Franco Sardi ha ascoltato con interesse ed ha assunto l’impegno di riesaminare il caso alla luce delle prospettazioni del Comitato e della esigenza di non sguarnire Cagliari di un istituto come il Martini, che è parte della storia della città.
D’altra parte, la stessa relazione tecnica su cui si fonda la delibera contestata non depone indiscutibilmente a favore del trasloco, poiché, pur mettendo in luce la necessità di un intervento di manutenzione, non evidenzia pericoli riguardanti la stabilità della struttura o di parte di essa nè pericoli per la sicurezza di persone e cose.
Ora si attende il riesame del caso da parte del Commissario straordinario.
Un aspetto assolutamente sconcertante in questa vicenda, ricca di fatti deplorevoli, è il silenzio del Preside del Martini, il quale ha burocraticamente disposto l’imballaggio delle cose per il trasloco, senza neppure verificare la coerenza della decisione con gli accertamenti tecnici e le delibere della provincia e, ciò che è più grave, senza contestare l’ipotesi avanzata dall’Ing Camoglio di cessione della sede dell’Istituto ai Carabinieri. Un capo d’istituto deve anzitutto sapere quale valore storico e culturale ha la scuola che presiede e dev’essere consapevole che il suo compito primario è difenderne la storia e la dignità. Ben diversa è stata la risposta ferma del preside dell’Alberti all’ipotesi di cessione alla Marina. E ben diverso è stato il comportamento di presidi del passato (v., per tutti, il Preside Cossu) che non hanno esitato ad unirsi agli occupanti della scuola, pur di difendere la sede storica. Vuole il preside del Martini assumersi la responsabilità di privare la città di questo storico Istituto, condannandolo anche al ridimensionamento e alla marginalità in caso di trasferimento?
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