oggi giovedì 11 giugno, giobia de lampadas, 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis. ITI (Interventi Territoriali Integrati) a Is Mirrionis.
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Corruzione
Mafia capitale prospera in un Paese che ha perso la sua dignità
di Giampaolo Cassitta, su La Nuova Sardegna on line 11 giugno 2015
La cosa più abbietta, meschina, indegna è lucrare sulla povertà, sugli ultimi, su chi non ha difesa. È sempre stato ampiamente ritenuto riprovevole in qualsiasi momento storico e lo è soprattutto oggi dove la civiltà dovrebbe aver raggiunto un grado etico per cui certe cose sono intollerabili. E, sinceramente lo sono, ma si fanno, si continuano a fare. Quello che accade in questi mesi in Italia e quello che leggiamo ormai da giorni su quella che i media hanno ribattezzato “mafia capitale” è davvero al limite del disgusto. Non si tratta di ordinaria corruzione quella cui, purtroppo, i nostri politici (e gli amici dei politici, beninteso) ci hanno da tempo abituato. Questa gente discute il prezzo sugli uomini, quasi una tratta degli schiavi e fa diventare conveniente ciò che dovrebbe essere invece racchiuso nei cestini del dolore e della sofferenza. Hanno sorriso al terremoto dell’Aquila, perché intravvedevano, da subito, la possibilità di poter lucrare e sorridono nel conteggiare i migranti da sistemare da qualche parte del Paese, mungendo una mucca che “va sfamata” facendo divenire la corruzione non un terribile strumento ma la norma. Questi politici che sono “stati comprati” e, pertanto giocano con la squadra dei corruttori, questi funzionari che stanno al gioco, questo frasario becero da bassissimo impero «I funzionari pubblici o li cacci o li compri» dipingono un luogo dove tutto il male è possibile, quantificabile, dove «bisogna stare attenti a scenne dal taxi. Perché co’ noi sali. Ma non scendi più». Questo romanzo criminale che coinvolge la Pubblica Amministrazione dove compare la stecca (ovvero la percentuale) di 150mila euro per sbloccare 3 milioni di euro sul sociale rischia, davvero, di far saltare il banco della sopportazione. Questi i fatti. Terribili ed indicibili. Ma questa storia, seppure inenarrabile e incredibile, ci dice che occorre molto velocemente abbattere la mannaia in primo luogo su chi è preposto a far rispettare le Leggi e deve amministrare i beni dello Stato. Lavorare nel sociale comporta sempre un grande lavoro di contatti umani, un dispendio di energie notevole per convincere i cittadini che i soldi per le scuole, per la Sla, per i portatori di handicap, per i migranti, i detenuti, sono soldi da spendere con sicurezza e convinzione, perché rafforzano il nostro vivere civile, riportano i gruppi sociali a credere e scommettere sull’accoglienza, all’inclusione degli individui. Lavorare sul sociale e nel sociale significa doversi occupare delle curve della vita, della sofferenza dei bambini, degli anziani, significa costruire dei passaggi, seppure minimalisti, per permettere a chi non riesce di attraversare comunque quella strada, a volte ostruita dalla cocciutaggine e ignoranza di altre persone. I migranti (che, lo ricordo sempre, non hanno scelto loro di nascere in un paese povero e senza risorse) hanno diritto alla dignità. L’accoglienza ha un peso sociale rilevante per chi li ospita, ma quel peso deve essere accettato da tutti come momento di crescita di un’intera comunità. Ci sono molti funzionari e dirigenti pubblici che, quotidianamente, fanno il loro dovere e lo fanno in maniera esemplare. Ma, si sa, un albero che cresce non fa nessun rumore. Occorre, a questo punto, una verifica seria su certi meccanismi e su certe elargizioni che, in nome degli “ultimi” rischiano di diventare merce di scambio per ottenere solo profitti da parte di chi si immola pubblicamente nell’olimpo dell’impegno del sociale però poi, con l’altra mano, prende le mazzette, da chi vede l’ultimo come strumento da mungere. Questi comportamenti dovrebbero portarci a riflettere e a vergognarci quando leggiamo frasi e gesti intolleranti sui migranti.
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