Sa murialla ‘e su prantu. Ita chi si ‘ndi pesada padre Abbo!

MURO-piazza S Michele ape-innovativa2Il muro che si sta innalzando nella piazza San Michele, nel quadro dei lavori di rifacimento della medesima, sembra non piaccia alla maggioranza dei cagliaritani, soprattutto alla gente del quartiere. Lo ha progettato un prestigioso studio professionale, che nella relazione progettuale ha dato ampia spiegazione della scelta. Ma non piace per diverse ragioni, esaurientemente esposte negli articoli che riproduciamo di Paolo Matta e di Vito Biolchini e nei servizi della stampa locale, che linkiamo. Nella richiamata relazione si dice, tra l’altro che “Il setto curvilineo che delimita la rampa veicolare è stato pensato come fondale per la statua di Padre Abbo, in modo da valorizzarla adeguatamente”. Per chi non lo sapesse padre Nicola Abbo è stato lo storico parroco dal 1957 per oltre trent’anni, molto amato dalla popolazione del quartiere di San Michele. monumento a padre Abbo Nicola_2A lui è dedicato un monumento proprio di fronte alla facciata della chiesa, che la nuova sistemazione conterrebbe di valorizzare. Chi ha conosciuto padre Abbo sostiene che il sacerdote sarebbe stato contrario a questo muro, proprio perché, a prescindere da qualsiasi intenzione, significa separazione ed esclusione, piuttosto che accoglienza ed inclusione. Ci sono poi ragioni di altro tipo, alquanto convincenti, che non attribuiamo a un ipotetico pensiero di padre Abbo, e che ritrovate negli articoli citati.
Che dire? Il Sindaco prenda atto, ascolti la gente e dia disposizione di modificare il progetto, facendo demolire quanto già realizzato e adeguandosi alle richieste popolari. Non ci vuole molto; lo stesso inevitabile incremento di spesa, in questa fase sarebbe sostenibile e comunque giustificato. – segue
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A SAN MICHELE, DIETRO IL “MURO DEL PIANTO” NASCE LA PRIMA PARROCCHIA-BUNKER
di Paolo Matta su ChiesaSarda
1 OTTOBRE 2015
Non bastava l’odioso muro di Betlemme o quelli che alcuni paesi europei stanno costruendo per arginare l’ondata migratoria. Pensavamo che Cagliari fosse “città aperta” al dialogo e all’accoglienza proprio per essere quella porta aperta sul Mediterraneo, crocevia di flussi non solo crocieristici ma anche culturali e religiosi.

Poi, è sufficiente allontanarsi non di molto dal centro cittadino e, in uno degli avamposti delle prime periferie sorte negli anni del più profondo inurbamento e dello sfacelo del centro storico, imbattersi in un obbrobrioso monumento all’insipienza e all’inciviltà dello spessore di 60 centimetri, cinque metri di altezza per quasi 25 metri di lunghezza.

Non si capisce quale mente illuminata abbia potuto concepire la costruzione di un muro che, di fatto, trasforma la parrocchiale della Medaglia Miracolosa di Piazza San Michele in una “chiesa-bunker“: manca solo il filo spinato lungo tutta la muraglia in cemento armato, qualche riflettore, magari arancione, qua e là e l’effetto-Auschwitz è assicurato.

Nel quartiere è rivolta popolare – come è ovvio che sia – da parte di cittadini che vivono confinati in un quartiere chiuso dal “muro virtuale” (ma quanto mai solido) di una marginalizzazione sociale e politica, costante serbatoio elettorale periodicamente alimentato da promesse, sempre rimandate, e farisaiche politiche assistenziali o poco più.

L’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Cagliari, Luisa Anna Marras, in una dichiarazione rilasciata a L’Unione Sarda ha ribadito che «non si tratta di un muro divisorio perché l’obiettivo dell’amministrazione è quello di mettere in connessione la piazza con la chiesa, consentendo un’agibilità alla parrocchia che sino a ora non c’era. Conclusi gli interventi», garantisce l’esponente della Giunta «l’impatto sarà diverso».

Come si possa “mettere in connessione“, quindi favorire un dialogo, ancorché urbanistico, fra una piazza e una chiesa con un muro alto 5 metri, è argomentazione difficile da comprendere, anche alla persona più sprovveduta.

Intanto gli abitanti e i parrocchiani lo hanno già ribattezzato “muro di Berlino”, altri – più realisticamente – “Muro del Pianto”. Perchè, per dirla, amara, con Troisi e Benigni, davvero “non ci resta che piangere“.

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In piazza San Michele il muro che divide l’amministrazione Zedda dai cagliaritani
di Vito Biolchini, su vitobiolchini.it
01/10/2015
San-Michele muro Biolchini
San Michele
No comment

Amici e concittadini cagliaritani, vi piace il muro di piazza San Michele? A me no; ma non è questo il punto. La frittata ormai e fatta e c’è solo da sperare che a opera conclusa l’impatto del muraglione in cemento armato costruito a ridosso della chiesa, altro tre metri e ottanta e lungo a occhio e croce una trentina di metri, risulti meno terrificante di quanto non sia ora (e non fidatevi del parere di nessuno, andate a vederlo di persona così capirete).

L’amministrazione Zedda afferma di essersi confrontata con i residenti del quartiere di Is Mirrionis. L’assessore ai lavori pubblici Luisanna Marras prima ha cercato di far credere all’opinione pubblica che il muro aveva l’avallo del parroco (ma è stata seccamente smentita), poi ha provato a dire che insieme al sindaco Zedda aveva ottenuto il benestare degli ambulanti che stazionano nella piazza.

Ma come? Dove? Quando? Perché questo è il punto.

In che data si sarebbero svolti questi incontri pubblici in cui i residenti e gli operatori economici sarebbero stati chiamati a dare il loro parere sull’opera? Chi li ha convocati? Quante persone hanno partecipato? E con quale risultato?

Quali processi partecipativi sono stati messi in atto se poi adesso il quartiere è in rivolta, offeso non solo da un’opera che ritengono brutta (e questo dispiace, visto che si parla tanto di riportare la bellezza nelle periferie: il tentativo è fallito) ma anche dall’arroganza di una amministrazione che scarica vigliaccamente sui cittadini il peso delle sue scelte, peraltro sbagliate?

La risposta è semplice: l’amministrazione come sempre ha fatto di testa sua. Punto e basta.

Il sindaco Zedda fu eletto quattro anni fa anche sull’onda emotiva di tante decisioni sconcertanti assunte dall’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Emilio Floris. Una di queste riguardava la famigerata piazzetta Maxia (si trova all’incrocio tra via Pessina, via Scano e via della Pineta), dove le ruspe hanno senza motivo scavato una sorta di cava per realizzare ad un costo esorbitante una piazzetta senz’alberi, al posto della vecchia piazzetta che di alberi ne aveva diversi e tutti bellissimi.

L’amministrazione Floris subì critiche durissime dalla sinistra per non aver coinvolto gli abitanti nella progettazione dell’opera; ora però quella stessa sinistra, arrivata al governo, commette gli stessi errori.

È evidente che quei processi partecipativi promessi in campagna elettorale dal centrosinistra non sono mai stati attivati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: cinque anni buttati e tanti progetti portati avanti nel silenzio senza un reale confronto con la cittadinanza (se non vi basta il caso di piazza San Michele vi ricordo l’increscioso caso del complesso monumentale di San Francesco di Stampace, su cui l’amministrazione Zedda a fronte di tante sollecitazioni pubbliche ha fatto calare un imbarazzante silenzio, e il terrificante progetto del parcheggio sotto le mura di Santa Croce ).

È evidente che urge un cambiamento.

Leggo dal sito Cagliari Pubblica (che immagino essere alimentato da amministratori comunali di centrosinistra o parenti del sindaco, visto il tono entusiasta con il quale elogiano ogni iniziativa portata avanti da questa giunta) una interessante intervento sul rifacimento della piazza dal titolo “Sul muro dello “scandalo”: come sarà piazza San Michele”, in cui si dice che

Il setto curvilineo che delimita la rampa veicolare è stato pensato come fondale per la statua di Padre Abbo, in modo da valorizzarla adeguatamente.

Ora io mi chiedo come sia pensabile che un muro di questa grandezza possa rimanere immacolato e che non sia invece destinato ad essere preda, nel giro di poche notti, dei writers di mezza Sardegna, con un conseguente stravolgimento del senso stesso dell’intervento urbanistico, teso a ridare decoro e ordine alla piazza. Ma questo i progettisti non l’hanno evidentemente messo in conto.

Cinque anni fa in piazza San Michele il candidato sindaco del centrodestra Massimo Fantola chiuse la sua campagna elettorale, con una serata allucinante che solo il sottoscritto ebbe il coraggio e l’onore di raccontare. Ora la piazza torna al centro del dibattito politico e il suo muro divide metaforicamente l’amministrazione di centrosinistra dai cittadini, delusi dalle promesse di partecipazione così clamorosamente disattese.

Come quasi tutti i cantieri aperti dal sindaco Zedda, anche questo aperto nel cuore del quartiere popolare di Is Mirrionis rispondeva ad una evidente tempistica elettorale. Ma mi sa che stavolta dalle parti di piazza San Michele il risultato non sarà quello atteso.

Peccato.
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ALTRI SERVIZI
- L’Unione Sarda. Mille cime per dire no, L’Unione Sarda on line.
- Il vice Sindaco Luisa Marras su Casteddu online.

One Response to Sa murialla ‘e su prantu. Ita chi si ‘ndi pesada padre Abbo!

  1. admin scrive:

    (casteddu online) Sale la protesta in piazza San Michele: “Buttate giù quel muro”
    Continua la lotta del comitato San Michele e dintorni contro i muraglioni costruiti in piazza San Michele: “Subito un incontro col Comune per trovare una soluzione”

    Autore: Federica Lai il 02/10/2015 17:13

    Sale la protesta in piazza San Michele: “Buttate giù quel muro”
    Oltre mille firme e striscioni per dire no ai muraglioni costruiti nella nuova piazza San Michele. La protesta va avanti da giorni: ambulanti, religiosi, residenti ma anche abitanti dell’hinterland contestano il doppio muro in cemento armato realizzato davanti alla chiesa della Medaglia Miracolosa, come previsto nel progetto approvato dalla Giunta Zedda. “Un muro enorme che non si addice alla tipologia architettonica della chiesa – spiega Claudio Mudu, rappresentante del comitato San Michele e dintorni – e che crea una sorta di recinto sia per i parrocchiani che per chi frequenta la piazza. Stupisce che nessuno ci abbia mai convocato per discutere del progetto, neanche ora che abbiamo manifestato la nostra contrarietà. Ma noi continueremo la protesta, e dopo aver raccolto oltre mille firme chiediamo al Comune un incontro per trovare una soluzione: non vogliamo uno stop dei lavori, ma solo che quel doppio muro venga demolito o comunque ridimensionato. Così è un pugno nell’occhio”.

    E il caso diventa politico, tra interrogazioni e ordini del giorno in Consiglio comunale. Nei giorni scorsi a chiedere chiarimenti in Aula sono stati due consiglieri di maggioranza, Giovanni Dore, Sardegna Pulita, e Maurizio Chessa, Pd. “Si tratta di un muro molto imponente – aveva sottolineato Dore – Si potrebbe ridimensionare per renderlo meno impattante”. “Non è un muro ma una quinta – aveva precisato l’assessore ai Lavori pubblici, Luisa Anna Marras, in Consiglio – e non rappresenta una barriera, ma anzi metterà in connessione la chiesa con la piazza, oltre a valorizzare la statua di Padre Abbo. In ogni caso il progetto è stato condiviso da tutti, residenti e parroco compresi, passo per passo”.

    A chiedere lo stop al cantiere è anche Edoardo Tocco, consigliere comunale e regionale di Forza Italia, che sul caso ha presentato un’interrogazione. “ Si prenda atto che l’intervento – spiega Tocco – non è stato accettato dai residenti. E’ un muraglione che di fatto blinda la chiesa, creando una divisione tra una struttura che dovrebbe accogliere i fedeli. E’ necessario modificarlo o eliminarlo. Si tratta di un’opera davvero ridicola che appare come uno scempio per la chiesa e la piazza circostante, deturpando un sito che dovrebbe essere valorizzato”. Contrario anche il nuovo gruppo politico Cagliari Città Capitale che, con un comunicato, chiede al sindaco Zedda di “modificare il progetto, facendo demolire la parte di muro già costruita e adeguandosi alle richieste popolari. Non ci vuole molto: l’inevitabile incremento di spesa in questa fase sarebbe sostenibile e comunque giustificato”. Martedì prossimo l’ennesimo ordine del giorno presentato dall’opposizione insieme al consigliere di centrosinistra Giorgio Cugusi, mentre sotto il Comune è prevista una manifestazione del comitato di residenti.

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