con la Grecia per l’Europa dei Popoli
GRECIA – “NON IN MIO NOME”, NOT IN MY NAME. Nessun accordo europeo può umiliare la dignità di un popolo che ha sofferto e soffre. Non è questa l’Europa che molti europei desiderano. La sovranità di una nazione non può essere calpestata in nessun caso. Federalismo solidale e unione politica sulla base della solidarietà e della giustizia. E’ questa l’Europa che abbiamo sempre desiderato. Qualunque altra cosa dovessero stabilire i tecnocrati europei non mi rappresenta, “NON IN MIO NOME”.
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Grecia, Krugman: “Il progetto europeo è morto”
L’analisi dell’economista statunitense
di PAUL KRUGMAN
14 luglio 2015
Grecia, Krugman: “Il progetto europeo è morto”
SUPPONIAMO che consideriate Tsipras uno stupido incompetente. Supponiamo che vi piaccia con tutto il cuore vedere Syriza lasciare il governo. Supponiamo che accogliate la prospettiva di cacciare questi indisponenti greci fuori dall’euro. Anche se tutto ciò fosse vero, l’elenco di richieste dell’Eurogruppo resterebbe una follia. L’hashtag di tendenza #ThisIsACoup ha assolutamente ragione. Qui si va oltre l’inflessibilità, si va nella pura ripicca, nell’annientamento assoluto della sovranità nazionale, senza nessuna speranza di sollievo. Plausibilmente, si tratta di un’offerta formulata in modo tale che la Grecia non possa accettarla; ma, anche così, si tratta di un grottesco tradimento di tutto ciò che si supponeva dovesse affermare e sostenere il progetto europeo.
C’è nulla che possa far arretrare l’Europa rispetto all’orlo del baratro? Si dice che Mario Draghi stia cercando di ricondurre un po’ alla ragione, che Hollande stia finalmente dando prova di un po’ di quell’opposizione al gioco delle Moralità che l’economia tedesca ama fare e che in passato egli ha vistosamente mancato di impedire. Ma molto danno è già stato arrecato. Dopo tutto ciò, chi mai si fiderà più delle buone intenzioni della Germania?
Da un certo punto di vista, l’economia è diventata qualcosa di secondario. Cerchiamo di essere chiari una volta per tutte, però: nelle ultime due settimane abbiamo imparato che far parte della zona euro significa che se sgarri i creditori possono annientare la tua economia. Tutto ciò non ha attinenza alcuna con l’implicita economia dell’austerità. Più che mai adesso è vero che imporre una rigida austerità senza un alleggerimento del debito significa scegliere una politica predestinata al peggio, a prescindere da quanto il paese sia disposto ad accettare tormenti. E ciò, a sua volta, significa che perfino una capitolazione assoluta della Grecia sarebbe un punto morto.
La Grecia riuscirà a organizzare con successo un’uscita dall’euro? La Germania cercherà di ostacolare una ripresa? (Mi dispiace, ma questo è il tenore delle domande che dobbiamo porci adesso). Al progetto europeo – un progetto
che ho sempre esaltato e sostenuto – è stato appena inferto un colpo terribile, forse mortale. E, a prescindere da quello che pensate di Syriza o della Grecia, a infliggerlo non sono stati i greci.
© The New York Times Traduzione di Anna Bissanti per La Repubblica.it
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