Oggi giovedì 3 settembre, cabudanni, 2015
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Riforma degli statuti
Paolo Fois su La Nuova Sardegna on line di giovedì 3 settembre 2015
INSULARITA’ SEGNO IDENTITARIO. E’ QUESTA LA VERA SPECIALITA’
Un rapporto che non è stato mai adeguatamente chiarito Misure compensative legate agli svantaggi strutturali: il garante deve essere lo Stato.
La questione della revisione degli Statuti speciali, che i lavori per le modifiche costituzionali previste dal disegno di legge Boschi rendono di particolare attualità, ha recentemente riproposto in Sardegna il tema, mai adeguatamente chiarito, del rapporto fra insularità e specialità. Un rapporto che deve invece essere approfondito sotto diversi profili, prima che la questione della revisione del nostro Statuto si ponga, a motivo delle citate modifiche costituzionali, in termini ancora più urgenti. Va osservato, preliminarmente, che non sempre specialità ed insularità sono state viste in un rapporto più o meno stretto. Assai spesso l’insularità è stata messa in relazione soltanto con il principio accolto nell’ordinamento comunitario dalla riforma di Amsterdam del 1997, che ignorando la specialità prevedeva l’adozione di misure economiche specifiche volte a compensare gli “svantaggi strutturali” dipendenti dalla condizione insulare. E benché la riforma di Amsterdam comportasse obblighi anche per lo Stato, è all’Unione europea che ci si è in prevalenza rivolti per richiedere (con ben scarso successo, peraltro) il rispetto e l’applicazione di un principio di così vitale importanza per le regioni insulari. L’esistenza di un rapporto fra insularità e specialità è stata invece evocata in alcune delle numerose proposte di revisione del nostro Statuto di autonomia del 1948. Si tratta però di un’evocazione fatta in termini vaghi e generici, che non va oltre l’affermazione che la specialità della Sardegna è fondata sull’insularità. In ogni caso, l’insularità è qui intesa in un senso diverso da quello accolto nel testo del Trattato di Amsterdam: il regime differenziato che lo Statuto speciale deve prevedere sarebbe infatti giustificato, più che da svantaggi strutturali, dall’ “identità” (in senso ampio: storico, geografico, ambientale, culturale) della “Comunità autonoma di Sardegna”, secondo la formula posta dal Presidente Cossiga alla base della sua proposta di revisione dell’aprile 2002. Non solo in materia di specialità l’insularità è da intendersi in senso diverso; cambia anche il soggetto chiamato principalmente a garantirne il rispetto: questa volta non è più l’Unione europea, ma lo Stato italiano. Le pur succinte osservazioni sul rapporto fra insularità e specialità potrebbero risultare utili in un momento in cui la Sardegna avverte, anche nelle sue istituzioni, la necessità di affrontare urgentemente e in tutti i suoi aspetti la fondamentale questione dell’insularità. Da un lato, si tratta di riproporre nelle forme appropriate la richiesta all’Unione europea di misure volte a compensare quegli svantaggi strutturali che rendono il sistema economico isolano scarsamente competitivo; dall’altro, di consacrare in un nuovo Statuto il principio che la diversità connessa all’insularità non è un privilegio, ma un valore da preservare nell’interesse anche di un’Europa “unita nella diversità”. Se non è scontato che un’azione di questa portata possa conseguire i risultati attesi per quanto riguarda le politiche dell’Unione europea, è comunque altamente probabile che l’esistenza di una contestuale trattativa con l’Unione sull’insularità contribuisca a rafforzare gli argomenti che ravvisano nella nostra identità insulare il fondamento primo della specialità. Risulterebbe poco credibile, infatti, avanzare proposte che cambiano profondamente, in nome dell’insularità e della diversità culturale, i principi fondanti dello Statuto, qualora si gettasse la spugna rispetto ad una vertenza a livello europeo che nel corso di quasi vent’anni ha sortito assai magri risultati. Considerato però che finora i risultati sono assai magri anche per la revisione dello Statuto speciale, è il caso di attendere gli sviluppi dei prossimi mesi.
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