Una foto, una pagina di vita. Raccontiamo… (8)
Su proposta del nostro amico Peppino Ledda pubblichiamo una serie di raccontini sulla Cagliari del passato: vita vissuta di protagonisti – ultrasessantenni al momento della scrittura (2010) e oggi ancor più avanti negli anni, alcuni non più tra noi – sul filo della memoria. Lo facciamo per la gradevolezza delle narrazioni nella convinzione che, come diceva uno splendido adagio “Il futuro ha un cuore antico”. Ecco mentre siamo impegnati a dare prospettive alla nostra città per il presente e per il futuro, crediamo utile oltre che bello, ricordarne il passato, fatto di luoghi ma soprattutto di persone che lo hanno vissuto. I racconti sono contenuti in una pubblicazione . Oggi l’ottavo raccontino, dopo l’esordio del 17 settembre, il secondo del 18, il terzo del 19, il quarto del 20, il quinto del 21, il sesto del 23, il settimo del 24.
Maria Sirena Fois
La violetta
Mio figlio Carlo stava osservando nel computer delle foto della vecchia Cagliari, mi chiese se volevo vederle e accettando l’invito guardavo con lui le foto che scorrevano nel monitor. Una di queste mi fece ritornare alla mente un episodio che ora vi descrivo. – segue -
Correva l’anno 1950, frequentavo la prima avviamento professionale alla scuola “Manno” in Via Collegio.
Per la lezione di ginnastica la classe doveva recarsi alla scuola all’aperto “Mereu”, situata alla fine del Terrapieno (prima dei Giardini Pubblici). Un giorno avevo lezione di ginnastica e con la mia compagna di banco Armida percorrendo il tragitto che porta al Terrapieno, giunte in Piazza Costituzione, io rimasi incantata da una aiuola al centro della piazza, colma di viole del pensiero, con dei colori assortiti da fare invidia all’arcobaleno.
Sapevo che i fiori non si potevano toccare ma la tentazione prevalse, mi chinai e raccolsi una viola per poi metterla nel diario, non vidi il vigile che mi stava osservando.
Il vigile si avvicinò e dopo avermi chiesto perché l’avevo fatto, alla risposta che lo volevo mettere nel diario non accettò ragioni, prese il blocchetto delle contravvenzioni e mi chiese le generalità, risposi : “Fois Maria Sirena nata a Mogadiscio il 7 -8- 1938”
Lo vidi storcere il naso e un po’ sgarbato mi chiese dove abitavo, alla mia risposta: “Via Dritta n°21 Decimomannu”, perse la pazienza e credendomi bugiarda si rivolse alla mia compagna Armida e chiese le generalità anche a lei. Questa fu la risposta: “Alba Armida nata a Berchidda”.
Non la fece proseguire strappò il foglio che stava compilando e ci disse di sparire dalla sua presenza e che due bugiarde così non le aveva incontrate.
Ripreso il cammino, alla svolta per non arrivare con molto ritardo alla lezione di ginnastica non riuscivamo a capire come mai avendo detto la pura verità non eravamo state credute, ma in compenso la verità “anche non creduta” mi aveva risparmiato una contravvenzione.
Però non raccolsi più fiori non miei.
Giardini pubblici
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