con gli occhiali di Piero…
L’OVRA IN SARDEGNA
Il 16 giugno 1937 viene istituita a Cagliari la 6a zona dell’OVRA, la polizia segreta fascista. Che cosa significhi OVRA non è nemmeno chiaro. Se ne danno varie versioni: Organizzazione Vigilanza Repressione Antifascismo, Organo Vigilanza Reati Antifascisti, Opera Volontaria Repressione Antifascista.
Si trattava in realtà di una immonda rete di delatori, di “volontari” pagati per fare la spia, facente capo a sezioni speciali (ispettorati territoriali) della polizia.
Il 16 giugno dunque arriva a Cagliari Dino Fabris, zelante funzionario messosi in luce nella repressione delle minoranze Slovene in Venezia Giulia. con l’incarico di formare e dirigere la 6a zona. Fabris organizza subito la sua rete di spie.
Tra queste figurano: Antonio Monni, avvocato nello studio del sardista Pietro Mastino; Renzo Lori, assicuratore di Nuoro, 400 lire al mese per spiare i sardisti sospettati di antifascismo; Francesco Marras, medico condotto di Lanusei; Myrta Mannucci, antiquaria di Cagliari, nel cui negozio si riunivano sardisti e intellettuali; Lavinio Uras, dattilografo nello studio legale di Mario Berlinguer; i parroci di Iglesias, Carbonia e Mamoiada, e tanti altri: venditori ambulanti, barbieri, medici, dentisti, professori e studenti; tutta gente che aveva occasioni di incontri per ragioni di lavoro; anche ferrovieri (le ferrovie covo di anarchici).
Caduto Mussolini il 25 luglio, dopo l’8 settembre del ’43, Fabris fu destinato a Sassari come questore e inoltre capo dell’ispettorato speciale di polizia.
Si diede subito da fare nella repressione dei moti sassaresi contro il carovita, nel gennaio del ’44: fece arrestare, tra gli altri, il giovane Enrico Berlinguer.
Anche in epoca repubblicana i zelanti funzionari di marca Fabris, rimasero al loro posto, caratterizzando significativamente la volontà politica di tenere sotto controllo le rivendicazioni dei lavoratori, dei sindacati e dei partiti di sinistra.
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